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Arno Rossini, tecnico svizzero, intervistato da Tio.ch su Embolo obiettivo del Milan:"Era una promessa ma non ha saputo mantenere le aspettative - è intervenuto Arno Rossini - è un peccato perché aveva tutto per diventare uno dei primi cinque attaccanti d’Europa».
Grande fisico, buona tecnica…
«Velocità e istinto del gol. Davvero avrebbe potuto, peccato sia andata così».
A 28 anni è finito nel mirino del Milan.
«Fin qui Embolo è stato poco fortunato - gli infortuni traumatici capitano - ma anche e soprattutto non esemplare come professionista. Ci ripetiamo spesso, ma è così: è la testa a fare la differenza. Lui, semplicemente, non ce l’ha. Non quella del campionissimo almeno. Non quella di Cristiano Ronaldo, per fare un esempio. Non credo che a questo punto possa esplodere, anche se sarebbe bello, soprattutto in ottica Nazionale».
A Milano potrebbe rilanciarsi?
«È l’ultima chiamata. Che poi possa fare bene in rossonero, sempre che ci andrà, è tutto da vedere. Le caratteristiche per lasciare il segno, anche con un allenatore come Allegri, le ha; serve applicazione…».
Qualcosa in lui il Diavolo avrà visto.
«Il Milan di oggi non è più quello di Berlusconi, che comprava i campioni. In quella squadra Embolo non sarebbe entrato, a Milanello gli avrebbero fatto giusto fare il giro della recinzione esterna. In Breel i rossoneri attuali hanno visto un giocatore con un grande potenziale inespresso che potrebbe anche sbocciare. Poi, aspetto non secondario, hanno visto un calciatore che con il Monaco andrà in scadenza di contratto tra un anno, quindi acquistabile senza un grande sacrificio economico».
Una scommessa insomma.
«Esatto, di quelle che ti costano poco. Che puoi vincere e fare il colpaccio o perdere e… voltare pagina senza gravi perdite. Devo essere sincero, per quanto dimostrato in carriera da Embolo, fossi un dirigente del Milan la mia puntata la farei su un altro giocatore».
Grande fisico, buona tecnica…
«Velocità e istinto del gol. Davvero avrebbe potuto, peccato sia andata così».
A 28 anni è finito nel mirino del Milan.
«Fin qui Embolo è stato poco fortunato - gli infortuni traumatici capitano - ma anche e soprattutto non esemplare come professionista. Ci ripetiamo spesso, ma è così: è la testa a fare la differenza. Lui, semplicemente, non ce l’ha. Non quella del campionissimo almeno. Non quella di Cristiano Ronaldo, per fare un esempio. Non credo che a questo punto possa esplodere, anche se sarebbe bello, soprattutto in ottica Nazionale».
A Milano potrebbe rilanciarsi?
«È l’ultima chiamata. Che poi possa fare bene in rossonero, sempre che ci andrà, è tutto da vedere. Le caratteristiche per lasciare il segno, anche con un allenatore come Allegri, le ha; serve applicazione…».
Qualcosa in lui il Diavolo avrà visto.
«Il Milan di oggi non è più quello di Berlusconi, che comprava i campioni. In quella squadra Embolo non sarebbe entrato, a Milanello gli avrebbero fatto giusto fare il giro della recinzione esterna. In Breel i rossoneri attuali hanno visto un giocatore con un grande potenziale inespresso che potrebbe anche sbocciare. Poi, aspetto non secondario, hanno visto un calciatore che con il Monaco andrà in scadenza di contratto tra un anno, quindi acquistabile senza un grande sacrificio economico».
Una scommessa insomma.
«Esatto, di quelle che ti costano poco. Che puoi vincere e fare il colpaccio o perdere e… voltare pagina senza gravi perdite. Devo essere sincero, per quanto dimostrato in carriera da Embolo, fossi un dirigente del Milan la mia puntata la farei su un altro giocatore».
