Ronaldinho:"Il Milan, il PSG, il Barça e il Brasile...".

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Ronaldinho ala GDS:"Io ho sempre sorriso parecchio, il calcio è allegria. Purtroppo la mia vita non è sempre stata facile. Io ho perso presto il mio papà e purtroppo è venuta a mancare anche la mia mamma. È stato difficile, mio fratello devo ringraziarlo eternamente perché mi ha aiutato tantissimo. Giocava nel Gremio, ero sempre accanto a lui e anche io ho iniziato la mia carriera in questo club partendo dal futsal. Poi dopo tanti anni siamo stati anche avversari in Francia: lui giocava nel Montpellier e io nel Paris Saint-Germain".

"Il Brasile? Sin dal primo momento è stata una cosa molto importante e bella. Io ho firmato la prima vittoria del Brasile in un Mondiale Under 17. Mi ha cambiato la carriera perché dopo il Gremio mi mise in prima squadra. Ai tempi c’era Ronaldo il fenomeno, a me chiamarono Ronaldinho. Quello piccolo, per distinguerci. Nel giro di 5 anni poi sono passato dal Mondiale Under 17 a quello del 2002 vinto con una squadra di fenomeni. A volte mi capita di ricordare la prima convocazione con la nazionale maggiore, una gioia incredibile anche perché sono riuscito anche a segnare subito. Sono stato un predestinato grazie a Dio. Del Mondiale in Corea e Giappone la partita chiave per me fu quella con l’Inghilterra e il gol a Seaman. Ma anche l’assist per Rivaldo. Tolgo subito il dubbio su quella rete: io ho tirato, non ho crossato. Era uno spettacolo giocare in quel Brasile, non era un problema convivere con fenomeni come Rivaldo, Roberto Carlos, Ronaldo. Chi difendeva? Io no, direi gli altri otto”.

“La prima esperienza in Europa l’ho fatta a Parigi con il PSG. Fu mio fratello a convincermi ad accettare questa destinazione per iniziare a giocare fuori dal Brasile. Il passaggio dal Gremio al Paris non è stato semplice: calcio diverso, cultura diversa. Ed era un PSG molto diverso rispetto a quello attuale. Non giocava la Champions League e nemmeno altre competizioni ma era il progetto perfetto per il mio percorso e la mia crescita”.

"Il Barça' Quando sono arrivato la squadra non giocava in Europa anzi non è stato per nulla semplice. Abbiamo raggiunto la Champions League dopo il mio primo anno in cui siamo arrivati secondi. Scegliere il Barca però è stato semplice, tanti miei idoli sono passati da lì. Penso Romario, Ronaldo, Maradona. Loro non vincevano nulla dal ‘99. Il mio esordio con il Siviglia, il 3 settembre. Giocammo dopo la mezzanotte. Segnai un gol spettacolare, una gioia pazzesca e da lì in poi andò tutto alla grande e tornammo a vincere con regolarità”.

“Nel 2005 c’era un ragazzino che nella cantera del Barcellona giocava davvero bene. Era Messi. Il suo primo gol lo segnò su un mio assist che poi festeggiò con me. È sempre stato un mio grande amico, è stato stupendo vedere ciò che ha fatto in carriera. Finalmente vincemmo anche la Champions League che ha chiuso un cerchio, un percorso. La finale si giocò a Parigi e per me fu un momento particolare visti i trascorsi. Un gol iconico che ho segnato è quello al Chelsea. In un certo senso c’è un po’ di samba, il movimento ricorda un passo di danza. Mi è venuto naturale sono sincero, non lo avevo preparato. Però devo dire che è venuto molto bene. Nel 2005 vincemmo anche in casa del Real Madrid 3-0 e feci due gol. Il Bernabeu si alzò in piedi per applaudire, non me lo sarei mai aspettato. È un qualcosa che ancora oggi mi porto dietro con felicità è orgoglio. Uno dei momenti più speciali della mia carriera”.

“Il passaggio al Milan è stato quasi naturale, parliamo di una delle squadre più forti al Mondo ed è un sogno per tutti i calciatori giocare con quella maglia. Due anni e mezzo indimenticabili: l’affetto dei tifosi, la gioia, il gol al derby come un momento speciale. Il Milan sta tornando a essere quella squadra in cui ho giocato, sono felice di vederlo ad altissimi livelli. PSG-Milan? È difficile scegliere, tutte le squadre in cui ho giocato fanno parte del mio cuore. Però al Milan fu un’esperienza unica. Ricordo ogni singolo istante. Giocatori top: Ibrahimovic, Pato, Gattuso, Maldini, Nesta, Beckham, Seedorf. Che squadra! Ancelotti è un grandissimo allenatore, uno dei più forti della storia. Personalmente è stato un piacere lavorare con lui”.
 

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Ronaldinho ala GDS:"Io ho sempre sorriso parecchio, il calcio è allegria. Purtroppo la mia vita non è sempre stata facile. Io ho perso presto il mio papà e purtroppo è venuta a mancare anche la mia mamma. È stato difficile, mio fratello devo ringraziarlo eternamente perché mi ha aiutato tantissimo. Giocava nel Gremio, ero sempre accanto a lui e anche io ho iniziato la mia carriera in questo club partendo dal futsal. Poi dopo tanti anni siamo stati anche avversari in Francia: lui giocava nel Montpellier e io nel Paris Saint-Germain".

"Il Brasile? Sin dal primo momento è stata una cosa molto importante e bella. Io ho firmato la prima vittoria del Brasile in un Mondiale Under 17. Mi ha cambiato la carriera perché dopo il Gremio mi mise in prima squadra. Ai tempi c’era Ronaldo il fenomeno, a me chiamarono Ronaldinho. Quello piccolo, per distinguerci. Nel giro di 5 anni poi sono passato dal Mondiale Under 17 a quello del 2002 vinto con una squadra di fenomeni. A volte mi capita di ricordare la prima convocazione con la nazionale maggiore, una gioia incredibile anche perché sono riuscito anche a segnare subito. Sono stato un predestinato grazie a Dio. Del Mondiale in Corea e Giappone la partita chiave per me fu quella con l’Inghilterra e il gol a Seaman. Ma anche l’assist per Rivaldo. Tolgo subito il dubbio su quella rete: io ho tirato, non ho crossato. Era uno spettacolo giocare in quel Brasile, non era un problema convivere con fenomeni come Rivaldo, Roberto Carlos, Ronaldo. Chi difendeva? Io no, direi gli altri otto”.

“La prima esperienza in Europa l’ho fatta a Parigi con il PSG. Fu mio fratello a convincermi ad accettare questa destinazione per iniziare a giocare fuori dal Brasile. Il passaggio dal Gremio al Paris non è stato semplice: calcio diverso, cultura diversa. Ed era un PSG molto diverso rispetto a quello attuale. Non giocava la Champions League e nemmeno altre competizioni ma era il progetto perfetto per il mio percorso e la mia crescita”.

"Il Barça' Quando sono arrivato la squadra non giocava in Europa anzi non è stato per nulla semplice. Abbiamo raggiunto la Champions League dopo il mio primo anno in cui siamo arrivati secondi. Scegliere il Barca però è stato semplice, tanti miei idoli sono passati da lì. Penso Romario, Ronaldo, Maradona. Loro non vincevano nulla dal ‘99. Il mio esordio con il Siviglia, il 3 settembre. Giocammo dopo la mezzanotte. Segnai un gol spettacolare, una gioia pazzesca e da lì in poi andò tutto alla grande e tornammo a vincere con regolarità”.

“Nel 2005 c’era un ragazzino che nella cantera del Barcellona giocava davvero bene. Era Messi. Il suo primo gol lo segnò su un mio assist che poi festeggiò con me. È sempre stato un mio grande amico, è stato stupendo vedere ciò che ha fatto in carriera. Finalmente vincemmo anche la Champions League che ha chiuso un cerchio, un percorso. La finale si giocò a Parigi e per me fu un momento particolare visti i trascorsi. Un gol iconico che ho segnato è quello al Chelsea. In un certo senso c’è un po’ di samba, il movimento ricorda un passo di danza. Mi è venuto naturale sono sincero, non lo avevo preparato. Però devo dire che è venuto molto bene. Nel 2005 vincemmo anche in casa del Real Madrid 3-0 e feci due gol. Il Bernabeu si alzò in piedi per applaudire, non me lo sarei mai aspettato. È un qualcosa che ancora oggi mi porto dietro con felicità è orgoglio. Uno dei momenti più speciali della mia carriera”.

“Il passaggio al Milan è stato quasi naturale, parliamo di una delle squadre più forti al Mondo ed è un sogno per tutti i calciatori giocare con quella maglia. Due anni e mezzo indimenticabili: l’affetto dei tifosi, la gioia, il gol al derby come un momento speciale. Il Milan sta tornando a essere quella squadra in cui ho giocato, sono felice di vederlo ad altissimi livelli. PSG-Milan? È difficile scegliere, tutte le squadre in cui ho giocato fanno parte del mio cuore. Però al Milan fu un’esperienza unica. Ricordo ogni singolo istante. Giocatori top: Ibrahimovic, Pato, Gattuso, Maldini, Nesta, Beckham, Seedorf. Che squadra! Ancelotti è un grandissimo allenatore, uno dei più forti della storia. Personalmente è stato un piacere lavorare con lui”.
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Da noi è arrivato al 50%. Ed era un alieno lo stesso.
Boh, tranne la prima partita in casa con il Bologna (persa 2-1) dove fece poesia, non ricordo chissà cosa. Sarà che non capivo molto di calcio come adesso, ma mi ha fatto incavolare come una bestia.

Il piede era pregiato, ma era un ex calciatore.
 

Jino

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Boh, tranne la prima partita in casa con il Bologna (persa 2-1) dove fece poesia, non ricordo chissà cosa. Sarà che non capivo molto di calcio come adesso, ma mi ha fatto incavolare come una bestia.

Il piede era pregiato, ma era un ex calciatore.

Pensa al contesto.

Oggi Dinho sarebbe illegale, anche quel Dinho, con noi in campo.

Con noi fece comunque 29 assist e 26 gol in 90 partite. Praticamente ha contribuito a 55 gol su 90 partite.

Tranne gli ultimi sei mesi con Allegri in cui era stato messo alla porta Ronaldinho ha raggiunto con noi la doppia cifra.
 
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Pensa al contesto.

Oggi Dinho sarebbe illegale, anche quel Dinho, con noi in campo.

Con noi fece comunque 29 assist e 26 gol in 90 partite. Praticamente ha contribuito a 55 gol su 90 partite.

Tranne gli ultimi sei mesi con Allegri in cui era stato messo alla porta Ronaldinho ha raggiunto con noi la doppia cifra.
Giocatore che se avesse avuto la professionalità di CR7 sarebbe sicuramente uno dei migliori tre di sempre. Nel 2005/06 era incredibile.

Io lo ricordo come un ex calciatore che aveva qualche colpo quando veniva motivato. Però è anche vero che è difficile non tenere conto di quello che era e di quello che è diventato, questo penso che incida nel mio giudizio. Quando penso a ´dinho penso ad altra cosa.
 

Jino

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Giocatore che se avesse avuto la professionalità di CR7 sarebbe sicuramente uno dei migliori tre di sempre. Nel 2005/06 era incredibile.

Io lo ricordo come un ex calciatore che aveva qualche colpo quando veniva motivato. Però è anche vero che è difficile non tenere conto di quello che era e di quello che è diventato, questo penso che incida nel mio giudizio. Quando penso a ´dinho penso ad altra cosa.

Se si parla prettamente di talento per esempio Ronaldinho ne aveva molto di più di Cristiano Ronaldo. Aggiungo e non mi sento di esagerare, non aveva nulla a togliere nemmeno a Messi, anzi come genialità ne aveva pure di più.

Se parlo di talento purissimo uno come Ronaldinho va a braccetto con Maradona.
 
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Se si parla prettamente di talento per esempio Ronaldinho ne aveva molto di più di Cristiano Ronaldo. Aggiungo e non mi sento di esagerare, non aveva nulla a togliere nemmeno a Messi, anzi come genialità ne aveva pure di più.

Se parlo di talento purissimo uno come Ronaldinho va a braccetto con Maradona.
Concordo in pieno. Proprio per questo l’ho detestato come pochi. Sono intollerante allo spreco di talento.
 

RickyB83

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Non sarà il più forte di sempre per continuità e serietà.. Però sicuramente è stato il più divertente se non che il più talentuoso..
 

Djici

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Ronaldinho e stato il calcio, il divertimento, la tecnica e la creatività allo stato PURO.

Chi non si è innamorato del calcio dopo averlo visto e irrecuperabile ?

A livello di talento e genialità non è secondo a nessuno
 
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