Riccio:"Musah porta velocità e fisico".

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Ricco, vice di Gattuso al Valencia, su Musah. Le dichiarazioni a Tuttosport

Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
 

7AlePato7

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Ricco, vice di Gattuso al Valencia, su Musah. Le dichiarazioni a Tuttosport

Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
Tecnicamente peggio di Kessiè secondo lui.
Andiamo bene, in pratica secondo lui ha piedi quadrati.
Ma un Enzo Le Fée no? Nun se po', c'è Guarpioli, quindi piedi quadrati on fire.
 

Swaitak

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Ricco, vice di Gattuso al Valencia, su Musah. Le dichiarazioni a Tuttosport

Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
Saranno riusciti a rovinarlo in solo 18 partite?
 

Ragnet_7

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Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
Tecnicamente peggio di Kessie praticamente ha due ferri da stiro al posto dei piedi
 
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Ricco, vice di Gattuso al Valencia, su Musah. Le dichiarazioni a Tuttosport

Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».

Stiamo riempiendo la rosa di giocatori che strappano,
come si può essere padroni del campo (dichiarazioni del coach) se le caratteristiche della maggior parte dei componenti è la progressione e velocità ?

Praticamente Gattuso con questi 11 potrebbe andare a nozze.
Tutti sotto palla e poi via appena si può, stile rugby.
 

Djici

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Stiamo riempiendo la rosa di giocatori che strappano,
come si può essere padroni del campo (dichiarazioni del coach) se le caratteristiche della maggior parte dei componenti è la progressione e velocità ?

Praticamente Gattuso con questi 11 potrebbe andare a nozze.
Tutti sotto palla e poi via appena si può, stile rugby.
Concordo.
Manca qualità.
I nostri strappano tutti palla al piede.
Ci sono anche pochi giocatori che chiedono la palla nello spazio.
La vogliono tutti sui piedi.
 
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Concordo.
Manca qualità.
I nostri strappano tutti palla al piede.
Ci sono anche pochi giocatori che chiedono la palla nello spazio.
La vogliono tutti sui piedi.

Ad oggi,
non vedo risolto, per caratteristiche, il problema che abbiamo avuto nello scardinare difese di squadre chiuse, basse...

vediamo se intervengono per portare un pò più di fantasia, visione di gioco.
 
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Concordo.
Manca qualità.
I nostri strappano tutti palla al piede.
Ci sono anche pochi giocatori che chiedono la palla nello spazio.
La vogliono tutti sui piedi.
Purtroppo nel calcio di oggi, il giocatore tecnico viene mangiato a colazione se non è più che sveglio.

Vedi CDK
 
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Ricco, vice di Gattuso al Valencia, su Musah. Le dichiarazioni a Tuttosport

Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
Parte come alternativa di Loftus, ma lavorandoci su tatticamente può diventare un filtro da mediano centrale.

Comunque non resta che aspettare la stagione per capire come vogliono giocare, io una mezza idea ce l'ho e l'ho già espressa.
Poi secondo me la qualità complessiva in mezzo non è diminuita, anzi, Loftus è sottovalutato tecnicamente, e Reijnders è giocatore calcisticamente intelligente dal quale passerà gran parte del gioco, anche partendo decentrato a sinistra.

Considerando che Bennacer non è un regista, ma alternativo a una delle due mezzali, probabilmente manca ancora qualcosa davanti alla difesa, con caratteristiche diverse da tutti gli altri attualmente in rosa.

Era comunque illusorio aspettarsi un radicale cambio di filosofia mantenendo lo stesso allenatore. Personalmente sono ottimista perché le basi erano già buone e i calciatori arrivati sono tutti adatti alle intenzioni. In attacco poi abbiamo fatto un salto di qualità allucinante.
 
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Riccio, pariamo subito forte: dove può giocare Musah?
«Partiamo dal presupposto che i moduli canonici non esistono più, ma Yunus non occupa la posizione classica del play. La posizione nella quale si trova di più a suo agio è quella di mezzala, meglio a destra rispetto a sinistra dove ha giocato in Nazionale al Mondiale. Nella fase di non possesso può giocare sia come mezzo di destra, ma anche come uno dei due mediani con un centrocampo a due, perché ha una struttura fisica e una gamba che gli permettono di coprire il campo molto bene»

Quali sono le sue qualità migliori?
«È dotato di un grande stappo a livello di gamba, ha capacità di ribaltare velocemente l’azione e, pur non avendo grandissimi centimetri, si fa valere nei duelli aerei. Ha una grande esuberanza fisica. Non è ancora completo. È certamente un giocatore che ha grandi margini di miglioramento, direi enormi, visto che parliamo di un 2002».

Dove deve migliorare?
«In primis tecnicamente. Soprattutto nella trasmissione dei passaggi nello stretto e nella lettura delle situazioni. Anche nella scelta dell’ultimo passaggio deve imparare a prendere le decisioni giuste. Si trova spesso in una situazione di transizione rapida, sia in parità sia in superiorità numerica e lì dovrà leggere bene la situazione e prendere le decisioni giuste. Ma sono sicuro che lavorerà tanto con lo staff di Pioli sotto questo aspetto della lucidità».

È uno che ha gol nei piedi?
«Per me sì, ma anche qui deve aumentare il numero di gol che porta. Ne fa troppo pochi per le sue caratteristiche. Ha un gran tiro dal limite. Si fa valere sotto l’aspetto della balistica, ma anche qui deve crescere. Deve portare qualche gol in più».

Si sprecano già i paragoni con Franck Kessie. Lei che ha allenato entrambi, ci può dire se è su quella strada?
«No, non è un Kessie. Franck sapeva riconoscere molto di più gli spazi in cui andare a ricevere il pallone e a creare superiorità numerica. A livello tecnico, dal mio punto di vista, Kessie è superiore. Dalla sua Musah ha l’età e arriverà in un ambiente dove troverà persone che lo metteranno nelle migliori condizioni per potersi migliorare. C’è tanta qualità, sotto questo punto di vista, in chi lavora a Milanello. Pioli e il suo staff hanno migliorato sempre i giocatori che hanno avuto a disposizione e mi aspetto che lo facciano anche con Yunus».

In un calcio sempre più poliglotta, quanto sarà importante il fatto che Musah parla italiano?
«Sarà molto importante. Lui lo capisce e lo parla bene e nel periodo di adattamento alla Serie A e alle richieste di Pioli, questo sarà un fattore che gli farà bruciare qualche tappa. E poi anche l’ambiente Milan, Milanello, San Siro, sono tutte cose di grande impatto, specie per i giocatori che vengono da fuori».

Che ruolo aveva nel vostro Valencia?
«Era un giocatore fondamentale, anche se il contesto era decisamente diverso rispetto a quello del Milan. Yunus ti sorprende per la voglia di lavorare che ha, per la sua serietà e anche grande allegria, che fa sempre bene in allenamento. Porta entusiasmo. Ma ha anche una grande disciplina. Gli auguro di fare molto bene».
Io non sono affatto convinto pioli voglia giocare con le mezze ali, per me vuole 2 animali in mezzo al campo e un elemento più qualitativo qualche metro più avanti.
Tecnicamente è sempre un centrocampo a 3 ma alla spagnola, in stile siviglia storico, giusto per capirci.
Per me si va verso il 4231.

Pioli le catene di gioco e le mezze ali non le concepisce nemmeno.
 
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