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Recio, ex DS del Maiorca, alla GDS su Estupinan:"In Ecuador mi aveva stupito per la forza fisica e per il piede. Chiuse quel Sub 20 con 4 gol, il capocannoniere fu Lautaro con 5. Sono certo che non sentirà la pressione e si adatterà in fretta al vostro calcio. A San Siro vedrete lo stesso Pervis che mi stregò quel pomeriggio a Riobamba. Ricordo perfettamente i suoi occhi, decisi e determinati nel dover arrivare in Europa e farcela nel calcio. Però, devo correggermi: offensivamente troverete quel giocatore lì, mentre dal punto di vista difensivo è un altro. È migliorato in modo incredibile, soprattutto per disciplina e tattica”.
"Eravamo alla festa per la promozione. Io e lui avevamo parlato la settimana prima perché mi aveva chiesto di essere ceduto. Lo voleva l’Osasuna e lo avevano convinto. Ma durante i festeggiamenti, quando i tifosi si mettono a cantare il suo nome, lui si scioglie, mi abbraccia e scoppia a piangere. ‘Come faccio ad andare via da questa gente?’, mi sussurra. Io gli rispondo di godersela e di non pensarci. È un momento che conservo nel cuore e che fa capire che ragazzo è Estupiñán”.
Di Estupiñán ricordo le sedute tattiche per farlo migliorare in difesa. Era un disastro, soprattutto a livello di posizionamento. Quando è andato al Villarreal ho chiamato Emery e gli ho raccontato del lavoro fatto con lui, consigliandogli di insistere su quel fondamentale. Se vedete nei due anni successivi è cresciuto tantissimo”.
"Quando lo presi, lui veniva da un’annata buona con l’Almeria e da due stagioni difficili tra Udinese (solo di passaggio), Granada e Watford. Venne da me e mi chiese cosa vedevo in lui. ‘Hai un gran piede e puoi fare la differenza, ma se vuoi giocare ad alti livelli devi migliorare nell’attenzione difensiva. Mi ha preso alla lettera”.
"Ai tifosi rossoneri dico di avere fiducia, Pervis non è Theo, ma ha qualità importanti. È nel pieno della maturazione e se sia Emery che De Zerbi se ne sono innamorati un motivo ci sarà. Non soffrirà San Siro, è abituato a gestire la pressione ed è consapevole del suo valore”.
"Eravamo alla festa per la promozione. Io e lui avevamo parlato la settimana prima perché mi aveva chiesto di essere ceduto. Lo voleva l’Osasuna e lo avevano convinto. Ma durante i festeggiamenti, quando i tifosi si mettono a cantare il suo nome, lui si scioglie, mi abbraccia e scoppia a piangere. ‘Come faccio ad andare via da questa gente?’, mi sussurra. Io gli rispondo di godersela e di non pensarci. È un momento che conservo nel cuore e che fa capire che ragazzo è Estupiñán”.
Di Estupiñán ricordo le sedute tattiche per farlo migliorare in difesa. Era un disastro, soprattutto a livello di posizionamento. Quando è andato al Villarreal ho chiamato Emery e gli ho raccontato del lavoro fatto con lui, consigliandogli di insistere su quel fondamentale. Se vedete nei due anni successivi è cresciuto tantissimo”.
"Quando lo presi, lui veniva da un’annata buona con l’Almeria e da due stagioni difficili tra Udinese (solo di passaggio), Granada e Watford. Venne da me e mi chiese cosa vedevo in lui. ‘Hai un gran piede e puoi fare la differenza, ma se vuoi giocare ad alti livelli devi migliorare nell’attenzione difensiva. Mi ha preso alla lettera”.
"Ai tifosi rossoneri dico di avere fiducia, Pervis non è Theo, ma ha qualità importanti. È nel pieno della maturazione e se sia Emery che De Zerbi se ne sono innamorati un motivo ci sarà. Non soffrirà San Siro, è abituato a gestire la pressione ed è consapevole del suo valore”.
