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Alberto Polverosi sulla vittoria ottenuta dal Milan contro il Bari:
E' ricominciata esattamente come era finita, con una vittoria in Coppa Italia. Certo, quella del 15 maggio dell’anno scorso, 459 giorni fa, aveva un altro sapore per l’allora scatenato Allegri. Ne disse e ne fece di tutti i colori mentre la sua squadra alzava la Coppa Italia, dodicesimo trofeo di Max, l’unico delle ultime quattro stagioni della Juventus.
Quella finale vinta contro l’Atalanta costò ad Allegri due turni di squalifica in Coppa Italia, così ieri ha lasciato di nuovo a Marco Landucci la panchina di San Siro e si è sistemato in tribuna a godersi lo spettacolo. Siccome ci vuole sempre “della calma”, come dice lui medesimo, meglio fare subito chiarezza: il Bari, pur con tutta la sua volontà e la sua discreta qualità (per la Serie B), non può essere l’avversario adatto a fornire indicazioni serie e totalmente credibili sul primo Milan ufficiale di Massimiliano Allegri. Detto questo, le risposte arrivate dai trentaduesimi di Coppa Italia confortano e incoraggiano il lavoro del nuovo/vecchio allenatore rossonero, gli suggeriscono di continuare in quella direzione, ovvero difesa a tre, Leao centravanti, Pulisic ispiratore, due mezze ali (Loftus-Cheek e Fofana) che si inseriscono e arrivano al tiro, un regista vero (Ricci) e un movimento d’insieme che dà certezze alla squadra.
Il 10 che gioca da 9 è un’idea di Allegri, idea che l’interprete ha prima accettato, poi elaborato e infine valorizzato segnando il gol dell’1-0 da centravanti vero, colpo di testa in area piccola su cross di Tomori. Poi però Leao ha sentito il polpaccio indurirsi e ha deciso di uscire subito. L’esperimento, come tutto il resto, avrà bisogno di una verifica più sostanziosa. Con Gimenez, che ha preso il posto del portoghese, l’esperimento di trasformazione si è esaurito, visto che il suo ruolo è quello del centravanti. La domanda è ovvia: se al Milan arriverà un centravanti vero, Hojlund o Vlahovic, dove andrà Leao? Tornerà sulla fascia o giocherà al fianco del nuovo arrivato? E in questo secondo caso, Pulisic (già in splendide condizioni) si metterà alle spalle dei due attaccanti o resterà sull’esterno come ha fatto anche ieri sera? La risposta potrà arrivare solo a campionato iniziato.
La difesa a tre (Tomori-Gabbia-Pavlovic da destra a sinistra) ha superato un test troppo facile, come sarebbe quello di un universitario davanti a un esame di maturità. Tuttavia è sembrato che sia Pavlovic, sia Tomori (suo l’assist del gol di Leao) fossero a loro agio. Anche sul tipo di gara Allegri è stato ascoltato dalla squadra. Voleva una partita «di responsabilità» e così è stato. Il Milan ha cominciato subito ad attaccare, ha smesso solo dopo aver messo il risultato al sicuro e ha dato una sensazione simile a quella lasciata in questa estate dalla Juve: erano due squadre confuse, sempre alla ricerca di loro stesse, ecco, ora sembrano ritrovate e convinte di quanto stanno facendo. Vedremo quando a dare risposte certe sarà il campionato.
A metà ripresa nel Bari è entrato Verreth e il cuore di San Siro è diventato piccolo piccolo, come era successo durante il minuto di silenzio per ricordare il piccolo Elliott. Vorremmo tanto che il calcio, con la sua magia, riuscisse ad alleviare anche di poco, di pochissimo, la sofferenza di quel ragazzo che tutta Bari ha abbracciato, ma chissà se sarà possibile. E ancora San Siro protagonista quando è entrato Luka Modric, un boato per l’ex madridista, promessa di un nuovo spettacolo.
E' ricominciata esattamente come era finita, con una vittoria in Coppa Italia. Certo, quella del 15 maggio dell’anno scorso, 459 giorni fa, aveva un altro sapore per l’allora scatenato Allegri. Ne disse e ne fece di tutti i colori mentre la sua squadra alzava la Coppa Italia, dodicesimo trofeo di Max, l’unico delle ultime quattro stagioni della Juventus.
Quella finale vinta contro l’Atalanta costò ad Allegri due turni di squalifica in Coppa Italia, così ieri ha lasciato di nuovo a Marco Landucci la panchina di San Siro e si è sistemato in tribuna a godersi lo spettacolo. Siccome ci vuole sempre “della calma”, come dice lui medesimo, meglio fare subito chiarezza: il Bari, pur con tutta la sua volontà e la sua discreta qualità (per la Serie B), non può essere l’avversario adatto a fornire indicazioni serie e totalmente credibili sul primo Milan ufficiale di Massimiliano Allegri. Detto questo, le risposte arrivate dai trentaduesimi di Coppa Italia confortano e incoraggiano il lavoro del nuovo/vecchio allenatore rossonero, gli suggeriscono di continuare in quella direzione, ovvero difesa a tre, Leao centravanti, Pulisic ispiratore, due mezze ali (Loftus-Cheek e Fofana) che si inseriscono e arrivano al tiro, un regista vero (Ricci) e un movimento d’insieme che dà certezze alla squadra.
Il 10 che gioca da 9 è un’idea di Allegri, idea che l’interprete ha prima accettato, poi elaborato e infine valorizzato segnando il gol dell’1-0 da centravanti vero, colpo di testa in area piccola su cross di Tomori. Poi però Leao ha sentito il polpaccio indurirsi e ha deciso di uscire subito. L’esperimento, come tutto il resto, avrà bisogno di una verifica più sostanziosa. Con Gimenez, che ha preso il posto del portoghese, l’esperimento di trasformazione si è esaurito, visto che il suo ruolo è quello del centravanti. La domanda è ovvia: se al Milan arriverà un centravanti vero, Hojlund o Vlahovic, dove andrà Leao? Tornerà sulla fascia o giocherà al fianco del nuovo arrivato? E in questo secondo caso, Pulisic (già in splendide condizioni) si metterà alle spalle dei due attaccanti o resterà sull’esterno come ha fatto anche ieri sera? La risposta potrà arrivare solo a campionato iniziato.
La difesa a tre (Tomori-Gabbia-Pavlovic da destra a sinistra) ha superato un test troppo facile, come sarebbe quello di un universitario davanti a un esame di maturità. Tuttavia è sembrato che sia Pavlovic, sia Tomori (suo l’assist del gol di Leao) fossero a loro agio. Anche sul tipo di gara Allegri è stato ascoltato dalla squadra. Voleva una partita «di responsabilità» e così è stato. Il Milan ha cominciato subito ad attaccare, ha smesso solo dopo aver messo il risultato al sicuro e ha dato una sensazione simile a quella lasciata in questa estate dalla Juve: erano due squadre confuse, sempre alla ricerca di loro stesse, ecco, ora sembrano ritrovate e convinte di quanto stanno facendo. Vedremo quando a dare risposte certe sarà il campionato.
A metà ripresa nel Bari è entrato Verreth e il cuore di San Siro è diventato piccolo piccolo, come era successo durante il minuto di silenzio per ricordare il piccolo Elliott. Vorremmo tanto che il calcio, con la sua magia, riuscisse ad alleviare anche di poco, di pochissimo, la sofferenza di quel ragazzo che tutta Bari ha abbracciato, ma chissà se sarà possibile. E ancora San Siro protagonista quando è entrato Luka Modric, un boato per l’ex madridista, promessa di un nuovo spettacolo.

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