Pioli: ritorno a San Siro, "On fire". Ma...

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CorSport: Il prossimo incontro tra il Milan di Massimiliano Allegri e la Fiorentina di Stefano Pioli segnerà il ritorno di quest'ultimo a San Siro, un luogo di grandi successi per lui, ma si preannuncia come una sfida influenzata dalle assenze per infortunio in entrambe le squadre.


Pioli torna nello stadio che, ai tempi del Milan, lo vedeva acclamato dai tifosi al grido di "Pioli is on fire" e lo vide protagonista di un ciclo di quattro anni con risultati lusinghieri (uno scudetto, due secondi posti e una semifinale di Champions League). Nonostante l'incoraggiante inizio di stagione del Milan targato Allegri, il ritorno di Pioli sarà probabilmente un momento di affettuoso riconoscimento pubblico per il periodo vincente.

Il Milan che Pioli incontrerà è profondamente cambiato rispetto alla squadra che vinse il 19° scudetto. Di quel gruppo, rimangono pochi pilastri:

Mike Maignan (nonostante il contratto in scadenza) e Rafael Leão (definito da Ibrahimović il trascinatore di quella cavalcata). Fikayo Tomori e Matteo Gabbia (che all'epoca era ai margini). Altri esponenti, come Alexis Saelemaekers, sono fuori causa.
Il Milan arriva alla sfida con una squadra "mezzo team fuori uso" per i contrattempi subiti durante la sosta per le Nazionali, inclusi l'infortunio di Christian Pulišić e quello di Saelemaekers.

Pioli torna a San Siro alla guida di una Fiorentina attualmente in difficoltà e con una classifica deprimente. Anche i viola lamentano un'assenza pesante: quella di Moise Kean, uscito malconcio dall'impegno in Nazionale (nonostante fosse l'uomo gol e fosse rimasto a Firenze respingendo offerte arabe).

Pioli ha dimostrato di essere motivato a risollevare la Fiorentina; al suo ritorno a Firenze, aveva punzecchiato Allegri per aver dimenticato la Fiorentina tra le candidate alla zona Champions, appendendo l'articolo di giornale nello spogliatoio come stimolo.

Nonostante le assenze, la posta in gioco è alta: la partita arriva a metà ottobre, un momento in cui, come si afferma nel calcio, "chi si ferma è già perduto".

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Pioli torna nello stadio che, ai tempi del Milan, lo vedeva acclamato dai tifosi al grido di "Pioli is on fire" e lo vide protagonista di un ciclo di quattro anni con risultati lusinghieri (uno scudetto, due secondi posti e una semifinale di Champions League). Nonostante l'incoraggiante inizio di stagione del Milan targato Allegri, il ritorno di Pioli sarà probabilmente un momento di affettuoso riconoscimento pubblico per il periodo vincente.

Il Milan che Pioli incontrerà è profondamente cambiato rispetto alla squadra che vinse il 19° scudetto. Di quel gruppo, rimangono pochi pilastri:

Mike Maignan (nonostante il contratto in scadenza) e Rafael Leão (definito da Ibrahimović il trascinatore di quella cavalcata). Fikayo Tomori e Matteo Gabbia (che all'epoca era ai margini). Altri esponenti, come Alexis Saelemaekers, sono fuori causa.
Il Milan arriva alla sfida con una squadra "mezzo team fuori uso" per i contrattempi subiti durante la sosta per le Nazionali, inclusi l'infortunio di Christian Pulišić e quello di Saelemaekers.

Pioli torna a San Siro alla guida di una Fiorentina attualmente in difficoltà e con una classifica deprimente. Anche i viola lamentano un'assenza pesante: quella di Moise Kean, uscito malconcio dall'impegno in Nazionale (nonostante fosse l'uomo gol e fosse rimasto a Firenze respingendo offerte arabe).

Pioli ha dimostrato di essere motivato a risollevare la Fiorentina; al suo ritorno a Firenze, aveva punzecchiato Allegri per aver dimenticato la Fiorentina tra le candidate alla zona Champions, appendendo l'articolo di giornale nello spogliatoio come stimolo.

Nonostante le assenze, la posta in gioco è alta: la partita arriva a metà ottobre, un momento in cui, come si afferma nel calcio, "chi si ferma è già perduto".
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