- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 238,828
- Reaction score
- 43,784
Stefano Pioli a Repubblica sul Milan:"Gazidis e il fondo Elliott sono stati di parola: mi avevano detto che sarei stato giudicato alla fine. Non aveva senso, né era il mio obiettivo, perdere energie in cose che non potevo controllare. Mi sono concentrato sul mio lavoro».
"Ibra?Lui rende tutto facile. Ha insegnato ai giovani la serietà, la competitività in ogni singolo allenamento. È il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Sono segnali fortissimi. Zlatan ha un grande rispetto dei ruoli. È l’esempio quotidiano di come si resta ad alto livello. Insegna a non accontentarsi mai Paolo, Gazidis, Massara, io, tutti siamo convinti che debba continuare con noi. Dalla trattativa economica è giusto che io resti fuori, ma siamo tutti consapevoli di quello che ha dato».
"Gigio? È già tra i primi 3-4 portieri al mondo e diventerà il migliore. Non immagino neanche il Milan senza di lui».
"Obiettivo Champions? Il Milan deve tornarci. Però il gap col quarto posto è di 12 punti, non facile da colmare. Bisogna consolidare e migliorare il livello attuale, col bel gioco. Nessun obiettivo va scartato, puntiamo anche all’Europa League: 3 settimane di vacanza e subito il massimo".
Ancora Pioli:"«Io non sono proprio andato a vedere come giocavano le squadre di Rangnick, mai. Mi sono concentrato sul mio lavoro con i giocatori, con lo staff, con Maldini, con Massara, con i medici, con i fisioterapisti: unità e coesione, nella fase delicatissima del coronavirus. E il club ci ha sempre fatto sentire sicuri".
"Al Milan il campionato post Covid? È limitativo. Nel 2020 solo l’Atalanta ha fatto più punti. Abbiamo perso solo il derby, dopo un grande primo tempo, e col Genoa, dopo le cose successe in settimana. Poi vincere contro chi ci stava davanti ci ha dato più spinta
"Ora siamo un esempio? Posso dire che abbiamo usato serietà e buon senso. Giocatori liberi per le prime 2-3 settimane, con le famiglie. Poi lavori di gruppo al video, ricondizionamento fisico e al ritorno a Milanello carichi atletici progressivi. Ma soprattutto ci siamo concentrati sulle motivazioni: sapevamo di avere qualità, non sempre dimostrate".
"Molti giocatori liberi dalla pressione di San Siro? Non condivido. La seconda parte della stagione è stata inusuale e il nostro pubblico è giustamente esigente, ma in pochi stadi ricevi tanta passione. I giocatori non vedono l’ora, Covid permettendo, di ritrovare l’abbraccio di San Siro. Sarà un fattore in più per consolidare gli ultimi risultati".
"Cosa mi chiesero Maldini e Boban? Di provarci: secondo loro la squadra poteva ottenere risultati migliori e un gioco convincente".
"Il patto di gennaio con Ibra? Mi informavo delle sue condizioni atletiche dopo l’inattività. In uno dei quei confronti lui mi disse: tu decidi e io rispetterò sempre le tue scelte. Tutti abbiamo imparato da lui. È l’esempio quotidiano di come si resta ad alto livello. Insegna a non accontentarsi mai".
"Svolta Kessie? Comunicare con la Costa d’Avorio era difficile, ma io e lui abbiamo sempre mantenuto i contatti: può essere scattato qualcosa di diverso. Mi piace che abbia detto, a 24 anni, di sentirsi un veterano che deve dare l’esempio".
"Ho chiesto una ristrutturazione di Milanello? Piccole migliorie: le camere e le zone spogliatoi e staff. È il più bel posto al mondo per lavorare, in alcune parti un po’ datato
"Guai a perdere Theo, Donnarumma, Leao e Bennacer? Hernandez era al primo anno in Italia: si ritroverà il bagaglio che ha ampliato. Bennacer giocava per la prima volta in un grande club e Leao, col suo potenziale, dovrà dare per forza risultati superiori. E poi ci sono Rebic, Çalhanoglu, Romagnoli, Kjaer. Bastano pochi innesti mirati".
"I punti di riferimento? Guardiola e Klopp, al massimo livello. Ma non ho preclusioni, prendo spunto da tante situazioni: le palle inattive, ad esempio, le ho prese dall’America di Calì".
"Lettera ai milanisti? Cari tifosi, rivediamoci il prima possibile: è giusto che il Milan torni ai suoi livelli".
"Ibra?Lui rende tutto facile. Ha insegnato ai giovani la serietà, la competitività in ogni singolo allenamento. È il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Sono segnali fortissimi. Zlatan ha un grande rispetto dei ruoli. È l’esempio quotidiano di come si resta ad alto livello. Insegna a non accontentarsi mai Paolo, Gazidis, Massara, io, tutti siamo convinti che debba continuare con noi. Dalla trattativa economica è giusto che io resti fuori, ma siamo tutti consapevoli di quello che ha dato».
"Gigio? È già tra i primi 3-4 portieri al mondo e diventerà il migliore. Non immagino neanche il Milan senza di lui».
"Obiettivo Champions? Il Milan deve tornarci. Però il gap col quarto posto è di 12 punti, non facile da colmare. Bisogna consolidare e migliorare il livello attuale, col bel gioco. Nessun obiettivo va scartato, puntiamo anche all’Europa League: 3 settimane di vacanza e subito il massimo".
Ancora Pioli:"«Io non sono proprio andato a vedere come giocavano le squadre di Rangnick, mai. Mi sono concentrato sul mio lavoro con i giocatori, con lo staff, con Maldini, con Massara, con i medici, con i fisioterapisti: unità e coesione, nella fase delicatissima del coronavirus. E il club ci ha sempre fatto sentire sicuri".
"Al Milan il campionato post Covid? È limitativo. Nel 2020 solo l’Atalanta ha fatto più punti. Abbiamo perso solo il derby, dopo un grande primo tempo, e col Genoa, dopo le cose successe in settimana. Poi vincere contro chi ci stava davanti ci ha dato più spinta
"Ora siamo un esempio? Posso dire che abbiamo usato serietà e buon senso. Giocatori liberi per le prime 2-3 settimane, con le famiglie. Poi lavori di gruppo al video, ricondizionamento fisico e al ritorno a Milanello carichi atletici progressivi. Ma soprattutto ci siamo concentrati sulle motivazioni: sapevamo di avere qualità, non sempre dimostrate".
"Molti giocatori liberi dalla pressione di San Siro? Non condivido. La seconda parte della stagione è stata inusuale e il nostro pubblico è giustamente esigente, ma in pochi stadi ricevi tanta passione. I giocatori non vedono l’ora, Covid permettendo, di ritrovare l’abbraccio di San Siro. Sarà un fattore in più per consolidare gli ultimi risultati".
"Cosa mi chiesero Maldini e Boban? Di provarci: secondo loro la squadra poteva ottenere risultati migliori e un gioco convincente".
"Il patto di gennaio con Ibra? Mi informavo delle sue condizioni atletiche dopo l’inattività. In uno dei quei confronti lui mi disse: tu decidi e io rispetterò sempre le tue scelte. Tutti abbiamo imparato da lui. È l’esempio quotidiano di come si resta ad alto livello. Insegna a non accontentarsi mai".
"Svolta Kessie? Comunicare con la Costa d’Avorio era difficile, ma io e lui abbiamo sempre mantenuto i contatti: può essere scattato qualcosa di diverso. Mi piace che abbia detto, a 24 anni, di sentirsi un veterano che deve dare l’esempio".
"Ho chiesto una ristrutturazione di Milanello? Piccole migliorie: le camere e le zone spogliatoi e staff. È il più bel posto al mondo per lavorare, in alcune parti un po’ datato
"Guai a perdere Theo, Donnarumma, Leao e Bennacer? Hernandez era al primo anno in Italia: si ritroverà il bagaglio che ha ampliato. Bennacer giocava per la prima volta in un grande club e Leao, col suo potenziale, dovrà dare per forza risultati superiori. E poi ci sono Rebic, Çalhanoglu, Romagnoli, Kjaer. Bastano pochi innesti mirati".
"I punti di riferimento? Guardiola e Klopp, al massimo livello. Ma non ho preclusioni, prendo spunto da tante situazioni: le palle inattive, ad esempio, le ho prese dall’America di Calì".
"Lettera ai milanisti? Cari tifosi, rivediamoci il prima possibile: è giusto che il Milan torni ai suoi livelli".