Partita la trattativa. Qui ci vedo bene la mano di Han Li: sta osservando i social media, anche cinesi, bombardati dai tifosi rossoneri che invocano Belotti, ha intuito che è lui l'uomo copertina della prossima campagna acquisti del club, lo squillo di tromba del nuovo che avanza come lo fu il Gullit dal PSV nel maggio di trent'anni fa per il Milan di Berlusconi, ed ha ordinato di procedere. Petrachi ha già alzato le barricate sul prezzo, in modo provocatorio parlando di un Milan non da top club, sì da stimolare l'orgoglio e l'ambizione di proprietà e dirigenti che vorranno rispondergli con i fatti. Per Belotti, lo sappiamo, la questione è irrilevante, lui è milanista vero e genuino, viene dalla gavetta, non ha ambizioni immediate, vuole crescere e intende farlo nella squadra del cuore, che vuole crescere con lui. A differenza di Morata e Aubameyang, l'acquisto di Belotti può essere finanziato anche con parziali contropartite tecniche, gradite dal Torino. Insomma, 'sto matrimonio s'ha da fare, ci vorrà pazienza e pecunia, dovremo forse prendere l'ombrellone come per Nesta quindici anni fa, ma alla fine dobbiamo avere ragione. Certo, una parola del Gallo con Cairo servirà per smussare gli angoli più duri, ma al momento giusto arriverà. Avanti, proviamoci.