Si può dire il peggio possibile di Seedorf come persona, come allenatore o persino come giocatore (ben me ne guardo in tutti e tre i casi), ma non ho mai ben compreso l'assurda rivisitazione che ha sempre subito la sua esperienza al Milan dopo Allegri.
Intanto i numeri: chi c'era prima fece 22 punti nel girone di andata, lui subentrando ne fece 35 in quello di ritorno con lo stesso numero di partite.
Certo ebbe difficoltà iniziale, ma evidentemente era stato chiamato per iniziare un percorso che avrebbe dovuto avere sbocchi dalla stagione successiva, e francamente alcuni brani di gara (penso alla partita contro la Juve ed a quella di andata a dir poco eccellente contro l'Atletico Madrid) oltre alla serie di risultati positivi avevano fatto pensare in grande.
Mi rifiuto di credere che ancora qualcuno abbia dubbi sul fatto che ci sia stata una clamorosa rivolta interna nei suoi confronti e nei suoi metodi, con persino una faida interna tra i due AD (fu Barbara a pretendere la cacciata di Allegri uscendo anche in pubblico contro Galliani, il quale due mesi prima si era addirittura dimesso), e sicuramente l'utilizzo della vecchia guardia da parte dell'antennista anche a favore della candidatura di Inzaghi (clamorosa la presenza in blocco di Bonera, Montolivo e soci in una partita della primavera di Pippo).
Senza scomodare anche le parole inaccettabili di Tassotti, che ha inspiegabilmente sbroccato fuori dal suo ruolo e dal suo personaggio a prescindere da qualsiasi mail avesse ricevuto nella notte, e quelle voci riportate da capo ultras secondo cui Clarence volesse ricostruire mezza squadra (guarda un po' che strano), che hanno dato benzina alla rivolta ed addirittura a quella specie di tutorato che Seedorf ha dovuto subire dopo due sconfitte consecutive (salvo poi non cambiare mai nulla delle sue idee, per inciso).
Quindi la critica ci può sempre stare e poteva benissimo non piacere l'idea di calcio che traspariva, ma la rivisitazione in senso assoluto di quei suoi 4 mesi francamente fatico ad assimilarla.