Ordine:"Pioli al capolinea. Anche lui lo sa".

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Come ampiamente anticipato su questi lidi, dopo averlo portato alle stelle, è iniziata l'opera di demolizione di Pioli. Ecco l'immarcescibile Franco Ordine, dal Corriere dello Sport, con la solita piroetta a 360 gradi:

"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".
 

malos

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Come ampiamente anticipato su questi lidi, dopo averlo portato alle stelle, è iniziata l'opera di demolizione di Pioli. Ecco l'immarcescibile Franco Ordine, dal Corriere dello Sport, con la solita piroetta a 360 gradi:

"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".

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Sono ammirato da come da anni questi saltimbanchi facciano le capriole ad ogni sospiro del padrone. Ci vuole abilità e faccia tosta.
 
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Come ampiamente anticipato su questi lidi, dopo averlo portato alle stelle, è iniziata l'opera di demolizione di Pioli. Ecco l'immarcescibile Franco Ordine, dal Corriere dello Sport, con la solita piroetta a 360 gradi:

"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".

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Incredibile il dietrofront di tutti questi giornalai ed opinionisti pagliacci, che marmaglia
 
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Come ampiamente anticipato su questi lidi, dopo averlo portato alle stelle, è iniziata l'opera di demolizione di Pioli. Ecco l'immarcescibile Franco Ordine, dal Corriere dello Sport, con la solita piroetta a 360 gradi:

"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".

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Beh, hanno voltato le spalle in 24 ore a maldini, cosa volete che sia ripudiare pioli?
Questi per 30 denari venderebbero i loro cari.
 

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"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".
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"I primo a conoscere il destino ormai segnato di Stefano Pioli al ritorno da Roma è proprio Stefano Pioli. Una sua frase, giovedì notte, ne é stata pubblica testimonianza. Ha dettato ai cronisti: «Abbiate pazienza qualche settimana, fate fi nire il campionato e poi con la società CI metteremo seduti e valuteremo». L’espressione, educata, con il linguaggio dei social di oggi equivale più o meno a una confessione tipo “tranquilli, avrete presto il mio scalpo, non adesso ma a fi ne maggio”. Oltre alla consapevolezza del proprio stato decisamente precario sulla panchina del Milan e al rischio fi nale di trasformare il suo quinquennio in un deserto calcistico a dispetto dei risultati collezionati e dello scudetto (“il più bello di sempre” la defi nizione della curva sud) vinto tre anni prima non un secolo fa, Stefano Pioli è il primo a sapere e a rendersi conto che sul suo ciclo a Milanello è calato il sipario. Di sicuro avrà da raccontare anche le sue verità al momento opportuno, spiegando il misterioso corto circuito che ha incenerito il Milan reduce da 7 successi consecutivi, ma dinanzi alle due sconfi tte rumorose e dannate rimediate contro la Roma in Europa league, sa da solo che nemmeno un eventuale e improbabile successo nel derby di lunedì potrebbe cancellare l’opinione dei social, il malumore dei tifosi e l’imbarazzo del management del club che l’ha difeso con le unghie e con i denti tutte le volte che è stato interrogato fi no a qualche giorno fa. Chissà se un giorno sarà in grado di spiegare quel che è avvenuto nei 190 minuti al cospetto di Daniele De Rossi che l’ha incartato all’andata e lo ha imbrigliato al ritorno intuendo fi n dalle prime ore di giovedì la mossa di schierare Musah a destra, scelta molto discutibile e chiacchierata. La resa nelle due partite da parte di tutto il Milan non ha al momento una spiegazione attendibile. Si può spegnere la luce all’intero schieramento oltre che alle sue pedine simbolo? Non solo. Ma sempre Stefano Pioli in una confessione di qualche mese fa, all’alba del 2024 che sembrava promettere un rinascimento rossonero, fece sapere ai cronisti radunati a Milanello che «avrebbe cambiato del 2023 solo una cosa» e cioè i cinque derby persi di fi la, uno più distruttivo dell’altro per la sua credibilità presso i tifosi in particolare che dopo averlo osannato lo hanno “seviziato” con le campagne “pioliout”. Per questo motivo il distacco dal Milan dove si è trovato a meraviglia e dove sarebbe rimasto a vita grazie all’intesa perfetta con tutte le componenti sarà comunque doloroso e segnerà probabilmente per lo stesso club l’inizio di un altro ciclo con una quota maggiore di rischi e di incertezze legate in particolare alla scelta del successore e agli sviluppi della pratica stadio San Donato che è diventato ora l’unico sviluppo assicurato per i prossimi anni in materia di aumento dei ricavi".
Cardinale, Furlani, Pioli, Suma, Pellegatti, Ordine, ecc.. ecc..
Un circolo di sapientini di sta gran cippa, quanto mi stanno sulle balle
 

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