Ordine:"Milan, gli acquisti sospesi e le analogie col Napoli".

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Ordine dal CorSport: Il reale valore della rosa messa a disposizione di Max Allegri è sotto gli occhi di tutti e non meriterebbe nemmeno una sottolineatura se non ci fosse il solito giochino dei “no Max” a nascondere i limiti (appena 19 calciatori di movimento, con alcuni tipo Odogu, Athekame più Jashari per ko quasi mai utilizzati) e ad esaltare il vantaggio di giocare solo il campionato senza le coppe europee. Dal mese di agosto, Allegri non ha avuto pace e spesso ha dovuto arrangiarsi, specie in attacco oltre che a centrocampo appena gli sono venuti a mancare prima Leao e poi Pulisic, quindi Jashari dall’inizio e poi Rabiot. Puntualmente il problema si è riproposto ieri appena a Milanello è arrivata la notizia dell’influenza che ha colpito Christian Pulisic, rientrato parzialmente a Roma con la Lazio in Coppa Italia dopo aver saltato quasi 5 sfide tra una sosta e l’altra di nazionale. È stupefacente come Max Allegri subisca tutti questi colpi bassi senza mai un lamento, anzi infiocchettando i suoi interventi con robuste dosi di motivazioni dedicate ai suoi («con le buone o con le cattive bisogna qualificarsi per la prossima Champions, serviranno 74-76 punti») per non disperdere inutili energie nervose a rimpiangere quel che potrebbe o non potrebbe arrivare dal prossimo mercato di gennaio.

Perché l’orientamento, ufficioso, del club è quello noto. Tare, il ds, adotta la solita formula («Se ci sarà qualche opportunità, la coglieremo») che vuol dire tutto e niente secondo classica comunicazione del calcio italiano. La priorità è rimpolpare la qualità della difesa (Odogu fin qui ha giocato solo con Milan Futuro) e poi dotare l’attacco di un centravanti che faccia da scorta armata nei confronti di Leao. Gimenez è alle prese con una disastrosa autostima più che con problemi autentici alla caviglia, Nkunku fin qui non ha dato alcun segnale di integrazione nel calcio italiano e in quello adottato dai rossoneri che pure dovrebbe esaltare la sua maggiore qualità, la velocità. Se non dovesse arrivare alcun contributo dal mercato, la conclusione sarebbe scontata: se ne assumeranno la responsabilità dirigenti e azionista. Allegri fa finta di niente. L’unica speranza che non confessa a nessuno è la seguente. Continuano a cogliere analogie col cammino del Napoli nella passata stagione. Bene: l’importante che a gennaio non gli vendano un big come fece De Laurentiis con Kvara rimpiazzandolo con Okafor. Perché allora sarebbe davvero troppo!

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Ordine dal CorSport: Il reale valore della rosa messa a disposizione di Max Allegri è sotto gli occhi di tutti e non meriterebbe nemmeno una sottolineatura se non ci fosse il solito giochino dei “no Max” a nascondere i limiti (appena 19 calciatori di movimento, con alcuni tipo Odogu, Athekame più Jashari per ko quasi mai utilizzati) e ad esaltare il vantaggio di giocare solo il campionato senza le coppe europee. Dal mese di agosto, Allegri non ha avuto pace e spesso ha dovuto arrangiarsi, specie in attacco oltre che a centrocampo appena gli sono venuti a mancare prima Leao e poi Pulisic, quindi Jashari dall’inizio e poi Rabiot. Puntualmente il problema si è riproposto ieri appena a Milanello è arrivata la notizia dell’influenza che ha colpito Christian Pulisic, rientrato parzialmente a Roma con la Lazio in Coppa Italia dopo aver saltato quasi 5 sfide tra una sosta e l’altra di nazionale. È stupefacente come Max Allegri subisca tutti questi colpi bassi senza mai un lamento, anzi infiocchettando i suoi interventi con robuste dosi di motivazioni dedicate ai suoi («con le buone o con le cattive bisogna qualificarsi per la prossima Champions, serviranno 74-76 punti») per non disperdere inutili energie nervose a rimpiangere quel che potrebbe o non potrebbe arrivare dal prossimo mercato di gennaio.

Perché l’orientamento, ufficioso, del club è quello noto. Tare, il ds, adotta la solita formula («Se ci sarà qualche opportunità, la coglieremo») che vuol dire tutto e niente secondo classica comunicazione del calcio italiano. La priorità è rimpolpare la qualità della difesa (Odogu fin qui ha giocato solo con Milan Futuro) e poi dotare l’attacco di un centravanti che faccia da scorta armata nei confronti di Leao. Gimenez è alle prese con una disastrosa autostima più che con problemi autentici alla caviglia, Nkunku fin qui non ha dato alcun segnale di integrazione nel calcio italiano e in quello adottato dai rossoneri che pure dovrebbe esaltare la sua maggiore qualità, la velocità. Se non dovesse arrivare alcun contributo dal mercato, la conclusione sarebbe scontata: se ne assumeranno la responsabilità dirigenti e azionista. Allegri fa finta di niente. L’unica speranza che non confessa a nessuno è la seguente. Continuano a cogliere analogie col cammino del Napoli nella passata stagione. Bene: l’importante che a gennaio non gli vendano un big come fece De Laurentiis con Kvara rimpiazzandolo con Okafor. Perché allora sarebbe davvero troppo!

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Furlani non pagherà mai.

Evidentemente il suo modo di gestire un club di calcio alla proprietà piace : quest'anno senza introiti della coppa si incassa x invece di 2x ?
E la rosa deve costare y invece di 2y.
E così hanno fatto.

Un segno - in bilancio nemmeno lo considerano.
Investire oggi per crescere domani non concepito.
Rischiare qualcosa per avere un riscontro domani non concepito.


Siamo gestiti come la Lazio di lotito.

E attenzione che dentro questa gestione oculata ,per usare un eufemismo, cadono i rinnovi e i mancati rinnovi e le cessioni illustri.

Maldini decapitato dopo lo scudetto non a caso : si era raggiunto un apice sportivo che avrebbe richiesto investimenti.
Meglio tornare nel cono d'ombra.


Allegri e tare per lo meno hanno riportato a Milanello calcio e valori umani perché lo scorso anno non c'erano nemmeno questi e la squadra era impregnata del nulla cosmico societario.

E attenzione che la caduta del calcio italiano, inteso come movimento e come nazionale, è legato a doppio filo a queste logiche aziendali.
Aprirò a breve una discussione.
 

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