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Franco Ordine sul Milan, dal Corsport oggi in edicola:
Se prima Paulo Fonseca («con questo Milan sembra di vivere sulle montagne russe») e adesso Sergio Conceiçao («sono preoccupato e penso a cosa fare per cambiare l’ambiente dentro e fuori dallo spogliatoio») si ritrovano in perfetta sintonia nel giudicare il male oscuro del Milan, allora c’è da poco da discutere. Per capirsi al volo: se il primo medico specialista chiamato al capezzale del paziente sottoscrive una diagnosi che viene confermata puntualmente dal secondo medico specialista, allora il problema non è più il dottore ma il paziente. E nel nostro caso le caratteristiche del Milan che documentano il continuo oscillare tra “le discese ardite e le risalite”, senza mai tracciare una traiettoria costante della durata di più settimane. L’eccezione a questa regola fu in occasione dello sprint finale nella stagione dello scudetto 2022 con Pioli allenatore e Maldini-Massara responsabili dell’area tecnica. Da allora, specie i due esponenti di spicco, Theo Hernandez e Leao (più Maignan per problemi fisici), hanno sempre vissuto sull’altalena. Ma non è questo l’unico “virus” col quale Conceiçao è costretto a fare i conti. C’è anche dell’altro e riguarda naturalmente la costruzione estiva della rosa (e la struttura operativa tecnica del club ancora senza ds attualmente). Da qualche parte - qui al Corsport - fu segnalata l’esigenza di sostituire la partenza, in contemporanea, di Giroud e Kjaer, i due leader indiscussi, con altrettanti rappresentanti della razza speciale che è una delle caratteristiche indispensabili per far crescere una rosa di giovani promettenti talenti. Ibra e Kjaer, arrivati a gennaio 2020, furono la chiave di volta durante il primo Pioli per alzare l’intensità degli allenamenti inserendo due leader riconosciuti e rispettati, non eletti. Morata è stato un timido tentativo di porre rimedio, il prossimo arrivo di Walker dal City è la conferma che quel vuoto deve essere colmato. Adesso tutti i riflettori sono puntati sul mercato per cogliere la volontà effettiva - di proprietà e area tecnica - di rimediare agli errori commessi. Walker è la prima “toppa”: da sola non può bastare. Si discute molto dell’utilità strategica di cedere Tomori, sempre alla Juve, rafforzando il rivale che ha appena ricacciato il Milan fuori dalla lotta alla zona Champions. Tomori non è Nesta, la cifra eventuale di 30 milioni da incassare farebbe comodo ma il vero quesito sul punto è: con quei soldi riuscirebbero i nostri eroi ad arruolare un altro difensore centrale di eguale o maggior valore tecnico?
Se prima Paulo Fonseca («con questo Milan sembra di vivere sulle montagne russe») e adesso Sergio Conceiçao («sono preoccupato e penso a cosa fare per cambiare l’ambiente dentro e fuori dallo spogliatoio») si ritrovano in perfetta sintonia nel giudicare il male oscuro del Milan, allora c’è da poco da discutere. Per capirsi al volo: se il primo medico specialista chiamato al capezzale del paziente sottoscrive una diagnosi che viene confermata puntualmente dal secondo medico specialista, allora il problema non è più il dottore ma il paziente. E nel nostro caso le caratteristiche del Milan che documentano il continuo oscillare tra “le discese ardite e le risalite”, senza mai tracciare una traiettoria costante della durata di più settimane. L’eccezione a questa regola fu in occasione dello sprint finale nella stagione dello scudetto 2022 con Pioli allenatore e Maldini-Massara responsabili dell’area tecnica. Da allora, specie i due esponenti di spicco, Theo Hernandez e Leao (più Maignan per problemi fisici), hanno sempre vissuto sull’altalena. Ma non è questo l’unico “virus” col quale Conceiçao è costretto a fare i conti. C’è anche dell’altro e riguarda naturalmente la costruzione estiva della rosa (e la struttura operativa tecnica del club ancora senza ds attualmente). Da qualche parte - qui al Corsport - fu segnalata l’esigenza di sostituire la partenza, in contemporanea, di Giroud e Kjaer, i due leader indiscussi, con altrettanti rappresentanti della razza speciale che è una delle caratteristiche indispensabili per far crescere una rosa di giovani promettenti talenti. Ibra e Kjaer, arrivati a gennaio 2020, furono la chiave di volta durante il primo Pioli per alzare l’intensità degli allenamenti inserendo due leader riconosciuti e rispettati, non eletti. Morata è stato un timido tentativo di porre rimedio, il prossimo arrivo di Walker dal City è la conferma che quel vuoto deve essere colmato. Adesso tutti i riflettori sono puntati sul mercato per cogliere la volontà effettiva - di proprietà e area tecnica - di rimediare agli errori commessi. Walker è la prima “toppa”: da sola non può bastare. Si discute molto dell’utilità strategica di cedere Tomori, sempre alla Juve, rafforzando il rivale che ha appena ricacciato il Milan fuori dalla lotta alla zona Champions. Tomori non è Nesta, la cifra eventuale di 30 milioni da incassare farebbe comodo ma il vero quesito sul punto è: con quei soldi riuscirebbero i nostri eroi ad arruolare un altro difensore centrale di eguale o maggior valore tecnico?
