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Franco Ordine dal CorSport in edicola: l'atto di accusa, incredibilmente acido, di Paulo Fonseca nei confronti dell’arbitro La Penna (per il primo gol convalidato all’Atalanta e per qualche precedente) non può e non deve distrarre il Milan dalla polpa della partita di Bergamo. Perché in quella polpa c’è tutta la spiegazione alla stagione diventata ai primi di dicembre una gigantesca delusione. È vero: le fonti del club hanno fatto sapere che il management è schierato al fianco del proprio allenatore nella polemica con l’arbitro ma non hanno nascosto sotto il tappeto la parte calcistica censurabile (della ripresa). Morata, un leader naturale, lo ha declinato chiaramente pochi minuti dopo Fonseca: «Non abbiamo perso per colpa dell’arbitro». Bravo. Che il trio Furlani-Ibra-Moncada abbiano off erto solidarietà a Fonseca è comprensibile: il campionato è andato, anche la rincorsa alla zona Champions è virtualmente compromessa, sono rimaste a disposizione la coppa Italia e il generoso tentativo di recuperare un piazzamento in Champions. Ma chi si occupa della famosa “polpa” di Bergamo non può quindi tacere dinanzi a una serie di responsabilità ben precise e distribuite. Cominciamo dalla scelta estiva di Fonseca ignorando altre candidature cavalcate da critica e tifoseria (Antonio Conte, nda): sapevano bene a casa Milan che andavano incontro a un bel rischio. L’eventuale fl op sarebbe ricaduto sì sulle spalle di Fonseca ma avrebbe coinvolto proprio coloro i quali lo hanno scelto offrendogli la panchina in cambio di un mercato a scatola chiusa, deciso e realizzato dal club. Fonseca ha ignorato per troppe settimane che il problema numero uno del gruppo era ed è rimasto l’equilibrio oltre che la capacità di difendere meglio nei singoli. Ha compiuto progressi rari, a singhiozzo, inframezzati da disattenzioni clamorose come quella di Bergamo. Non è la prima, non sarà nemmeno l’ultima a dispetto della crescita esponenziale di Gabbia e Thiaw. In questo Milan c’è una sola pedina decisiva e si chiama Pulisic: uscito lui, a Bergamo si è spenta la luce. Ma la diff erenza, nella ripresa, rispetto all’Atalanta l’ha scavata la panchina ricca da una parte, povera dall’altra. Dalla parte di Gasp sono saliti tre attaccanti freschi, Fonseca ha avuto Loftus Cheek e nel fi nale hanno accusato fatica Reijnders e Leao, colpevolmente utilizzati in coppa Italia martedì sera contro il Sassuolo (serie B). Ultima riflessione: il rendimento di Maignan (sul primo gol una bella fetta di responsabilità è sua) e di Theo Hernandez è clamorosamente scaduto rispetto ai loro livelli abituali e non soltanto rispetto alla stagione dello scudetto. Di chi è la colpa? Di Fonseca o per caso dei due che sono tra l’altro alle prese con il rinnovo dei rispettivi contratti?
