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Franco Ordine e Pippo Russo dal CorSport in edicola su Leao
Franco Ordine: fin dal suo arrivo a Milanello, Rafa Leao è sempre stato una figura polarizzante, attirando lodi e critiche aspre. A differenza del passato, dove veniva spesso criticato per l'uso dei social media (un aspetto che lui ignora, come dimostrato dalla sua recente sorpresa per la reazione di Allegri dopo la partita con il Napoli, o la sua candidata ammissione di non aver notato di essere circondato da 6-7 avversari in un'azione da gol), le domande ora si concentrano sul calciatore in campo. Max Allegri, appena arrivato, ha nominato Leao vice-capitano e gli ha affidato la missione di trasformarsi in un attaccante decisivo in termini di gol, superando la dimensione di semplice dribblatore ed estroso artista. Il nuovo ruolo di centravanti è un inedito su cui si sono concentrate le critiche al tecnico toscano. Prima dell'infortunio muscolare subito in Coppa Italia ad agosto, Leao aveva già segnato l'unico suo gol stagionale proprio da centravanti, su cross di Tomori. Tornato in campo a Torino, si è ritrovato a sprecare due chiare occasioni da gol che avrebbero potuto garantire al Milan la vittoria e il primato in classifica. In particolare, nel secondo errore, ha dimostrato di aver acquisito il movimento corretto da "numero 9" sul lancio di Modric. La questione centrale, secondo l'analisi, non è il ruolo né il talento, ma la sua determinazione nel trasformare il calcio da quello che lui vede come un "divertimento" a una "fatale ossessione" per il gol. L'avvertimento di Allegri prima di farlo entrare – "Rafa, non farmi incazzare" – riassume questa tensione. Nonostante i fallimenti, Leao sta lentamente integrandosi nel nuovo ruolo e nella dimensione professionale richiesta. Allegri lo sprona continuamente a "tirare più forte" ed è convinto che, non appena riuscirà a segnare coltivando l'istinto del killer anziché l'estro dell'artista, si innamorerà del "nuovo Leao".
Pippo Russo: Rafa Leao è un calciatore la cui essenza è l'estro estemporaneo e l'attimo bruciante di talento. Sollecitare in lui una giocata decisiva equivale a chiedergli un favore spot e senza impegno, perché la sua cifra esistenziale è lo "strappo" improvviso che illumina la partita per poi riportarlo al suo isolamento. Le sue prodezze calcistiche vengono descritte come "opere d'arte di un'epoca calcistica da bottega artigianale", in contrasto con la filosofia moderna del calcio che richiede l'"intensivo sfruttamento" e la riproducibilità costante del prodotto. Leao cerca l'autentico e necessita del suo tempo di "decantazione", entrando ed uscendo dalla partita anche se in campo da tempo. L'articolo sottolinea che non ha senso interrogarlo se il suo approccio sia giusto o sbagliato, ma bisogna accettare che "questo qui è Rafa Leao. Prendere o lasciare". È inutile insistere sul fatto che, a 26 anni, debba decidere cosa fare "da grande", perché ha già scelto di essere un "uomo nel pieno della sua immaturità".
Per questo motivo, ragionare sulla sua possibile conversione in centravanti appare quasi un esercizio di "patafisica" (una scienza delle soluzioni immaginarie), poiché implicherebbe l'abbandono della sua zona di comfort per lanciarsi nei ruoli più "bollenti" e concreti delle aree di rigore. Tuttavia, il calcio è imprevedibile, capace di trasformare "eresie" in "luminose conversioni", come avvenuto con Andrea Pirlo, un tempo mezzapunta con poco splendore, che divenne invece uno dei più grandi registi del mondo.
Franco Ordine: fin dal suo arrivo a Milanello, Rafa Leao è sempre stato una figura polarizzante, attirando lodi e critiche aspre. A differenza del passato, dove veniva spesso criticato per l'uso dei social media (un aspetto che lui ignora, come dimostrato dalla sua recente sorpresa per la reazione di Allegri dopo la partita con il Napoli, o la sua candidata ammissione di non aver notato di essere circondato da 6-7 avversari in un'azione da gol), le domande ora si concentrano sul calciatore in campo. Max Allegri, appena arrivato, ha nominato Leao vice-capitano e gli ha affidato la missione di trasformarsi in un attaccante decisivo in termini di gol, superando la dimensione di semplice dribblatore ed estroso artista. Il nuovo ruolo di centravanti è un inedito su cui si sono concentrate le critiche al tecnico toscano. Prima dell'infortunio muscolare subito in Coppa Italia ad agosto, Leao aveva già segnato l'unico suo gol stagionale proprio da centravanti, su cross di Tomori. Tornato in campo a Torino, si è ritrovato a sprecare due chiare occasioni da gol che avrebbero potuto garantire al Milan la vittoria e il primato in classifica. In particolare, nel secondo errore, ha dimostrato di aver acquisito il movimento corretto da "numero 9" sul lancio di Modric. La questione centrale, secondo l'analisi, non è il ruolo né il talento, ma la sua determinazione nel trasformare il calcio da quello che lui vede come un "divertimento" a una "fatale ossessione" per il gol. L'avvertimento di Allegri prima di farlo entrare – "Rafa, non farmi incazzare" – riassume questa tensione. Nonostante i fallimenti, Leao sta lentamente integrandosi nel nuovo ruolo e nella dimensione professionale richiesta. Allegri lo sprona continuamente a "tirare più forte" ed è convinto che, non appena riuscirà a segnare coltivando l'istinto del killer anziché l'estro dell'artista, si innamorerà del "nuovo Leao".
Pippo Russo: Rafa Leao è un calciatore la cui essenza è l'estro estemporaneo e l'attimo bruciante di talento. Sollecitare in lui una giocata decisiva equivale a chiedergli un favore spot e senza impegno, perché la sua cifra esistenziale è lo "strappo" improvviso che illumina la partita per poi riportarlo al suo isolamento. Le sue prodezze calcistiche vengono descritte come "opere d'arte di un'epoca calcistica da bottega artigianale", in contrasto con la filosofia moderna del calcio che richiede l'"intensivo sfruttamento" e la riproducibilità costante del prodotto. Leao cerca l'autentico e necessita del suo tempo di "decantazione", entrando ed uscendo dalla partita anche se in campo da tempo. L'articolo sottolinea che non ha senso interrogarlo se il suo approccio sia giusto o sbagliato, ma bisogna accettare che "questo qui è Rafa Leao. Prendere o lasciare". È inutile insistere sul fatto che, a 26 anni, debba decidere cosa fare "da grande", perché ha già scelto di essere un "uomo nel pieno della sua immaturità".
Per questo motivo, ragionare sulla sua possibile conversione in centravanti appare quasi un esercizio di "patafisica" (una scienza delle soluzioni immaginarie), poiché implicherebbe l'abbandono della sua zona di comfort per lanciarsi nei ruoli più "bollenti" e concreti delle aree di rigore. Tuttavia, il calcio è imprevedibile, capace di trasformare "eresie" in "luminose conversioni", come avvenuto con Andrea Pirlo, un tempo mezzapunta con poco splendore, che divenne invece uno dei più grandi registi del mondo.
