Ordine:"Gli infortuni, Conte, Musah e Ibra...".

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Franco Ordine dal CorSport in edicola: ha proprio ragione Stefano Pioli: «Infortuni? Non può essere sfortuna». Ha ancora ragione Stefano Pioli: «Ne stiamo subendo veramente troppi». Secondo una contabilità aggiornata a Lecce ieri sera, il totale dell’infermeria è di 20 unità dall’inizio della preparazione estiva con un paio (Kalulu e Pellegrino) non recuperabili prima di gennaio 2024 e la necessità di rivolgersi al mercato per rimpolpare il reparto difensivo sguarnito. Tanti, troppi accidenti muscolari. Che chiamano in causa - poche storie - la responsabilità diretta dei preparatori e quella complessiva dello stesso tecnico di Parma che lavora col suo gruppo da anni. Come a Napoli (allora “saltarono” Kjaer non convocato, Kalulu, Pulisic e Pellegrino tra il prima e il dopo 2 a 2), anche a Lecce la sequenza è allucinante: Loftus Cheek portato in panchina per onor di firma ma inutilizzabile a causa di un mal di schiena e affaticamento, Leao e Calabria “feriti” al flessore tra i primi minuti della sfida e l’intervallo. È un ritmo insostenibile anche per una rosa extra-large come quella di Milanello. E qui purtroppo la questione diventa spinosa perché sostituire preparatori (con chi, dove arruolarli?) col consenso di Pioli è pratica riuscita solo qualche anno fa con Montella allenatore dopo il diktat del duo Fassone-Mirabelli.

Alla questione centrale del Milan di ieri e di domani, bisogna aggiungere anche qualche scelta discutibile dello stesso Pioli che sostituisce Calabria con Musah terzino mandandolo incontro a una figuraccia prima con Banda e poi con Sansone. Perché non subito Florenzi, specialista del ruolo? La risposta di Pioli («Perché Musah è più adatto») fa temere che il tecnico abbia perso l’orientamento. E comunque anche questa è una conseguenza diretta della marea di infortuni, concentrati in difesa. Con il pareggio di Lecce che vale come una sconfitta, si aprirà ora a casa Milan una discussione sulla tenuta dello stesso Pioli. Al momento il dibattito interno al club è rinviato di almeno due-tre giorni perché - ecco l’altro tema da affrontare - gli uffici di casa Milan sono sguarniti. Giorgio Furlani, l’ad, è a Dubai, chiamato a inaugurare una sede del club, il vice-presidente vicario Franco Baresi in Cina per una missione di rappresentanza diplomatica, Scaroni il presidente a Milano. Ieri a Lecce nemmeno un dirigente al fianco della squadra e del tecnico. E poi c’è chi sostiene che l’arrivo di Ibra, con l’attuale compagine societaria ridotta all’osso, non sia indispensabile. Non tanto per presentarsi davanti alle telecamere ma più concretamente per avere un’analisi “calcistica” del momento. Da troppo tempo il Milan è come una monetina tirata in aria: non sai mai, nemmeno nelle sfide sulla carta alla portata, se salta fuori testa o croce. E se la partenza sgabbiando alla grande come a Napoli e Lecce, è sufficiente per centrare il successo. Ultima annotazione: Pioli può resistere anche dopo quest’altro testacoda a Lecce solo per un motivo inconfessabile: e cioè per mancanza, su piazza, di un sostituto capace di offrire garanzie. Antonio Conte è l’unico candidato capace di sollevare umori e ambizioni ma viene considerato - chissà poi se a ragione - indisponibile a campionato in corsa.
 

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Franco Ordine dal CorSport in edicola: ha proprio ragione Stefano Pioli: «Infortuni? Non può essere sfortuna». Ha ancora ragione Stefano Pioli: «Ne stiamo subendo veramente troppi». Secondo una contabilità aggiornata a Lecce ieri sera, il totale dell’infermeria è di 20 unità dall’inizio della preparazione estiva con un paio (Kalulu e Pellegrino) non recuperabili prima di gennaio 2024 e la necessità di rivolgersi al mercato per rimpolpare il reparto difensivo sguarnito. Tanti, troppi accidenti muscolari. Che chiamano in causa - poche storie - la responsabilità diretta dei preparatori e quella complessiva dello stesso tecnico di Parma che lavora col suo gruppo da anni. Come a Napoli (allora “saltarono” Kjaer non convocato, Kalulu, Pulisic e Pellegrino tra il prima e il dopo 2 a 2), anche a Lecce la sequenza è allucinante: Loftus Cheek portato in panchina per onor di firma ma inutilizzabile a causa di un mal di schiena e affaticamento, Leao e Calabria “feriti” al flessore tra i primi minuti della sfida e l’intervallo. È un ritmo insostenibile anche per una rosa extra-large come quella di Milanello. E qui purtroppo la questione diventa spinosa perché sostituire preparatori (con chi, dove arruolarli?) col consenso di Pioli è pratica riuscita solo qualche anno fa con Montella allenatore dopo il diktat del duo Fassone-Mirabelli.

Alla questione centrale del Milan di ieri e di domani, bisogna aggiungere anche qualche scelta discutibile dello stesso Pioli che sostituisce Calabria con Musah terzino mandandolo incontro a una figuraccia prima con Banda e poi con Sansone. Perché non subito Florenzi, specialista del ruolo? La risposta di Pioli («Perché Musah è più adatto») fa temere che il tecnico abbia perso l’orientamento. E comunque anche questa è una conseguenza diretta della marea di infortuni, concentrati in difesa. Con il pareggio di Lecce che vale come una sconfitta, si aprirà ora a casa Milan una discussione sulla tenuta dello stesso Pioli. Al momento il dibattito interno al club è rinviato di almeno due-tre giorni perché - ecco l’altro tema da affrontare - gli uffici di casa Milan sono sguarniti. Giorgio Furlani, l’ad, è a Dubai, chiamato a inaugurare una sede del club, il vice-presidente vicario Franco Baresi in Cina per una missione di rappresentanza diplomatica, Scaroni il presidente a Milano. Ieri a Lecce nemmeno un dirigente al fianco della squadra e del tecnico. E poi c’è chi sostiene che l’arrivo di Ibra, con l’attuale compagine societaria ridotta all’osso, non sia indispensabile. Non tanto per presentarsi davanti alle telecamere ma più concretamente per avere un’analisi “calcistica” del momento. Da troppo tempo il Milan è come una monetina tirata in aria: non sai mai, nemmeno nelle sfide sulla carta alla portata, se salta fuori testa o croce. E se la partenza sgabbiando alla grande come a Napoli e Lecce, è sufficiente per centrare il successo. Ultima annotazione: Pioli può resistere anche dopo quest’altro testacoda a Lecce solo per un motivo inconfessabile: e cioè per mancanza, su piazza, di un sostituto capace di offrire garanzie. Antonio Conte è l’unico candidato capace di sollevare umori e ambizioni ma viene considerato - chissà poi se a ragione - indisponibile a campionato in corsa.

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Franco Ordine dal CorSport in edicola: ha proprio ragione Stefano Pioli: «Infortuni? Non può essere sfortuna». Ha ancora ragione Stefano Pioli: «Ne stiamo subendo veramente troppi». Secondo una contabilità aggiornata a Lecce ieri sera, il totale dell’infermeria è di 20 unità dall’inizio della preparazione estiva con un paio (Kalulu e Pellegrino) non recuperabili prima di gennaio 2024 e la necessità di rivolgersi al mercato per rimpolpare il reparto difensivo sguarnito. Tanti, troppi accidenti muscolari. Che chiamano in causa - poche storie - la responsabilità diretta dei preparatori e quella complessiva dello stesso tecnico di Parma che lavora col suo gruppo da anni. Come a Napoli (allora “saltarono” Kjaer non convocato, Kalulu, Pulisic e Pellegrino tra il prima e il dopo 2 a 2), anche a Lecce la sequenza è allucinante: Loftus Cheek portato in panchina per onor di firma ma inutilizzabile a causa di un mal di schiena e affaticamento, Leao e Calabria “feriti” al flessore tra i primi minuti della sfida e l’intervallo. È un ritmo insostenibile anche per una rosa extra-large come quella di Milanello. E qui purtroppo la questione diventa spinosa perché sostituire preparatori (con chi, dove arruolarli?) col consenso di Pioli è pratica riuscita solo qualche anno fa con Montella allenatore dopo il diktat del duo Fassone-Mirabelli.

Alla questione centrale del Milan di ieri e di domani, bisogna aggiungere anche qualche scelta discutibile dello stesso Pioli che sostituisce Calabria con Musah terzino mandandolo incontro a una figuraccia prima con Banda e poi con Sansone. Perché non subito Florenzi, specialista del ruolo? La risposta di Pioli («Perché Musah è più adatto») fa temere che il tecnico abbia perso l’orientamento. E comunque anche questa è una conseguenza diretta della marea di infortuni, concentrati in difesa. Con il pareggio di Lecce che vale come una sconfitta, si aprirà ora a casa Milan una discussione sulla tenuta dello stesso Pioli. Al momento il dibattito interno al club è rinviato di almeno due-tre giorni perché - ecco l’altro tema da affrontare - gli uffici di casa Milan sono sguarniti. Giorgio Furlani, l’ad, è a Dubai, chiamato a inaugurare una sede del club, il vice-presidente vicario Franco Baresi in Cina per una missione di rappresentanza diplomatica, Scaroni il presidente a Milano. Ieri a Lecce nemmeno un dirigente al fianco della squadra e del tecnico. E poi c’è chi sostiene che l’arrivo di Ibra, con l’attuale compagine societaria ridotta all’osso, non sia indispensabile. Non tanto per presentarsi davanti alle telecamere ma più concretamente per avere un’analisi “calcistica” del momento. Da troppo tempo il Milan è come una monetina tirata in aria: non sai mai, nemmeno nelle sfide sulla carta alla portata, se salta fuori testa o croce. E se la partenza sgabbiando alla grande come a Napoli e Lecce, è sufficiente per centrare il successo. Ultima annotazione: Pioli può resistere anche dopo quest’altro testacoda a Lecce solo per un motivo inconfessabile: e cioè per mancanza, su piazza, di un sostituto capace di offrire garanzie. Antonio Conte è l’unico candidato capace di sollevare umori e ambizioni ma viene considerato - chissà poi se a ragione - indisponibile a campionato in corsa.

Come detto ieri appunto, bisogna aspettare almeno lunedì. Poi non penso succederà nulla di particolare, verranno diffuse le solite veline del tipo "tutti uniti, si va avanti con fiducia".
Quanto a Conte, non è che non viene considerato perché non arriva in corsa, ma perché pretenderebbe a gennaio di riparare almeno in parte le cavolate fatte sul mercato estivo. Quindi tolto lui, attualmente le alternative mettono i brividi.
 

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Come detto ieri appunto, bisogna aspettare almeno lunedì. Poi non penso succederà nulla di particolare, verranno diffuse le solite veline del tipo "tutti uniti, si va avanti con fiducia".
Quanto a Conte, non è che non viene considerato perché non arriva in corsa, ma perché pretenderebbe a gennaio di riparare almeno in parte le cavolate fatte sul mercato estivo. Quindi tolto lui, attualmente le alternative mettono i brividi.

Ma figurati! Conte in un Milan del genere non verrebbe mai
 

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Alla questione centrale del Milan di ieri e di domani, bisogna aggiungere anche qualche scelta discutibile dello stesso Pioli che sostituisce Calabria con Musah terzino mandandolo incontro a una figuraccia prima con Banda e poi con Sansone. Perché non subito Florenzi, specialista del ruolo? La risposta di Pioli («Perché Musah è più adatto») fa temere che il tecnico abbia perso l’orientamento. E comunque anche questa è una conseguenza diretta della marea di infortuni, concentrati in difesa. Con il pareggio di Lecce che vale come una sconfitta, si aprirà ora a casa Milan una discussione sulla tenuta dello stesso Pioli. Al momento il dibattito interno al club è rinviato di almeno due-tre giorni perché - ecco l’altro tema da affrontare - gli uffici di casa Milan sono sguarniti. Giorgio Furlani, l’ad, è a Dubai, chiamato a inaugurare una sede del club, il vice-presidente vicario Franco Baresi in Cina per una missione di rappresentanza diplomatica, Scaroni il presidente a Milano. Ieri a Lecce nemmeno un dirigente al fianco della squadra e del tecnico. E poi c’è chi sostiene che l’arrivo di Ibra, con l’attuale compagine societaria ridotta all’osso, non sia indispensabile. Non tanto per presentarsi davanti alle telecamere ma più concretamente per avere un’analisi “calcistica” del momento. Da troppo tempo il Milan è come una monetina tirata in aria: non sai mai, nemmeno nelle sfide sulla carta alla portata, se salta fuori testa o croce. E se la partenza sgabbiando alla grande come a Napoli e Lecce, è sufficiente per centrare il successo. Ultima annotazione: Pioli può resistere anche dopo quest’altro testacoda a Lecce solo per un motivo inconfessabile: e cioè per mancanza, su piazza, di un sostituto capace di offrire garanzie. Antonio Conte è l’unico candidato capace di sollevare umori e ambizioni ma viene considerato - chissà poi se a ragione - indisponibile a campionato in corsa.
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Alla questione centrale del Milan di ieri e di domani, bisogna aggiungere anche qualche scelta discutibile dello stesso Pioli che sostituisce Calabria con Musah terzino mandandolo incontro a una figuraccia prima con Banda e poi con Sansone. Perché non subito Florenzi, specialista del ruolo? La risposta di Pioli («Perché Musah è più adatto») fa temere che il tecnico abbia perso l’orientamento. E comunque anche questa è una conseguenza diretta della marea di infortuni, concentrati in difesa. Con il pareggio di Lecce che vale come una sconfitta, si aprirà ora a casa Milan una discussione sulla tenuta dello stesso Pioli. Al momento il dibattito interno al club è rinviato di almeno due-tre giorni perché - ecco l’altro tema da affrontare - gli uffici di casa Milan sono sguarniti. Giorgio Furlani, l’ad, è a Dubai, chiamato a inaugurare una sede del club, il vice-presidente vicario Franco Baresi in Cina per una missione di rappresentanza diplomatica, Scaroni il presidente a Milano. Ieri a Lecce nemmeno un dirigente al fianco della squadra e del tecnico. E poi c’è chi sostiene che l’arrivo di Ibra, con l’attuale compagine societaria ridotta all’osso, non sia indispensabile. Non tanto per presentarsi davanti alle telecamere ma più concretamente per avere un’analisi “calcistica” del momento. Da troppo tempo il Milan è come una monetina tirata in aria: non sai mai, nemmeno nelle sfide sulla carta alla portata, se salta fuori testa o croce. E se la partenza sgabbiando alla grande come a Napoli e Lecce, è sufficiente per centrare il successo. Ultima annotazione: Pioli può resistere anche dopo quest’altro testacoda a Lecce solo per un motivo inconfessabile: e cioè per mancanza, su piazza, di un sostituto capace di offrire garanzie. Antonio Conte è l’unico candidato capace di sollevare umori e ambizioni ma viene considerato - chissà poi se a ragione - indisponibile a campionato in corsa.
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Pioli scaricherà colpe su altri pur di non mollare il posto.
Il supercoach.
 
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