Ordine:"Caos Milan: Lope o Martinez. Chi decide?"

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Franco Ordine sul CorSport in edicola:"Se un maturo cronista del periodo berlusconiano dovesse, per caso, occuparsi nuovamente delle cronache milaniste in materia di scelta del nuovo allenatore, potrebbe solo strabuzzare gli occhi. Perché rimarrebbe sconcertato innanzitutto dal metodo che è stato applicato alla ricerca. A cominciare dalla prima lista preparata, è lecito immaginarlo, dal capo dello scouting Geoffrey Moncada. Prima caratteristica: sono tutti stranieri. C’è da chiedersi, se è lecito, perché? Forse per una sorta di “allergia” alla scuola calcistica italiana? È vero che sarebbe da interrogare l’interessato, a bocce ferme. Tra l’altro, nella fattispecie, si trascura un dettaglio organizzativo di non poco conto: la prossima stagione comincerà ai primi di luglio, con l’Europeo ancora in pieno svolgimento, quindi con l’arrivo a “scaglioni” della rosa e di conseguenza con una partenza complicata. Un tecnico proveniente da un altro calcio, con esperienza diversa da quella italiana e metodi inediti per il gruppo, avrà bisogno di maggior tempo per “istruire” la rosa e abituarla al cambiamento. Seconda osservazione: i tempi della scelta. A Casa Milan hanno riaperto il fascicolo nuovo allenatore soltanto dopo il sesto derby perso, qualche giorno dopo l’eliminazione dall’Europa League suonata come la spia di un esaurimento del quinquennio di Stefano Pioli da considerare tutt’altro che un fallimento, dalla contabilità positiva (due secondi posto, uno scudetto, una semifinale di Champions). Fino a metà aprile, Furlani e Ibra - al netto delle parole rassicuranti di Scaroni, il presidente - erano determinati a concludere la collaborazione con Pioli in coincidenza con la fi ne del contratto (giugno 2025), per poi scegliere un tecnico di spessore internazionale (il primo nome circolato è stato quello di Klopp che ha promesso un anno sabbatico dopo aver chiuso con il Liverpool). Appena sono uscite le prime indiscrezioni giornalistiche sui sostituti di Pioli, ha preso consistenza un dibattito molto aspro all’interno della comunità social dei tifosi rossoneri. Così Lopetegui, il primo della lista, è stato letteralmente travolto da una campagna di ferma opposizione che ha avuto un certo effetto all’interno del club. «Vi ritroverete con lo stadio mezzo vuoto» uno dei messaggi trasmesso anche al proprietario Gerry Cardinale. E se la rivolta di abbonati (41mila) e spettatori (sempre pienone durante tutto il campionato con una media di quasi 70mila persone a partita) mette a rischio l’incasso del botteghino, allora l’azionista è quasi obbligato a meditare. Di qui il ripensamento che ha preso in considerazione la candidatura di Roberto Martinez, contattato nel weekend, e un timido tentativo di “capire” a che punto siano i colloqui Thiago Motta-Juve per provare un eventuale inserimento a sorpresa. Anche qui nessuna traccia di un eventuale sondaggio con lo staff di Antonio Conte che riscuote il maggiore gradimento presso la tifoseria rossonera. La spiegazione sembra più ideologica che tecnica a dispetto dei messaggi in bottiglia lanciati dall’allenatore pugliese. Ma forse riguarda, oltre che il carattere, anche il costo economico pur se l’arrivo di Antonio consentirebbe di risparmiare lo stipendio di Pioli (in viaggio eventuale al Napoli). E ancora: già in passato Conte fu vicinissimo al Milan (trattativa con Adriano Galliani) ma saltò perché la Juve lo tenne sotto contratto fino alla scelta rossonera alternativa (Filippo Inzaghi). A questo punto il Milan si è infilato in un vicolo cieco dal quale risulterà difficile venire fuo allenatore del Milan? La risposta uffi ciale sul tema è sempre la stessa: Furlani, Ibra e Moncada formuleranno la proposta da sottoporre a Cardinale a cui spetta l’ultimo sì. Ed è proprio questa risposta generica a generare il maggior numero di oppositori alle candidature provenienti da Casa Milan. Riusciranno i nostri eroi a trovare in tempi plausibili un nome che non produca un’altra sollevazione della piazza mediatica? Di questi tempi, l’ottimismo, a Milanello a dintorni, è stato bandito"

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Certo che pensare che ad avere l'ultima parola sull'allenatore sia Cardinale, uno che di calcio giocato sa nulla, fa venire i brividi.
Come sempre ci si è mossi male e tardi lasciandosi scappare tutti i profili migliori. Mi aspetto che arrivi il "Musah" degli allenatori, ovvero uno dalle idee totalmente sconfusionate che sarà contestato alla seconda sconfitta.

E poi ha ragione Ordine quando fa notare che tutti i profili che sono apparsi sui media sono stranieri. Ma come è possibile? In Italia gli allenatori sono i n.1 della tattica, ed i nostri vanno a contattare Lopocoso e Fonseca, due fallimenti annunciati?

Se non fossi milanista questa situazione mi sembrerebbe una barzelletta, peccato che ci sia poco da ridere.
 

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Franco Ordine sul CorSport in edicola:"Se un maturo cronista del periodo berlusconiano dovesse, per caso, occuparsi nuovamente delle cronache milaniste in materia di scelta del nuovo allenatore, potrebbe solo strabuzzare gli occhi. Perché rimarrebbe sconcertato innanzitutto dal metodo che è stato applicato alla ricerca. A cominciare dalla prima lista preparata, è lecito immaginarlo, dal capo dello scouting Geoffrey Moncada. Prima caratteristica: sono tutti stranieri. C’è da chiedersi, se è lecito, perché? Forse per una sorta di “allergia” alla scuola calcistica italiana? È vero che sarebbe da interrogare l’interessato, a bocce ferme. Tra l’altro, nella fattispecie, si trascura un dettaglio organizzativo di non poco conto: la prossima stagione comincerà ai primi di luglio, con l’Europeo ancora in pieno svolgimento, quindi con l’arrivo a “scaglioni” della rosa e di conseguenza con una partenza complicata. Un tecnico proveniente da un altro calcio, con esperienza diversa da quella italiana e metodi inediti per il gruppo, avrà bisogno di maggior tempo per “istruire” la rosa e abituarla al cambiamento. Seconda osservazione: i tempi della scelta. A Casa Milan hanno riaperto il fascicolo nuovo allenatore soltanto dopo il sesto derby perso, qualche giorno dopo l’eliminazione dall’Europa League suonata come la spia di un esaurimento del quinquennio di Stefano Pioli da considerare tutt’altro che un fallimento, dalla contabilità positiva (due secondi posto, uno scudetto, una semifinale di Champions). Fino a metà aprile, Furlani e Ibra - al netto delle parole rassicuranti di Scaroni, il presidente - erano determinati a concludere la collaborazione con Pioli in coincidenza con la fi ne del contratto (giugno 2025), per poi scegliere un tecnico di spessore internazionale (il primo nome circolato è stato quello di Klopp che ha promesso un anno sabbatico dopo aver chiuso con il Liverpool). Appena sono uscite le prime indiscrezioni giornalistiche sui sostituti di Pioli, ha preso consistenza un dibattito molto aspro all’interno della comunità social dei tifosi rossoneri. Così Lopetegui, il primo della lista, è stato letteralmente travolto da una campagna di ferma opposizione che ha avuto un certo effetto all’interno del club. «Vi ritroverete con lo stadio mezzo vuoto» uno dei messaggi trasmesso anche al proprietario Gerry Cardinale. E se la rivolta di abbonati (41mila) e spettatori (sempre pienone durante tutto il campionato con una media di quasi 70mila persone a partita) mette a rischio l’incasso del botteghino, allora l’azionista è quasi obbligato a meditare. Di qui il ripensamento che ha preso in considerazione la candidatura di Roberto Martinez, contattato nel weekend, e un timido tentativo di “capire” a che punto siano i colloqui Thiago Motta-Juve per provare un eventuale inserimento a sorpresa. Anche qui nessuna traccia di un eventuale sondaggio con lo staff di Antonio Conte che riscuote il maggiore gradimento presso la tifoseria rossonera. La spiegazione sembra più ideologica che tecnica a dispetto dei messaggi in bottiglia lanciati dall’allenatore pugliese. Ma forse riguarda, oltre che il carattere, anche il costo economico pur se l’arrivo di Antonio consentirebbe di risparmiare lo stipendio di Pioli (in viaggio eventuale al Napoli). E ancora: già in passato Conte fu vicinissimo al Milan (trattativa con Adriano Galliani) ma saltò perché la Juve lo tenne sotto contratto fino alla scelta rossonera alternativa (Filippo Inzaghi). A questo punto il Milan si è infilato in un vicolo cieco dal quale risulterà difficile venire fuo allenatore del Milan? La risposta uffi ciale sul tema è sempre la stessa: Furlani, Ibra e Moncada formuleranno la proposta da sottoporre a Cardinale a cui spetta l’ultimo sì. Ed è proprio questa risposta generica a generare il maggior numero di oppositori alle candidature provenienti da Casa Milan. Riusciranno i nostri eroi a trovare in tempi plausibili un nome che non produca un’altra sollevazione della piazza mediatica? Di questi tempi, l’ottimismo, a Milanello a dintorni, è stato bandito"
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