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In pochi giorni l'ennesimo ribaltamento in salsa NATO
Dopo le solite frottole sulle forze armate russe, per ultime quelle di Kiev la scorsa settimana sulla guerra che finirebbe tra pochi mesi per problemi di rifornimento russi, ieri uno dei massimi falchi collaboratori NATO, ovvero il comandante lituano dell'intelligence militare, ha dichiarato a Reuters che Putin potrebbe durare benissimo due anni con questa intensità di conflitto
Il bombardamento così esteso dei giorni scorsi ha mostrato tutt'altro scenario da quello dipinto dal Pentagono per l'inizio 2023, niente di nuovo visto che è ormai un anno che sbagliano previsioni a riguardo.
La Russia non ha alcuna intenzione di desistere dai suoi obiettivi prefissati nell'area, qualora non fosse ancora chiaro a tutti
Il Papa alla tv svizzera chiama in causa l'impero yankees:
"Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare.
Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento.
Putin sa che sono a disposizione.
Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti.
Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni".
Dopo le solite frottole sulle forze armate russe, per ultime quelle di Kiev la scorsa settimana sulla guerra che finirebbe tra pochi mesi per problemi di rifornimento russi, ieri uno dei massimi falchi collaboratori NATO, ovvero il comandante lituano dell'intelligence militare, ha dichiarato a Reuters che Putin potrebbe durare benissimo due anni con questa intensità di conflitto
Il bombardamento così esteso dei giorni scorsi ha mostrato tutt'altro scenario da quello dipinto dal Pentagono per l'inizio 2023, niente di nuovo visto che è ormai un anno che sbagliano previsioni a riguardo.
La Russia non ha alcuna intenzione di desistere dai suoi obiettivi prefissati nell'area, qualora non fosse ancora chiaro a tutti
Il Papa alla tv svizzera chiama in causa l'impero yankees:
"Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare.
Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento.
Putin sa che sono a disposizione.
Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti.
Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni".