Montolivo:"Milan, nessuna divisione tra vecchi e nuovi".

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":
 

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":

Bella intervista. Non banale.
 

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":

Sono d'accordo con [MENTION=1]Admin[/MENTION], bella intervista. Piacevole da leggere.
Montolivo però si ricordi che anche a lui la fascia venne assegnata "d'ufficio".
Ci sono numerose stoccate a Montella.
 

Casnop

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":
Montolivo si conferma la coscienza critica del Milan attuale, la perfetta riduzione a sintesi razionale del caos emotivo che coinvolge il club in questa lunga e tormentata fase di transizione della sua storia. E l'uomo mentalmente più forte e più duro della squadra. Chi si chiedeva il perché della fascia di capitano attribuitagli qualche anno fa dalla vecchia società, troverà in questa intervista indirette ma convincenti risposte. :)
 

DrHouse

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Riccardo Montolivo, intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi, 11 gennaio 2018:"Qual è il problema del Milan? Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione. Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia. Perchè i nuovi hanno reso di meno? Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me. Sospetti che la società volesse lanciare i nuovi? Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani. Soddisfazione per aver ritrovato un ruolo al centro del Milan? Me la godo, ma non ci penso, so che arriveranno anche i momenti duri e non smetto di lavorare. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare, e non mi era mai successo: credo che il momento di difficoltà mi abbia fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi. La questione della fascia a Bonucci? La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa. Senza fascia gioco più leggero? Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi. Bonucci paga il peso della fascia? Al capitano viene chiesto molto di più, anche lì pesa il confronto con il passato. Ma credo che Bonucci abbia tutte le qualità per essere un buon capitano. Verità sulla condizione fisica? Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa. Difesa a tre tempo perso? Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa. Cosa ha portato Gattuso? Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri. Seedorf? Motivatore. Inzaghi? Innamorato del proprio mestiere. Mihajlovic? Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me a Firenze e al Milan. Brocchi? E' rimasto troppo poco per conoscerlo. Montella? Preparato sul campo. Credo possa migliorare nell'empatia coi giocatori. Cosa auguro al Milan? Di trovare la continuità. E di riprendersi San Siro, che deve tornare un nostro alleato, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi dei nostri avversari. Mi auguro sia l'anno di Cutrone. Ora per lui arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano tanto. Donnarumma? Credo abbia dato rassicurazioni ai tifosi con le ultime dichiarazioni. La vittoria del derby? Può avere un peso sul piano psicologico. E' il primo scontro diretto che abbiamo vinto. Obiettivo Coppe? E' un obiettivo realistico, in campionato abbiamo perso terreno. Come è nata la mia risposta all'odio social dopo l'infortunio? Nel letto d’ospedale, era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo che la rifugge. Ma è cambiato poco: ora non sono più io la vittima":

Come scrive [MENTION=1]Admin[/MENTION], l'intervista è di livello.
considerazioni ponderate, squisite e condivisibili, è dir poco.
Qui forse le prime vere stoccate a Montella. Le altre "stoccate" secondo i giornalisti, erano più che altro complimenti a Gattuso, a cui venne posto l'accento sulla mancanza di riferimenti espliciti al vecchio tecnico. Qui invece il riferimento è chiaro.

Sono d'accordo con [MENTION=1]Admin[/MENTION], bella intervista. Piacevole da leggere.
Montolivo però si ricordi che anche a lui la fascia venne assegnata "d'ufficio".
Ci sono numerose stoccate a Montella.

Vero, anche se il "caso" Montolivo fu diverso.
Monto un anno in squadra lo fece, e il primo anno fece anche piuttosto bene, venendo "eletto" anima della squadra sia dai compagni, che dai tifosi.
Si approfittò dell'addio dei senatori, del fatto che si era in transizione, quindi bypassarono la "regola" delle presenze (sarebbe toccato ad Abbiati, che poi diventò riserva di Lopez e Gigio), e Abate (che aveva tre campionati in più di militanza rispetto a Monto), nulla di che...
 
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'Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene.'
Tipica espressione di che mente.
Per me nello spogliatoio ci sono stati grossi problemi e per quanto riguarda la questione fascia di capitano lo conferma pure.
Ovviamente tutto ciò era possibile con un mister distratto e debole come montella, gattuso ha messo ordine dove c'era solo anarchia.
 

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