Mirante:"Vi racconto il Milan, Leao, Pulisic e Maignan".

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L'ex portiere Antonio Mirante, ritiratosi e ora in formazione come allenatore, analizza alla GDS con lucidità la sfida tra le sue ex squadre, il Milan (con cui ha vinto lo Scudetto) e la Roma (allenata da Gasperini, l'uomo che lo ha lanciato).

Mirante si aspetta molto dai rossoneri, nonostante le assenze:

«Vedo molto bene i rossoneri, solidi e di nuovo compatti. Certo, le assenze di Rabiot e Pulisic pesano. Spero possano responsabilizzare ancor di più Leao: è un campione, può decidere la partita da solo.»
Sul suo ex compagno, Rafa Leao:

«Un ragazzo solare, sempre sorridente e con colpi da campione. A volte, soprattutto da fuori, può dare l’idea di essere un ragazzino. Invece è maturato molto. Adesso riesce a stare molto più dentro alla gara
Sul portiere e capitano Mike Maignan:

«Ricordo un professionista incredibile, come lui ne ho visti pochi in vent’anni di carriera. Maniacale, attento a tutto, quasi ossessivo. Io ero un 'vecchietto', eppure ho imparato tanto da lui che invece era un ragazzo. È straordinario e mi creda, era già leader del gruppo anche senza fascia. Ora da capitano lo sarà ancor di più.»
La sorpresa a Milanello è stata Pulisic:

«Molti, ma su tutti direi Pulisic. Mi aspettavo un giocatore forte, quello sì, invece arrivò un ragazzo che aveva anche un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Nessuno è come lui in Serie A. Sa fare le due fasi divinamente. Peccato non vederlo domenica a San Siro.»



Mirante vede nella Roma il segno del suo mentore, Gasperini:

«Una formazione a immagine e somiglianza del suo allenatore. Pragmatica, quadrata, organizzata. Gasperini è un rivoluzionario, uno che è arrivato dieci anni prima di tutti su molti aspetti. Nel leggere le partite, per esempio, è il migliore al mondo
Sui ricordi delle stagioni in giallorosso:

«Anche lì, come al Milan, sono arrivato per fare il secondo… e mi sono trovato a giocarne parecchie. Quelli in giallorosso sono stati anni particolari, di transizione. Ne abbiamo vissute tante tra cambi di proprietà e di dirigenti. Pensi che due giorni dopo il mio arrivo, venne venduto Alisson. Ci trovammo io e Robin Olsen a giocarci il posto.»
L'arrivo di Ranieri gli diede spazio:

«Con Di Francesco avevo trovato poco spazio, mentre Ranieri dopo un paio di partite mi diede fiducia. Giocai io fino alla fine della stagione. È stata un’annata strana, che si chiuse con l’addio al calcio di De Rossi. Una serata speciale, diversa e incredibile da vivere. Ricordo una marea di gente in tribuna che piangeva: grandi, ragazzi che erano cresciuti con il mito Daniele e piccoli. Tutti, senza distinzioni.»


Mirante ha raccontato il difficile momento legato a un problema cardiaco scoperto a Bologna:

«Sì, sono stati dieci giorni di inferno. Ti passa davanti tutto, in un flash ti scorre davanti il film della tua vita. Io stavo tornando da una trasferta e mi resi conto di stare male: feci una visita e mi trovarono delle aritmie cardiache. Calò il buio. In quei momenti pensi a sopravvivere, la carriera passa in secondo piano.»
A un certo punto, ha pensato al ritiro:

«Sì, pensai che avevo fatto già tanti anni di Serie A e che dovevo pensare alla mia famiglia. Poi i medici mi tranquillizzarono e iniziai la riabilitazione.»
L'importanza di Gasperini è stata cruciale fin dall'inizio della carriera:

«Altroché, è stato lui a lanciarmi. Sa io avevo vent’anni, non giocavo negli allievi ed ero in panchina da due stagioni. Gasp lo trovai in Primavera e già dal primo ritiro mi diede fiducia. Mi ha messo in campo e da lì in poi non sono più uscito. A lui devo la carriera. Mi ha cambiato come persona e come calciatore
Infine, un aneddoto sull'allenatore:

«Me ne viene in mente uno che risale all’ultima giornata di B, a Crotone. Gasp mi aveva voluto con lui e avevamo fatto una grande stagione insieme. Dopo l’ultima partita gli dissi che sarei voluto rimanere ma che sognavo la Serie A. Lui mi abbracciò e mi disse 'te lo meriti'. È un buono, anche se in campo ti spreme e pretende il massimo. Impareranno ad amarlo anche i tifosi della Roma.»

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