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Il CorSera in edicola oggi, 14 marzo, ha intervistato l'infermiera Maria Cristina Settembrese dell'ospedale San Paolo di Milano. Ecco le dichiarazioni riguardo l'emergenza coronavirus:"Scaliamo montagne da mattina a sera. Ho il naso che non riesco più a toccare dal male che fa per la stretta della mascherina, stiamo in piedi con i succhi di frutta perché le cannucce passano sotto la mascherina. Niente pipì altri- menti toccherebbe sbardarsi e ribardarsi ed è complicato. Ma tutto questo ormai la gente ha imparato a conoscerlo. Quello che non si può capire se non si prova è altro...".
"Cosa? È lo stato d’animo che si vive, con tutti quegli occhi che ti guardano, che ti chiedono aiuto anche se la voce non esce. Tanti guariscono, certo. Però più passano i giorni più si vedono arrivare persone sulla cinquantina e in tanti, soprattutto degli anziani, non ce la fanno. Alcuni, se han- no più di 70 anni e altre patologie importanti — arrivano con la sigla “ncr”, non candidabili alla rianimazione".
"Chi lo decide? L’anestesista, lo pneumologo e l’infettivologo. Non è che li abbandoniamo a loro stessi, sia chiaro. Vengono spostati in un altro reparto Covid dove vanno a continuare le cure palliative".
"Cosa? È lo stato d’animo che si vive, con tutti quegli occhi che ti guardano, che ti chiedono aiuto anche se la voce non esce. Tanti guariscono, certo. Però più passano i giorni più si vedono arrivare persone sulla cinquantina e in tanti, soprattutto degli anziani, non ce la fanno. Alcuni, se han- no più di 70 anni e altre patologie importanti — arrivano con la sigla “ncr”, non candidabili alla rianimazione".
"Chi lo decide? L’anestesista, lo pneumologo e l’infettivologo. Non è che li abbandoniamo a loro stessi, sia chiaro. Vengono spostati in un altro reparto Covid dove vanno a continuare le cure palliative".