Ma io vado oltre: un buon dirigente sportivo, che con lealtà si pone ai giocatori spiegando come stanno le cose e non fantasticando su Milan China ed annessi e connessi, saprebbe tranquillamente nel giro di massimo due anni ricostruire un grande Milan credibile anche nei conti e sfruttando comunque il solo blasone della società, San Siro e questi colori.
Anche cedendo Bonucci ed il suo contratto, figuriamoci Suso.
Il problema è che navigando del tutto a vista ed improvvisando la strategia sia finanziaria che sul mercato, non siamo affatto pronti ad entrare in un'ottica di ricostruzione intelligente, come testimoniato dalla folle ricerca dei parametri zero costosi, vecchi ed inutili.
Suso 40 milioni? Benissimo.
Bonucci 40 milioni? Benissimo.
Reinvesto quei soldi in fattispecie giovani, di grande talento, che insieme a chi decide di restare avrà il compito di rilanciare alla grande il Milan nella nuova dinastia mentre si risanano conti e rapporti con la UEFA, anche a costo di un nono posto l'anno prossimo.
Messa così suona benissimo, ma c'è davvero la volontà e soprattutto la capacità di entrare in quella dimensione?