- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 236,895
- Reaction score
- 42,679
Aggiornamenti dalla GDS sull'assemblea di ieri e sui conti del Milan. La rosea conferma le anticipazioni delle settimane scorse con Emirates che firmerà un nuovo contratto col Milan da 30 mln a stagione.
Elliott ha consegnato a RedBird un gioiellino. Il marchio rivitalizzato dallo scudetto e dal ritorno in Champions, le spese sportive inferiori alla concorrenza, la gestione ordinaria che non brucia cassa, il debito quasi azzerato. Adesso toccherà a Gerry Cardinale e al suo team passare alla fase due: dopo il risanamento, la crescita. L’assemblea degli azionisti del Milan ieri è stata l’occasione per segnare un punto di arrivo e, insieme, di ripartenza. L’esercizio 2021-22 si è chiuso in perdita di 66 milioni: erano 195 nel 2019-20 e 96 nel 2020- 21. Rispetto alle big storiche e agli squilibri del settore, i rossoneri si muovono in controtendenza: nella scorsa stagione la Juve ha bruciato 254 milioni, l’Inter 140. Emirates Il miglioramento dei conti è avvenuto attraverso una crescita organica dei ricavi. Sì, nel 2021-22 ha inciso la plusvalenza per la vendita di Casa Milan (18 milioni) ma il player trading è stato marginale: proventi per complessivi 10 milioni (di cui 5 dalla vendita di Hauge) e saldo netto pari a zero. Va sottolineata, invece, la performance del settore commerciale, arrivato a introitare 83 milioni grazie a nuovi contratti e bonus: +12% in un anno (65 nel 2020-21), +59% in due anni (52 nel 2019- 20). E in questi giorni si chiuderà il rinnovo con il main sponsor Emirates, attorno ai 30 milioni (15 nell’ultima stagione). Il fatturato del Milan, se si escludono il calciomercato e le operazioni straordinarie, è salito a 269 milioni nell’ultima stagione. Un bel balzo dai 216 del 2018-19, ultimo esercizio pre-Covid. Crescono le entrate e restano bassi i costi. Gli stipendi totali ammontano a 170 milioni, soglia sostenibile in relazione ai ricavi, tant’è che l’Ebitda è in territorio positivo (+29), facendo esultare il presidente Paolo Scaroni: «Adesso non bruciamo cassa, salvo che per acquisti importanti sul mercato. E quindi non abbiamo bisogno dell’apporto dell’azionista». Serve uno step ulteriore per raggiungere il pareggio di bilancio. «Magari ci avviciniamo nel 2023-24, a patto di andare avanti in Champions», annuncia Scaroni. Il percorso europeo è cruciale per il piano di sviluppo. Sta qui il cuore della sfida di RedBird. «Il Milan ha 500 milioni di fan nel mondo, che purtroppo invecchiano. Se non facciamo bene in Champions, attirando le giovani generazioni, tra qualche anno avremo solo novantenni a seguirci», dice Scaroni. E altre speranze sono riposte in quel mix di conoscenze e competenze di RedBird, che «non avevamo sul fronte internazionale». Continuità Il modus operandi di Elliott proseguirà con RedBird. Lo conferma Scaroni: «Anche RedBird vuol tenere sotto controllo il debito». Tradotto, significa che, dopo aver abbattuto l’indebitamento finanziario netto (28 milioni al 30 giugno 2022), il Milan eviterà di azionare la leva finanziaria per sostenere gli investimenti. E, almeno nei piani, non ricorrerà alle iniezioni di capitale. La scorsa stagione i rossoneri si sono smarcati dal supporto dell’azionista: Elliott ha versato “solo” 5 milioni. Grazie ai 125 milioni della rivalutazione del marchio, è stato pure tolto a RedBird l’obbligo di ripianare le prossime perdite: il patrimonio netto consolidato è positivo per 131 milioni. Il fondo americano, però, dovrà continuare ad adottare la disciplina di bilancio, in modo che la cassa si autofinanzi, e nel mediolungo periodo avrà il compito di incrementare i ricavi. Il sogno è arrivare a 500 milioni, «la soglia che dà la sostenibilità finanziaria a lungo termine», spiega Scaroni. In pegno Elliott osserva da spettatore interessato. È vero che a fine agosto ha ceduto il 99,93% del Milan ad Acm Bidco, il veicolo olandese di RedBird, ma nell’ambito dell’operazione da 1,2 miliardi ha concesso all’acquirente un “vendor loan” da 550 milioni e in cambio, oltre ad avere tre membri in cda, ha ottenuto il pegno sulle azioni “«quale credito garantito, in forza del contratto denominato “Pledge Agreement over Shares», come riporta la relazione di bilancio.
CorSera: L’era RedBird è iniziata, l’obiettivo è creare una media company. Ora la fase è di studio, c’è uno staff di 7-8 persone al lavoro
Elliott ha consegnato a RedBird un gioiellino. Il marchio rivitalizzato dallo scudetto e dal ritorno in Champions, le spese sportive inferiori alla concorrenza, la gestione ordinaria che non brucia cassa, il debito quasi azzerato. Adesso toccherà a Gerry Cardinale e al suo team passare alla fase due: dopo il risanamento, la crescita. L’assemblea degli azionisti del Milan ieri è stata l’occasione per segnare un punto di arrivo e, insieme, di ripartenza. L’esercizio 2021-22 si è chiuso in perdita di 66 milioni: erano 195 nel 2019-20 e 96 nel 2020- 21. Rispetto alle big storiche e agli squilibri del settore, i rossoneri si muovono in controtendenza: nella scorsa stagione la Juve ha bruciato 254 milioni, l’Inter 140. Emirates Il miglioramento dei conti è avvenuto attraverso una crescita organica dei ricavi. Sì, nel 2021-22 ha inciso la plusvalenza per la vendita di Casa Milan (18 milioni) ma il player trading è stato marginale: proventi per complessivi 10 milioni (di cui 5 dalla vendita di Hauge) e saldo netto pari a zero. Va sottolineata, invece, la performance del settore commerciale, arrivato a introitare 83 milioni grazie a nuovi contratti e bonus: +12% in un anno (65 nel 2020-21), +59% in due anni (52 nel 2019- 20). E in questi giorni si chiuderà il rinnovo con il main sponsor Emirates, attorno ai 30 milioni (15 nell’ultima stagione). Il fatturato del Milan, se si escludono il calciomercato e le operazioni straordinarie, è salito a 269 milioni nell’ultima stagione. Un bel balzo dai 216 del 2018-19, ultimo esercizio pre-Covid. Crescono le entrate e restano bassi i costi. Gli stipendi totali ammontano a 170 milioni, soglia sostenibile in relazione ai ricavi, tant’è che l’Ebitda è in territorio positivo (+29), facendo esultare il presidente Paolo Scaroni: «Adesso non bruciamo cassa, salvo che per acquisti importanti sul mercato. E quindi non abbiamo bisogno dell’apporto dell’azionista». Serve uno step ulteriore per raggiungere il pareggio di bilancio. «Magari ci avviciniamo nel 2023-24, a patto di andare avanti in Champions», annuncia Scaroni. Il percorso europeo è cruciale per il piano di sviluppo. Sta qui il cuore della sfida di RedBird. «Il Milan ha 500 milioni di fan nel mondo, che purtroppo invecchiano. Se non facciamo bene in Champions, attirando le giovani generazioni, tra qualche anno avremo solo novantenni a seguirci», dice Scaroni. E altre speranze sono riposte in quel mix di conoscenze e competenze di RedBird, che «non avevamo sul fronte internazionale». Continuità Il modus operandi di Elliott proseguirà con RedBird. Lo conferma Scaroni: «Anche RedBird vuol tenere sotto controllo il debito». Tradotto, significa che, dopo aver abbattuto l’indebitamento finanziario netto (28 milioni al 30 giugno 2022), il Milan eviterà di azionare la leva finanziaria per sostenere gli investimenti. E, almeno nei piani, non ricorrerà alle iniezioni di capitale. La scorsa stagione i rossoneri si sono smarcati dal supporto dell’azionista: Elliott ha versato “solo” 5 milioni. Grazie ai 125 milioni della rivalutazione del marchio, è stato pure tolto a RedBird l’obbligo di ripianare le prossime perdite: il patrimonio netto consolidato è positivo per 131 milioni. Il fondo americano, però, dovrà continuare ad adottare la disciplina di bilancio, in modo che la cassa si autofinanzi, e nel mediolungo periodo avrà il compito di incrementare i ricavi. Il sogno è arrivare a 500 milioni, «la soglia che dà la sostenibilità finanziaria a lungo termine», spiega Scaroni. In pegno Elliott osserva da spettatore interessato. È vero che a fine agosto ha ceduto il 99,93% del Milan ad Acm Bidco, il veicolo olandese di RedBird, ma nell’ambito dell’operazione da 1,2 miliardi ha concesso all’acquirente un “vendor loan” da 550 milioni e in cambio, oltre ad avere tre membri in cda, ha ottenuto il pegno sulle azioni “«quale credito garantito, in forza del contratto denominato “Pledge Agreement over Shares», come riporta la relazione di bilancio.
CorSera: L’era RedBird è iniziata, l’obiettivo è creare una media company. Ora la fase è di studio, c’è uno staff di 7-8 persone al lavoro
Ultima modifica: