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A me lo dici...
E' il mio mantra. Magari.
Metterei la firma ora se investissimo pesantemente sui ragazzi per formarci in casa calciatori con senso di appartenenza e uno stile di gioco.
Infatti non massacro tanto la proprietà per il lavoro sulla prima squadra quanto per il provincialismo del settore giovanile.
Quando tornammo in serie A negli anni '80, la squadra che fece poi da base per il ciclo mitologico di Sacchi e gli olandesi, aveva 9 (leggasi nove) ragazzini della primavera in squadra, tutti con 20 anni da compiere, eccetto Baresi.
Oltre la metà di questi ragazzi ha avuto successo o ha dato un notevole contributo, e qualcuno è diventato campione del mondo.
Adesso non solo sembra che non abbiamo nessuno, ma diamo in prestito Pobega per 4 volte, e quando torna avrà 23 anni suonati, senza sapere se è carne o pesce. Dobbiamo fare in modo che a 18 anni i ragazzi devono essere già pronti e con le idee chiare.
Si dà tempo, certo, ma si deve essere anche decisi e risoluti, la scommessa deve avere margine di errore ragionevole. Preferisco provare 4 ragazzi diversi piuttosto che lo stesso ragazzo per 4 anni di fila.
Inutile poi mettersi a dettagliare sugli artefici della disfatta del nostro settore giovanile.