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Come riporta Dagospia, Cardinale ha trattato con PIF interessato a rilevare i 600 milioni di debito che il proprietario di Redbird ha con Elliott e anche di mettere un cospicuo assegno per la costruzione del nuovo stadio a San Donato. Il fondo arabo aveva un’esclusiva fino al 31 marzo ma, proprio mentre l’operazione si stava chiudendo, i magistrati di Milano scovano delle carte che dimostrerebbero proprio che il proprietario del Milan sarebbe ancora Elliott e Gerry Cardinale sarebbe solo un prestanome.
La cessione era all'insaputa di Elliott.
Come mai ogni volta che qualcuno cerca di comprare il Milan qualcosa lo impedisce?
Il primo fu Rocco Commisso il quale, nel 2018, arrivò vicinissimo a chiudere l’operazione per rilevare la squadra rossonera. All’ultimo momento il cinese cambiò pool di avvocati: l’operazione saltò, Li fece scadere il pegno, e Elliott rilevò la proprietà del Milan.
Nel 2022 fu il fondo arabo Investcorp ad arrivare vicinissimo all’acquisizione da Elliott. Era già pronto un organigramma con Paolo Maldini presidente, Ivan Gadizis ceo e Antonio Conte in panchina. Il Milan vinse lo scudetto, Paul e Gordon Singer fecero il giro con il pullman circondato dai tifosi, e decisero di tenerne la proprietà, salvo venderla poco dopo all’italo-americano Gerry Cardinale, che ebbe però bisogno di un cospicuo finanziamento ancora di Elliott per chiudere l’operazione.
Risultato? Il presidente rimase Paolo Scaroni, uomo di Elliott fin dai tempi della scalata a Tim, e amministratore delegato divenne Giorgio Furlani, ovvero il capo di Elliott a Londra.
La cessione era all'insaputa di Elliott.
Come mai ogni volta che qualcuno cerca di comprare il Milan qualcosa lo impedisce?
Il primo fu Rocco Commisso il quale, nel 2018, arrivò vicinissimo a chiudere l’operazione per rilevare la squadra rossonera. All’ultimo momento il cinese cambiò pool di avvocati: l’operazione saltò, Li fece scadere il pegno, e Elliott rilevò la proprietà del Milan.
Nel 2022 fu il fondo arabo Investcorp ad arrivare vicinissimo all’acquisizione da Elliott. Era già pronto un organigramma con Paolo Maldini presidente, Ivan Gadizis ceo e Antonio Conte in panchina. Il Milan vinse lo scudetto, Paul e Gordon Singer fecero il giro con il pullman circondato dai tifosi, e decisero di tenerne la proprietà, salvo venderla poco dopo all’italo-americano Gerry Cardinale, che ebbe però bisogno di un cospicuo finanziamento ancora di Elliott per chiudere l’operazione.
Risultato? Il presidente rimase Paolo Scaroni, uomo di Elliott fin dai tempi della scalata a Tim, e amministratore delegato divenne Giorgio Furlani, ovvero il capo di Elliott a Londra.
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