I grandi, insormontabili problemi del Milan sono, ahimè, due: non siamo competitivi per davvero da una vita, né a livello di rosa né a livello di management e progetto; abbiamo dei bilanci che ci impediranno di investire pesante sul mercato. Sono entrambe condizioni che tengono lontani chilometri e chilometri dal club allenatori ambiziosi o abituati a piazze competitive. Chi è che verrebbe al Milan dei cosiddetti "big" ora come ora? Perché Sarri, che ha appena vinto il secondo trofeo europeo più importante, dovrebbe venire in questo Milan con la rosa monca, i bilanci in rosso e un management proiettato verso l'austerità? Ma anche uno come Allegri, perché dovrebbe venire al Milan, club in cui è già stato peraltro, dopo essere stato alla Juve, l'unico club con mentalità e casse da top in Italia? E Conte, perché sarebbe dovuto venire al Milan?
Noi possiamo anche contattarli, offrirgli degli ingaggi elevatissimi (tanto non ci stiamo facendo problemi a pagare i dirigenti, anche quelli senza esperienza), ma quando si tratta di offrire competitività e ambizione, purtroppo, siamo costretti a fare un passo indietro. Sta tutto lì. Nessuno dei big o presunti tali accetterebbe di metterci la faccia in questo Milan. Ecco perché Gianpaolo, un allenatore che, pur non essendo ambizioso e pretendendo acquisti particolari, potrebbe insegnare a giocare ai nostri giovani presenti e del futuro, almeno fino a quando il club non tornerà competitivo e con i conti a posto.