Milan: obiettivo minimo quarto posto. Ma niente limiti.

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Per me porsi l'obiettivo del 4° posto è piuttosto senza senso. E' un obiettivo dell'azienda perchè rappresenta un gran bonus economico. Ma i giocatori, la squadra, devono avere ben altri traguardi: l'obiettivo del Milan è vincere la Champions.
Se si è in testa si deve lottare per lo scudetto. Non vedo proprio cosa cambi se si deve lottare per il 4° posto. Davvero non so che cosa cambi, che possiamo scendere in campo per pareggiare o per perdere?

Anche perché se parti da perdente con l’obiettivo del piazzamento poi non ottieni manco quello. Come scrivevo a [MENTION=2581]diavoloINme[/MENTION], il Milan sta tornando il Milan da quando ha preso un campione come Zlatan, cioè uno da Milan vero, che non avevamo da tanti, troppi anni. E coi giocatori da vero Milan torna anche la mentalità, quella vincente, non quella del piazzamento.

Il piazzamento Champions è una conseguenza naturale, che deve essere naturale per un club vincente come il Milan, che se lotta per vincere non può che arrivare perlomeno a piazzarsi.

Avete ragione da vendere.
Il buon Sacchi diceva : non ho mai visto nessuno ottenere il massimo dando il minimo.
Si gioca per il massimo.
E i conti si fanno alla fine.

Il milan è rinato più e più volte.
Ricordo ad esempio dopo il ciclo capello che il milan in europa faceva tanta fatica a riemergere.
Eravamo anche riusciti a vincere lo scudetto con zac ma quella squadra in champions arrancava e collezionava solo brutte figure.
E si che avevamo ancora in rosa vecchi baluardi come maldini....

Siamo poi rifioriti col ciclo ancelotti e come me lo sono goduto quel ritorno in europa da gran signori e da dominatori.
Inziò tutto a la coruna , con quelle 4 sberle in faccia al super depor.
4 sberle, 4 messaggi al mondo che il milan era tornato per comandare.


Roba da milan , roba da noi.

Non è mai facile arrivare ai vertici, è ancora più difficile rimanerci ma è tremendamente dura ritornarci.
Passano gli anni, passano i campionati, passa la nostra vita ma la speranza è sempre quella di vivere un altro ciclo da magico milan e di legarlo a doppio filo alla nostra esistenza.
 

FiglioDelDioOdino

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Io pensavo di lottare per lo scudetto anche con Hatley e Virdis, figurati oggi :D
Una volta c'era sta idea per cui il tifoso credeva che la propria squadra fosse la più forte, con i giocatori più forti. Il tifo era la speranza che i risultati corrispondessero alle proprie convinzioni, per cui la sconfitta non è più solo la sconfitta del Milan ma anche una sconfitta personale, cioè se la tua squadra del cuore ti intristisce, è perchè ti intristisce il cuore, un cuore a strisce rossonere.
 

A.C Milan 1899

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Avete ragione da vendere.
Il buon Sacchi diceva : non ho mai visto nessuno ottenere il massimo dando il minimo.
Si gioca per il massimo.
E i conti si fanno alla fine.

Il milan è rinato più e più volte.
Ricordo ad esempio dopo il ciclo capello che il milan in europa faceva tanta fatica a riemergere.
Eravamo anche riusciti a vincere lo scudetto con zac ma quella squadra in champions arrancava e collezionava solo brutte figure.
E si che avevamo ancora in rosa vecchi baluardi come maldini....

Siamo poi rifioriti col ciclo ancelotti e come me lo sono goduto quel ritorno in europa da gran signori e da dominatori.
Inziò tutto a la coruna , con quelle 4 sberle in faccia al super depor.
4 sberle, 4 messaggi al mondo che il milan era tornato per comandare.


Roba da milan , roba da noi.

Non è mai facile arrivare ai vertici, è ancora più difficile rimanerci ma è tremendamente dura ritornarci.
Passano gli anni, passano i campionati, passa la nostra vita ma la speranza è sempre quella di vivere un altro ciclo da magico milan e di legarlo a doppio filo alla nostra esistenza.

Beh fare dei cicli vincenti è nella nostra storia, fratello, è nella nostra “normalità”:

1. Anni ‘50, il Gre-No-Li inaugura il primo grande ciclo della nostra storia, che in quel decennio ci porterà a 4 scudetti, 2 coppe latine (l’antesignana della Coppa dei Campioni) e 1 finale contro il Grande Real, e fummo gli unici a portarli ai supplementari. Avremmo anche potuto vincere.

2. Anni ‘60. Il ciclo di Nereo il Grande, il mitico Rocco, un assoluto gigante dentro e fuori dal campo, persona meravigliosa. Ciclo che ci porterà, in quel decennio, a due scudetti, due coppe dei campioni, 1 coppa delle coppe e 1 intercontinentale.

3. Anni ‘80 e ‘90: qui arriviamo al più grande ciclo della nostra storia, nonché il più lungo (durò nove stagioni, dalla stagione 1987/1988 alla stagione 1995/1996), un ciclo unico sebbene compiutosi sotto due allenatori, Sacchi e Capello, il ciclo degli immortali e degli invincibili. Un ciclo che ci porterà in dote cinque scudetti, tre coppe dei campioni/champions e due intercontinentali, + diversi trofei minori come le Supercoppe.

4. Anni 2000, l’ultimo Grande Milan, quello di Ancelotti, una delle squadre più belle mai viste, capace di vincere uno scudetto (tutti sappiamo il perché vincemmo così poco in Italia), 2 Champions e 1 mondiale per club, facendo un vero e proprio ciclo da dominatori in Europa, con tre finali, di cui due vinte, e una semifinale in cinque stagioni, dal 2002/2003 al 2006/2007.

Come puoi vedere, fratello, per il Milan dal dopoguerra fare dei cicli vincenti è la normalità. Gli anni ‘70 (in cui vincemmo 1 solo scudetto, oltre ad una coppa delle coppe e diverse coppe Italia, coppe italia che da sempre sono trofei minori) e gli anni 2010 (uno scudetto e 2 Supercoppe italiane, il decennio più buio della nostra storia dal dopoguerra in poi) sono stati l’anomalia, perché dal dopoguerra abbiamo segnato e marchiato a fuoco non uno, non due, non tre, ma ben cinque decenni di calcio, gli anni ‘50, gli anni ‘60, gli anni ‘80, gli anni ‘90 e gli anni 2000. Che differenza tra noi e chi deve l’80% del suo palmares a sei stagioni negli anni ‘60 e quattro stagioni nella seconda metà degli anni 2000, anni costruiti sulle macerie di uno scandalo nel quale anche loro avrebbero dovuto essere puniti. Che differenza con chi è stato un top club per sei anni la prima volta nell’epoca del boom economico e la seconda volta per quattro anni negli anni dei primi iphone, e tolti quei due brevi cicli è sempre e solo stato un Everton qualunque, con qualche scudettino sparpagliato qui e lì a decenni di distanza, quando va bene a lustri di distanza.

Ma noi siamo il Milan. Noi siamo la storia del calcio, letteralmente.
 
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