Milan: Motta pole ma Pioli... Conte Roma o Napoli.

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Tuttosport in edicola sul mercato degli allenatori: mai come quest’anno friggono le panchine delle grandi. Detto che non c’è addirittura certezza pure del futuro di Simone Inzaghi e Massimiliano Allegri - il primo dovesse perdere il campionato tornerebbe in discussione, mentre il collega, che a fine stagione avrà un solo anno con la Juve, potrebbe valutare cosa fare in futuro -, almeno due grandi e mezza sono già su piazza. Del Napoli si è detto e scritto tutto, ma alla lista si è aggiunta pure la Roma, non fosse altro perché Daniele De Rossi ha accettato la sfida di allenare fino al termine della stagione nella speranza di riuscire a conquistare la conferma (quanto ai tempi riuscì a Inzaghi con la Lazio). Pure Stefano Pioli non se la passa benissimo: lui ha un contratto fino al 2025 ma deve meritare sul campo la possibilità di restare al suo posto. Gerry Cardinale, proprietario del Milan, ha manifestato la sua insoddisfazione per la prima parte di stagione ma ha comunque ribadito la fiducia all’allenatore che però, per salvarsi, dovrà provare a riaprire la lotta scudetto oppure arrivare in fondo all’Europa League, missioni difficili ma non impossibili.

Certo è che l’abbondanza di panchine potenzialmente vaganti già scuote il mercato allenatori. Perché, per il principio dei vasi comunicanti, pure chi sa di essere molto richiesto ha congelato fino a nuovo ordine eventuali discorsi sul rinnovo con il club di appartenenza. Non si fa peccato a pensare in tal senso a Thiago Motta, che a giugno sarà un uomo libero e quindi resta in surplace con il Bologna. L’ex tripletista nell’ultimo campionato e mezzo ha dimostrato di essere pronto per fare il grande salto e cerca un progetto tecnico che ritenga stimolante. Alla luce della stima smisurata che nutre Nasser Al-Khelaïfi nei suoi confronti, l’approdo naturale di Thiago sarà al Psg, dove - dopo aver concluso la carriera da giocatore - ha iniziato ad allenare. Però, visto che Luis Enrique ha appena iniziato il suo percorso al Parco dei Principi risulta più facile pensare che Thiago possa fare “l’upgrade” in Italia dove fa gola in primis al Milan perché è un allenatore “da progetto” che però possiede un curriculum importante (quindi ha spalle larghe) e ha un ingaggio sostenibile.

Chi è libero da lacci e laccioli e porta in dote la fama di “acceleratore” di risultati è Antonio Conte. L’ex ct, dopo la controversa esperienza al Tottenham, vuole tornare in Italia da protagonista e il Napoli già dopo l’esonero di Garcia, aveva provato il colpo. Non se n’è fatto nulla ma risulta difficile che De Laurentiis - anche per imprimere una forte sterzata al pessimismo dilagante - non possa riprovarci. Le richieste economiche di Conte (che al Tottenham prendeva 9,5 milioni a stagione) sono importanti ma non hanno spaventato il Napoli né spaventerebbero i Friedkin, che a Mourinho garantivano un contratto da 7,5 milioni.
Altro allenatore che è in surplace, è Vincenzo Italiano: pure lui ha il contratto in scadenza, però la Fiorentina può esercitare l’opzione per il rinnovo a suo favore, un jolly importante su cui può contare Commisso e gli permetterebbe di tenere il boccino in mano nel caso in cui arrivassero offerte per il suo allenatore. Last but not least, il nome nuovo del nostro calcio, rappresentato da Francesco Farioli: al Nizza sta facendo bene e ha un solo altro anno di contratto. Quello in Costa Azzurra è da sempre un club specializzato nel lanciare talenti: l’allenatore non farebbe eccezione.

Milan: guida Adli. Intesa con Reijnders. Pioli svolta.

Tutte le news Milan di oggi QUI -) https://www.milanworld.net/threads/...7-gennaio-2024-riepilogo.135314/#post-3152833
 

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Tuttosport in edicola sul mercato degli allenatori: mai come quest’anno friggono le panchine delle grandi. Detto che non c’è addirittura certezza pure del futuro di Simone Inzaghi e Massimiliano Allegri - il primo dovesse perdere il campionato tornerebbe in discussione, mentre il collega, che a fine stagione avrà un solo anno con la Juve, potrebbe valutare cosa fare in futuro -, almeno due grandi e mezza sono già su piazza. Del Napoli si è detto e scritto tutto, ma alla lista si è aggiunta pure la Roma, non fosse altro perché Daniele De Rossi ha accettato la sfida di allenare fino al termine della stagione nella speranza di riuscire a conquistare la conferma (quanto ai tempi riuscì a Inzaghi con la Lazio). Pure Stefano Pioli non se la passa benissimo: lui ha un contratto fino al 2025 ma deve meritare sul campo la possibilità di restare al suo posto. Gerry Cardinale, proprietario del Milan, ha manifestato la sua insoddisfazione per la prima parte di stagione ma ha comunque ribadito la fiducia all’allenatore che però, per salvarsi, dovrà provare a riaprire la lotta scudetto oppure arrivare in fondo all’Europa League, missioni difficili ma non impossibili.

Certo è che l’abbondanza di panchine potenzialmente vaganti già scuote il mercato allenatori. Perché, per il principio dei vasi comunicanti, pure chi sa di essere molto richiesto ha congelato fino a nuovo ordine eventuali discorsi sul rinnovo con il club di appartenenza. Non si fa peccato a pensare in tal senso a Thiago Motta, che a giugno sarà un uomo libero e quindi resta in surplace con il Bologna. L’ex tripletista nell’ultimo campionato e mezzo ha dimostrato di essere pronto per fare il grande salto e cerca un progetto tecnico che ritenga stimolante. Alla luce della stima smisurata che nutre Nasser Al-Khelaïfi nei suoi confronti, l’approdo naturale di Thiago sarà al Psg, dove - dopo aver concluso la carriera da giocatore - ha iniziato ad allenare. Però, visto che Luis Enrique ha appena iniziato il suo percorso al Parco dei Principi risulta più facile pensare che Thiago possa fare “l’upgrade” in Italia dove fa gola in primis al Milan perché è un allenatore “da progetto” che però possiede un curriculum importante (quindi ha spalle larghe) e ha un ingaggio sostenibile.

Chi è libero da lacci e laccioli e porta in dote la fama di “acceleratore” di risultati è Antonio Conte. L’ex ct, dopo la controversa esperienza al Tottenham, vuole tornare in Italia da protagonista e il Napoli già dopo l’esonero di Garcia, aveva provato il colpo. Non se n’è fatto nulla ma risulta difficile che De Laurentiis - anche per imprimere una forte sterzata al pessimismo dilagante - non possa riprovarci. Le richieste economiche di Conte (che al Tottenham prendeva 9,5 milioni a stagione) sono importanti ma non hanno spaventato il Napoli né spaventerebbero i Friedkin, che a Mourinho garantivano un contratto da 7,5 milioni.
Altro allenatore che è in surplace, è Vincenzo Italiano: pure lui ha il contratto in scadenza, però la Fiorentina può esercitare l’opzione per il rinnovo a suo favore, un jolly importante su cui può contare Commisso e gli permetterebbe di tenere il boccino in mano nel caso in cui arrivassero offerte per il suo allenatore. Last but not least, il nome nuovo del nostro calcio, rappresentato da Francesco Farioli: al Nizza sta facendo bene e ha un solo altro anno di contratto. Quello in Costa Azzurra è da sempre un club specializzato nel lanciare talenti: l’allenatore non farebbe eccezione.

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Certo è che l’abbondanza di panchine potenzialmente vaganti già scuote il mercato allenatori. Perché, per il principio dei vasi comunicanti, pure chi sa di essere molto richiesto ha congelato fino a nuovo ordine eventuali discorsi sul rinnovo con il club di appartenenza. Non si fa peccato a pensare in tal senso a Thiago Motta, che a giugno sarà un uomo libero e quindi resta in surplace con il Bologna. L’ex tripletista nell’ultimo campionato e mezzo ha dimostrato di essere pronto per fare il grande salto e cerca un progetto tecnico che ritenga stimolante. Alla luce della stima smisurata che nutre Nasser Al-Khelaïfi nei suoi confronti, l’approdo naturale di Thiago sarà al Psg, dove - dopo aver concluso la carriera da giocatore - ha iniziato ad allenare. Però, visto che Luis Enrique ha appena iniziato il suo percorso al Parco dei Principi risulta più facile pensare che Thiago possa fare “l’upgrade” in Italia dove fa gola in primis al Milan perché è un allenatore “da progetto” che però possiede un curriculum importante (quindi ha spalle larghe) e ha un ingaggio sostenibile.

Chi è libero da lacci e laccioli e porta in dote la fama di “acceleratore” di risultati è Antonio Conte. L’ex ct, dopo la controversa esperienza al Tottenham, vuole tornare in Italia da protagonista e il Napoli già dopo l’esonero di Garcia, aveva provato il colpo. Non se n’è fatto nulla ma risulta difficile che De Laurentiis - anche per imprimere una forte sterzata al pessimismo dilagante - non possa riprovarci. Le richieste economiche di Conte (che al Tottenham prendeva 9,5 milioni a stagione) sono importanti ma non hanno spaventato il Napoli né spaventerebbero i Friedkin, che a Mourinho garantivano un contratto da 7,5 milioni.
Altro allenatore che è in surplace, è Vincenzo Italiano: pure lui ha il contratto in scadenza, però la Fiorentina può esercitare l’opzione per il rinnovo a suo favore, un jolly importante su cui può contare Commisso e gli permetterebbe di tenere il boccino in mano nel caso in cui arrivassero offerte per il suo allenatore. Last but not least, il nome nuovo del nostro calcio, rappresentato da Francesco Farioli: al Nizza sta facendo bene e ha un solo altro anno di contratto. Quello in Costa Azzurra è da sempre un club specializzato nel lanciare talenti: l’allenatore non farebbe eccezione.

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Certo è che l’abbondanza di panchine potenzialmente vaganti già scuote il mercato allenatori. Perché, per il principio dei vasi comunicanti, pure chi sa di essere molto richiesto ha congelato fino a nuovo ordine eventuali discorsi sul rinnovo con il club di appartenenza. Non si fa peccato a pensare in tal senso a Thiago Motta, che a giugno sarà un uomo libero e quindi resta in surplace con il Bologna. L’ex tripletista nell’ultimo campionato e mezzo ha dimostrato di essere pronto per fare il grande salto e cerca un progetto tecnico che ritenga stimolante. Alla luce della stima smisurata che nutre Nasser Al-Khelaïfi nei suoi confronti, l’approdo naturale di Thiago sarà al Psg, dove - dopo aver concluso la carriera da giocatore - ha iniziato ad allenare. Però, visto che Luis Enrique ha appena iniziato il suo percorso al Parco dei Principi risulta più facile pensare che Thiago possa fare “l’upgrade” in Italia dove fa gola in primis al Milan perché è un allenatore “da progetto” che però possiede un curriculum importante (quindi ha spalle larghe) e ha un ingaggio sostenibile.

Chi è libero da lacci e laccioli e porta in dote la fama di “acceleratore” di risultati è Antonio Conte. L’ex ct, dopo la controversa esperienza al Tottenham, vuole tornare in Italia da protagonista e il Napoli già dopo l’esonero di Garcia, aveva provato il colpo. Non se n’è fatto nulla ma risulta difficile che De Laurentiis - anche per imprimere una forte sterzata al pessimismo dilagante - non possa riprovarci. Le richieste economiche di Conte (che al Tottenham prendeva 9,5 milioni a stagione) sono importanti ma non hanno spaventato il Napoli né spaventerebbero i Friedkin, che a Mourinho garantivano un contratto da 7,5 milioni.
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Certo è che l’abbondanza di panchine potenzialmente vaganti già scuote il mercato allenatori. Perché, per il principio dei vasi comunicanti, pure chi sa di essere molto richiesto ha congelato fino a nuovo ordine eventuali discorsi sul rinnovo con il club di appartenenza. Non si fa peccato a pensare in tal senso a Thiago Motta, che a giugno sarà un uomo libero e quindi resta in surplace con il Bologna. L’ex tripletista nell’ultimo campionato e mezzo ha dimostrato di essere pronto per fare il grande salto e cerca un progetto tecnico che ritenga stimolante. Alla luce della stima smisurata che nutre Nasser Al-Khelaïfi nei suoi confronti, l’approdo naturale di Thiago sarà al Psg, dove - dopo aver concluso la carriera da giocatore - ha iniziato ad allenare. Però, visto che Luis Enrique ha appena iniziato il suo percorso al Parco dei Principi risulta più facile pensare che Thiago possa fare “l’upgrade” in Italia dove fa gola in primis al Milan perché è un allenatore “da progetto” che però possiede un curriculum importante (quindi ha spalle larghe) e ha un ingaggio sostenibile.

Chi è libero da lacci e laccioli e porta in dote la fama di “acceleratore” di risultati è Antonio Conte. L’ex ct, dopo la controversa esperienza al Tottenham, vuole tornare in Italia da protagonista e il Napoli già dopo l’esonero di Garcia, aveva provato il colpo. Non se n’è fatto nulla ma risulta difficile che De Laurentiis - anche per imprimere una forte sterzata al pessimismo dilagante - non possa riprovarci. Le richieste economiche di Conte (che al Tottenham prendeva 9,5 milioni a stagione) sono importanti ma non hanno spaventato il Napoli né spaventerebbero i Friedkin, che a Mourinho garantivano un contratto da 7,5 milioni.
Altro allenatore che è in surplace, è Vincenzo Italiano: pure lui ha il contratto in scadenza, però la Fiorentina può esercitare l’opzione per il rinnovo a suo favore, un jolly importante su cui può contare Commisso e gli permetterebbe di tenere il boccino in mano nel caso in cui arrivassero offerte per il suo allenatore. Last but not least, il nome nuovo del nostro calcio, rappresentato da Francesco Farioli: al Nizza sta facendo bene e ha un solo altro anno di contratto. Quello in Costa Azzurra è da sempre un club specializzato nel lanciare talenti: l’allenatore non farebbe eccezione.

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raffaelerossonero

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Francamente non capisco come Conte possa approdare in squadre messe male come Napoli e Roma. Il Milan non gli farebbe sicuramente un mercato sontuoso... ma francamente Napoli e Roma sono messe molto peggio... Perlomeno il Milan non vuole spendere, la Roma, soprattutto, non può spendere.
 
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Secondo me, Conte alla Roma può andarci.

per lui sarebbe perfetta nel senso che lì nessuno gli chiederebbe lo scudetto, cosa che da noi ad esempio sarebbe automatica. Conte in una squadra non da scudetto (soprattuto per come vede lui il calcio e per il tipo di calciatori che gli piacciono, a mio avviso l'opposto di tre quarti della nostra rosa), ma con ambizioni da scudetto, non ci va a fare la figura del *******. Impazzirebbe alla prima conferenza stampa.

Alla Roma, per assurdo, è un ambiente più tranquillo sotto questo aspetto. Oltre al fatto che la Roma ha una squadra più pronta al 352 rispetto alla nostra e non ha una società fissata col moneyball e con la valorizzazione di giovani sconosciuti.
 

Rickrossonero

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Secondo me, Conte alla Roma può andarci.

per lui sarebbe perfetta nel senso che lì nessuno gli chiederebbe lo scudetto, cosa che da noi ad esempio sarebbe automatica. Conte in una squadra non da scudetto (soprattuto per come vede lui il calcio e per il tipo di calciatori che gli piacciono, a mio avviso l'opposto di tre quarti della nostra rosa), ma con ambizioni da scudetto, non ci va a fare la figura del *******. Impazzirebbe alla prima conferenza stampa.

Alla Roma, per assurdo, è un ambiente più tranquillo sotto questo aspetto. Oltre al fatto che la Roma ha una squadra più pronta al 352 rispetto alla nostra e non ha una società fissata col moneyball e con la valorizzazione di giovani sconosciuti.
Mha un suo approdo alla Roma significherebbe la fine di una carriera ad alti livelli, per me non la prende nemmeno in considerazione.
 
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Mha un suo approdo alla Roma significherebbe la fine di una carriera ad alti livelli, per me non la prende nemmeno in considerazione.
ad alto livello in serie A c'è niente.
All'Inter non ci torna. Alla Juve non credo anche perchè è una Juve che deve vendere giocatori e al Milan non me lo vedo accettare uno stipendio basso, valorizzare gente come thiaw, reijnders, okafor, musah (ma anche lo stesso Leao, giocatore anni luce distante dal suo credo calcistico sia a livello tattico che mentale) e una piazza e dei media che per forza di cose ti chiedono di vincere subito il campionato. Impazzirebbe alla prima conferenza stampa.

Se quindi vuole restare in Italia, deve accontentarsi di meno e vedo avvantaggiata la Roma perchè è comunque una piazza importante con tanto tifo, ma a cui nessuno gli chiederà mai di vincere lo scudetto nell'immediato. E' come la sua Italia modesta agli europei a cui nessuno chiedeva vittorie e dove un'uscita ai quarti è stata vista quasi come un trionfo.
 
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