Estate 1994, ero al mare con degli amici e la ragazza di allora, in un chiosco sulla spiaggia di Cervia. Durante l’intervallo di Italia-Bulgaria stavo parlando di Milan con i miei amici, milanisti pure loro, e un signore sulla settantina se la rise di gusto sentendo quello che dicevamo e ci disse che un giorno Berlusconi ci avrebbe distrutto esattamente come ci aveva fatti ritornare grandi, che era il suo modus operandi quello di lasciare terra bruciata, e ci parlò dello smantellamento della Polisportiva Mediolanum avvenuto pochi mesi prima, a fine Maggio del ‘94.
Noi non gli abbiamo dato peso, avevamo ancora negli occhi il goal del Genio ad Atene e il double scudetto/CL per dare peso a certe farneticazioni (così le consideravamo all’epoca, figuriamoci se ciò che riguardava la Polisportiva Mediolanum avrebbe dovuto riguardare noi, noi eravamo il Milan che diamine). Poi 18 anni dopo, a metà Luglio 2012, con le svendite di Ibra e Thiago a coronamento dell’addio in blocco di tutti i senatori, che decretavano la morte del Milan e la nascita della sua sfigurata e clownesca parodia, le parole di quel signore che erano da 18 lunghi anni seppellite in uno dei tanti cassetti della memoria riaffiorarono prepotentemente.