Milan: missione stella. CDK chiave. Certezze e incertezze.

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CorSera: Missione seconda stella. L’ha detto chiaro e tondo Paolo Maldini, nel giorno del raduno, andando dritto al punto e mettendo subito saggiamente le cose in chiaro, a dimostrazione del fatto che il suo Milan è cresciuto e non ha più bisogno né intenzione di nascondersi. Giusto così: dopo la clamorosa impresa della stagione scorsa, con lo scudetto vinto a sorpresa ma con pieno merito, il giovane Diavolo riprende il suo percorso di crescita puntando sulle medesime qualità che hanno fatto la differenza nelle ultime due annate: gioco, entusiasmo, idee chiare. Il punto di forza è senza dubbio la continuità: la concorrenza s’è rafforzata, rivincere sarà ancora più difficile, ma i rossoneri hanno dalla loro il vantaggio di essere già una squadra definita, nell’assetto e nelle conoscenze, con meccanismi rodati e un gruppo compatto e affiatato. «Possiamo ancora migliorarci, molti giocatori non hanno ancora raggiunto il loro massimo potenziale» ha ribadito Stefano Pioli. È vero: la sensazione è che il Milan possa solo crescere. Leao, Tonali, Hernandez, Tomori, Kalulu, Bennacer: i margini di crescita sono enormi. Non sono cambiate le strategie, dentro e fuori dal campo, con la sostenibilità gestionale che era e resta la linea guida principale. Così era con Elliott, così sarà con RedBird di Gerry Cardinale. È arrivato De Ketelaere dal Bruges, un investimento da 35 milioni: vedremo se il biondino sarà all’altezza della sua fama crescente, ma va detto che sulla carta era esattamente ciò che serviva per il salto di qualità. L’anno scorso la difesa è risultata decisiva per lo scudetto, ma era in attacco che serviva migliorare, per scardinare le difese chiuse delle cosiddette piccole ma anche per essere più competitivi in Champions, dove si punta come minimo agli ottavi. Origi, arrivato gratis dal Liverpool, rinforzerà il reparto con la sua esperienza, in attesa del ritorno a gennaio dell’infinito Ibrahimovic, e insieme a CDK permetterà a Pioli qualche fondamentale variazione tattica nelle strategie di gioco, con l’obiettivo di forgiare un Milan più versatile e quindi più imprevedibile. Già l’Udinese, domani a San Siro, sarà in questo senso un test prezioso: quest’anno il Diavolo è la squadra da battere, tutti daranno il doppio per riuscirci. Gestire questa nuova pressione sarà una difficoltà in più. Una cosa è certa: se De Ketelaere si adatta alla svelta al campionato italiano, che non è quello belga, può essere l’uomo chiave. Ha tutto: fantasia, tecnica, fisicità. Paragonarlo già a Kakà è prematuro e controproducente, ma è davvero un gran bel colpo. Può portare gol e assist. Sarebbe servito anche un esterno destro che alzasse la qualità rispetto a Saelemaekers e Messias, invece al massimo arriveranno un mediano fisico e un difensore centrale per sostituire rispettivamente Kessie (non sarà facile) e Romagnoli. Maldini e Massara non hanno fretta, anche perché il mercato chiude il primo settembre. Partire con una fisionomia di squadra definitiva sarebbe stato meglio, ma i due manager meritano fiducia piena: se la sono meritata. Un discorso, quello della fiducia, che vale in generale per il Milan dei piccoli diavoli, che nel 2021-22 hanno impressionato e vinto mostrando il calcio più moderno ed europeo. Nonostante questo, e nonostante lo scudetto cucito sul petto, la sensazione è che molti continuino a sottovalutarli. Esattamente come un anno fa.

CorSport: Certezze: parte con il titolo di campione d'Italia e una squadra praticamente identica allo scorso anno, fatta eccezione per Kessie. Ha messo dentro la freschezza di Adli e soprattutto De Ketelaere sulla trequarti più un attaccante come Origi. Il precampionato è andato alla grande e la difesa si è confermata affidabile.

Incertezze: Nonostante il rientro di Pobega, mancano un centrocampista che sostituisca Kessie e un difensore centrale. Ibrahimovic, il leader spirituale, tornerà in campo solo a gennaio. C'è da convivere con la pressione di dover difendere il titolo: un gruppo così giovane saprà rispondere "presente"?
 
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alexpozzi90

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CorSera: Missione seconda stella. L’ha detto chiaro e tondo Paolo Maldini, nel giorno del raduno, andando dritto al punto e mettendo subito saggiamente le cose in chiaro, a dimostrazione del fatto che il suo Milan è cresciuto e non ha più bisogno né intenzione di nascondersi. Giusto così: dopo la clamorosa impresa della stagione scorsa, con lo scudetto vinto a sorpresa ma con pieno merito, il giovane Diavolo riprende il suo percorso di crescita puntando sulle medesime qualità che hanno fatto la differenza nelle ultime due annate: gioco, entusiasmo, idee chiare. Il punto di forza è senza dubbio la continuità: la concorrenza s’è rafforzata, rivincere sarà ancora più difficile, ma i rossoneri hanno dalla loro il vantaggio di essere già una squadra definita, nell’assetto e nelle conoscenze, con meccanismi rodati e un gruppo compatto e affiatato. «Possiamo ancora migliorarci, molti giocatori non hanno ancora raggiunto il loro massimo potenziale» ha ribadito Stefano Pioli. È vero: la sensazione è che il Milan possa solo crescere. Leao, Tonali, Hernandez, Tomori, Kalulu, Bennacer: i margini di crescita sono enormi. Non sono cambiate le strategie, dentro e fuori dal campo, con la sostenibilità gestionale che era e resta la linea guida principale. Così era con Elliott, così sarà con RedBird di Gerry Cardinale. È arrivato De Ketelaere dal Bruges, un investimento da 35 milioni: vedremo se il biondino sarà all’altezza della sua fama crescente, ma va detto che sulla carta era esattamente ciò che serviva per il salto di qualità. L’anno scorso la difesa è risultata decisiva per lo scudetto, ma era in attacco che serviva migliorare, per scardinare le difese chiuse delle cosiddette piccole ma anche per essere più competitivi in Champions, dove si punta come minimo agli ottavi. Origi, arrivato gratis dal Liverpool, rinforzerà il reparto con la sua esperienza, in attesa del ritorno a gennaio dell’infinito Ibrahimovic, e insieme a CDK permetterà a Pioli qualche fondamentale variazione tattica nelle strategie di gioco, con l’obiettivo di forgiare un Milan più versatile e quindi più imprevedibile. Già l’Udinese, domani a San Siro, sarà in questo senso un test prezioso: quest’anno il Diavolo è la squadra da battere, tutti daranno il doppio per riuscirci. Gestire questa nuova pressione sarà una difficoltà in più. Una cosa è certa: se De Ketelaere si adatta alla svelta al campionato italiano, che non è quello belga, può essere l’uomo chiave. Ha tutto: fantasia, tecnica, fisicità. Paragonarlo già a Kakà è prematuro e controproducente, ma è davvero un gran bel colpo. Può portare gol e assist. Sarebbe servito anche un esterno destro che alzasse la qualità rispetto a Saelemaekers e Messias, invece al massimo arriveranno un mediano fisico e un difensore centrale per sostituire rispettivamente Kessie (non sarà facile) e Romagnoli. Maldini e Massara non hanno fretta, anche perché il mercato chiude il primo settembre. Partire con una fisionomia di squadra definitiva sarebbe stato meglio, ma i due manager meritano fiducia piena: se la sono meritata. Un discorso, quello della fiducia, che vale in generale per il Milan dei piccoli diavoli, che nel 2021-22 hanno impressionato e vinto mostrando il calcio più moderno ed europeo. Nonostante questo, e nonostante lo scudetto cucito sul petto, la sensazione è che molti continuino a sottovalutarli. Esattamente come un anno fa.

CorSport: Certezze: parte con il titolo di campione d'Italia e una squadra praticamente identica allo scorso anno, fatta eccezione per Kessie. Ha messo dentro la freschezza di Adli e soprattutto De Ketelaere sulla trequarti più un attaccante come Origi. Il precampionato è andato alla grande e la difesa si è confermata affidabile.

Incertezze: Nonostante il rientro di Pobega, mancano un centrocampista che sostituisca Kessie e un difensore centrale. Ibrahimovic, il leader spirituale, tornerà in campo solo a gennaio. C'è da convivere con la pressione di dover difendere il titolo: un gruppo così giovane saprà rispondere "presente"?
Non vedevo l'ora di leggere che pure Romagnoli sia un elemento importante da sostituire... :asd:
 

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CorSport: Certezze: parte con il titolo di campione d'Italia e una squadra praticamente identica allo scorso anno, fatta eccezione per Kessie. Ha messo dentro la freschezza di Adli e soprattutto De Ketelaere sulla trequarti più un attaccante come Origi. Il precampionato è andato alla grande e la difesa si è confermata affidabile.

Incertezze: Nonostante il rientro di Pobega, mancano un centrocampista che sostituisca Kessie e un difensore centrale. Ibrahimovic, il leader spirituale, tornerà in campo solo a gennaio. C'è da convivere con la pressione di dover difendere il titolo: un gruppo così giovane saprà rispondere "presente"?
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