Milan: Investc. non convince. Redbird sorpassa. Si va per le lunghe.

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Ragnet_7

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La questione ha senso solo se Elliot vuole tenere una quota da continuare a valutare nel tempo, magari con la questione stadio.
 

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Il Corriere della Sera in edicola conferma le news di ieri sul sorpasso di Redbird ed aggiunge: il sorpasso da parte del fondo RedBird ai danni di Investcorp c’è stato. Il colosso americano ha argomenti solidi e molto convincenti agli occhi di Elliott per superare quello del Bahrain nell’acquisto del club. È chiaro che l’offerta economica resta fondamentale e al momento quella che arriva dagli Usa si attesterebbe attorno al miliardo di euro, mentre dal Bahrain era stata formalizzata una proposta da 1 miliardo e 180 milioni. Ma appunto la cifra è ancora oggetto di trattativa e chissà che non possa subire altre variazioni. Al netto dell’esito di questa negoziazione, che al momento non si può prevedere, le caratteristiche di RedBird sono perfette per piacere a Elliott. Intanto la comune origine Usa può facilitare il dialogo. Ma a essere decisive nelle valutazioni potrebbero essere la solidità e la specializzazione nel settore sport: RedBird gestisce 6 miliardi di dollari, potrebbe portare a termine l’operazione senza problemi e ha maturato le conoscenze e l’esperienza per consolidare il passaggio del Milan da semplice club di calcio a media company. D’altra parte dicono i ben informati che le modalità con le quali Investcorp sta pensando di strutturare l’offerta non abbiano fatto fare i salti di gioia dentro Elliott, soprattutto le ipotesi di bond e di fusione circolate in questi giorni (a maggior ragione se il debito finisse in pancia al Milan): nel frattempo l’esclusiva sulla trattativa è scaduta e non è stata rinnovata. Non è solo una questione d’amore verso il proprio gioiellino risanato, ma di reputazione finanziaria: Elliott vuole lasciare il Milan nelle mani migliori per il futuro. E anche questo avrà un peso.

Tuttosport: Redbird offre di meno (1 mld) ma non avrebbe problemi a chiudere con pagamento cash. La scadenza dell'esclusiva ha posto Investcorp in una posizione non più di vantaggio ma il fondo arabo non molla. La sensazione è che si andrà oltre la fine del campionato, con le trattative.

Corriere dello Sport: la partita tra Investcorp e Redbird è apertissima. Dalla sede del club rossonero filtra che "Sono entrambi candidati forti".

La trattativa per il Milan non si è arenata ma alcune certezze date frettolosamente per acquisite sono intanto evaporate. Anzitutto, la posizione di Investcorp non è così forte come alcuni elementi (l’esposizione mediatica alimentata dallo stesso fondo e la concessione del periodo di esclusiva da parte di Elliott) lasciavano supporre. Investcorp ha visionato in esclusiva i conti del Milan, ipotizzando un prezzo di 1,18 miliardi, ma tutto si è rallentato, se non arrestato. Forse per la difficoltà nel reperire velocemente le risorse necessarie, quando già si strologava su come gli arabi avrebbero gestito il club. La circostanza ha stupito molti: perché un fondo importante si espone senza preventiva copertura fi- nanziaria? Le ragioni possono essere diverse ma occorre spiegare la differenza tra fondi come Elliott che raccolgono dagli investitori e poi scelgono le opportunità più vantaggiose e altri (come Investcorp) che si muovono cercando di volta in volta gli investitori, per ogni specifica operazione, dopo averla individuata. Un limite che può impedire di muoversi velocemente, soprattutto su un deal di dimensioni multiple rispetto a quelli tipici del fondo del Barhain. Ha certamente influito la condizione preliminare posta da Elliott, che questo giornale per primo ha spiegato il 3 maggio: si tratta solo con investitori full-equity, che non utilizzino il club per emettere debito con cui finanziare l’operazione. Perché tale condizione? Che interesse ha Elliott – si dice – a precludersi opportunità più vantaggiose, solo per proteggere un club che non sarà più suo? A dispetto della cinematografia sui fondi, o della vulgata che li ritiene cinici speculatori dediti solo al profitto, vi sono
diversi tipi di fondo. Elliott è un fondo attivista, con la mission di estrarre un ritorno sul capitale dalla gestione delle aziende, di cui indirizza poi le scelte. Guadagna se riesce a imprimere miglioramenti nella performance, logica che applica quando entra (spesso in minoranza) anche in aziende di grandi dimensioni, quotate, con milioni di azionisti
dove i fondi attivisti tentano di nominare propri rappresentanti nel CdA per incalzare il management, stimolare la produttività, ridurre gli sprechi. Proteggendo così anche gli interessi dei piccoli azionisti che spesso, infatti, tifano per l’ingresso dei fondi attivisti. Anzi, spesso le azioni salgono solo alla notizia dell’ingresso. Per un fondo di questo tipo, l’alleanza coi piccoli azionisti è fondamentale ma serve la reputazione di risanatori di business,
capaci di migliorare i risultati, altrimenti i piccoli azionisti non si fidano. Il Milan è operazione di grande visibilità: lasciarvi macerie danneggerebbe l’immagine di Elliott perché un Milan tornato rapidamente nelle secche in cui si trovava lascerebbe il dubbio che il risanamento non fosse poi così efficace. RedBird troverebbe forse più rapidamente i denari per chiudere l’operazione. Specializzato negli investimenti sportivi, ha una capacità dimostrata di aggiungere valore alle aziende che gestisce in cui ama applicare competenze specialistiche sviluppate negli anni. Caratteristiche molto gradite ai piani alti di Elliott che vedono meno incertezze in RedBird e maggiori garanzie di continuare il percorso avviato nel Milan. Basarsi solo sulle dimensioni degli asset in gestione sarebbe un errore, perché gli investimenti controllati da un fondo (9 miliardi nel caso di RedBird) non misurano
la capacità di attrarre nuovi capitali. Le difficoltà di Investcorp hanno alimentato qualche diffidenza anche se la situazione resta aperta, fluida e gli arabi non sono fuori dal deal. “Sono entrambi candidati forti” è il commento diplomatico che filtra dalle stanze del club rossonero anche se la decisione finale (se ci sarà) non passerà dai dirigenti del club, che assistono spettatori. L’esito migliore per i tifosi sarebbe una nuova proprietà in continuità con l’attuale e RedBird potrebbe offrire maggiori garanzie in tal senso. Sapendo che, se un deal non dovesse
chiudersi, il Milan rimarrebbe in ottime mani


ATTENZIONE: SI COMMENTANO (E NON E' OBBLIGATORIO) LE NOTIZIE E NON LE FONTI

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Nel frattempo il Chelsea viene venduto in un mese per 5 miliardi.

Ma ehi, quelli che pensano male siamo noi.

Il Chelsea mica gioca in un campionato di mafiosi. A chi conviene investire un capitale nel Milan in questa Serie A dove competi anche senza soldi basta che hai le giuste conoscenze tipo Marotta
 

Milanforever26

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Alla fine puoi avere anche Pippo Baudo come proprietario, conta zero il nome e tutti i discorsi hanno “poco valore”, ma che conta è la sostenibilità del club, la futuribilità e la cosa di cui abbiamo parlando 8milioni di volte: le sponsorizzazioni correlate.
Si però Lollo siamo onesti, nello sport ci sono due approcci, gli arabi tendono ad avere un approccio più orientato al successo e all'investimento sul club in termini anche di nomi dei giocatori..
Gli ammerigani si portano sempre dietro la loro mentalità da leghe chiuse dove conta solo partecipare e vincere è un aspetto secondario, sono tutti legati agli aspetti correlati allo sport tipo l'entertainment, eventi, tifosi, aumento del valore del brand etc..
OK tutto bello e sostenibile ma nel calcio sta roba ha sempre portato a zero vittorie..
Si rischia molto di diventare un club sul modello arsenal dove non si vince mai nulla..

Noi la fase risanamento dei conti l'abbiamo già fatta, adesso serve lo step successivo perché sennò tanto vale restare con Elliot
 

Zenos

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Nel frattempo il Chelsea viene venduto in un mese per 5 miliardi.

Ma ehi, quelli che pensano male siamo noi.
Ma non farà quel percorso giusto e necessario di risanamento dei conti che ci farà abbattere il payroll,ci azzererà tutti i debiti in modo da permetterci di arrivare 2 anche l'anno prossimo.
 
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hiei87

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Questa è peggio che perdere lo scudetto. Ogni volta un circo. Non so nemmeno cosa augurarmi a questo punto.
 

Super_Lollo

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Sì, vallo a dire alle squadre che puntano, almeno, alle semifinali di CL se basta avere Pippo Baudo e la sostenibilità...
Bayern, sostenibile, futuribile e prioritario irrilevante perché il club cammina per conto suo.
 
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Tutto sommato, se dobbiamo passare a RedBird, meglio stare con Elliott.
Almeno ho la sicurezza di avere le spalle coperte e un proprietario che, seppur non prodigo di danari, ha costruito una struttura che funziona e che presto raggiungerà il pareggio (e l'utile) di bilancio, permettendoci di essere molto piu liberi e meno dipendenti dalla proprietà.

Se cambio di proprietà deve essere, che sia un cambio di marcia deciso e copiosi investimenti.
Altrimenti, meglio continuare con il progetto di risanamento Elliot: ci accontenteremo di Botman, Sanches, Origi, l'ala destra, il ritorno di Pobega e Adli e un paio di colpi di contorno (vice theo e vediamo in base a chi parte e chi resta)
 

danjr

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Il Corriere della Sera in edicola conferma le news di ieri sul sorpasso di Redbird ed aggiunge: il sorpasso da parte del fondo RedBird ai danni di Investcorp c’è stato. Il colosso americano ha argomenti solidi e molto convincenti agli occhi di Elliott per superare quello del Bahrain nell’acquisto del club. È chiaro che l’offerta economica resta fondamentale e al momento quella che arriva dagli Usa si attesterebbe attorno al miliardo di euro, mentre dal Bahrain era stata formalizzata una proposta da 1 miliardo e 180 milioni. Ma appunto la cifra è ancora oggetto di trattativa e chissà che non possa subire altre variazioni. Al netto dell’esito di questa negoziazione, che al momento non si può prevedere, le caratteristiche di RedBird sono perfette per piacere a Elliott. Intanto la comune origine Usa può facilitare il dialogo. Ma a essere decisive nelle valutazioni potrebbero essere la solidità e la specializzazione nel settore sport: RedBird gestisce 6 miliardi di dollari, potrebbe portare a termine l’operazione senza problemi e ha maturato le conoscenze e l’esperienza per consolidare il passaggio del Milan da semplice club di calcio a media company. D’altra parte dicono i ben informati che le modalità con le quali Investcorp sta pensando di strutturare l’offerta non abbiano fatto fare i salti di gioia dentro Elliott, soprattutto le ipotesi di bond e di fusione circolate in questi giorni (a maggior ragione se il debito finisse in pancia al Milan): nel frattempo l’esclusiva sulla trattativa è scaduta e non è stata rinnovata. Non è solo una questione d’amore verso il proprio gioiellino risanato, ma di reputazione finanziaria: Elliott vuole lasciare il Milan nelle mani migliori per il futuro. E anche questo avrà un peso.

Tuttosport: Redbird offre di meno (1 mld) ma non avrebbe problemi a chiudere con pagamento cash. La scadenza dell'esclusiva ha posto Investcorp in una posizione non più di vantaggio ma il fondo arabo non molla. La sensazione è che si andrà oltre la fine del campionato, con le trattative.

Corriere dello Sport: la partita tra Investcorp e Redbird è apertissima. Dalla sede del club rossonero filtra che "Sono entrambi candidati forti".

La trattativa per il Milan non si è arenata ma alcune certezze date frettolosamente per acquisite sono intanto evaporate. Anzitutto, la posizione di Investcorp non è così forte come alcuni elementi (l’esposizione mediatica alimentata dallo stesso fondo e la concessione del periodo di esclusiva da parte di Elliott) lasciavano supporre. Investcorp ha visionato in esclusiva i conti del Milan, ipotizzando un prezzo di 1,18 miliardi, ma tutto si è rallentato, se non arrestato. Forse per la difficoltà nel reperire velocemente le risorse necessarie, quando già si strologava su come gli arabi avrebbero gestito il club. La circostanza ha stupito molti: perché un fondo importante si espone senza preventiva copertura fi- nanziaria? Le ragioni possono essere diverse ma occorre spiegare la differenza tra fondi come Elliott che raccolgono dagli investitori e poi scelgono le opportunità più vantaggiose e altri (come Investcorp) che si muovono cercando di volta in volta gli investitori, per ogni specifica operazione, dopo averla individuata. Un limite che può impedire di muoversi velocemente, soprattutto su un deal di dimensioni multiple rispetto a quelli tipici del fondo del Barhain. Ha certamente influito la condizione preliminare posta da Elliott, che questo giornale per primo ha spiegato il 3 maggio: si tratta solo con investitori full-equity, che non utilizzino il club per emettere debito con cui finanziare l’operazione. Perché tale condizione? Che interesse ha Elliott – si dice – a precludersi opportunità più vantaggiose, solo per proteggere un club che non sarà più suo? A dispetto della cinematografia sui fondi, o della vulgata che li ritiene cinici speculatori dediti solo al profitto, vi sono
diversi tipi di fondo. Elliott è un fondo attivista, con la mission di estrarre un ritorno sul capitale dalla gestione delle aziende, di cui indirizza poi le scelte. Guadagna se riesce a imprimere miglioramenti nella performance, logica che applica quando entra (spesso in minoranza) anche in aziende di grandi dimensioni, quotate, con milioni di azionisti
dove i fondi attivisti tentano di nominare propri rappresentanti nel CdA per incalzare il management, stimolare la produttività, ridurre gli sprechi. Proteggendo così anche gli interessi dei piccoli azionisti che spesso, infatti, tifano per l’ingresso dei fondi attivisti. Anzi, spesso le azioni salgono solo alla notizia dell’ingresso. Per un fondo di questo tipo, l’alleanza coi piccoli azionisti è fondamentale ma serve la reputazione di risanatori di business,
capaci di migliorare i risultati, altrimenti i piccoli azionisti non si fidano. Il Milan è operazione di grande visibilità: lasciarvi macerie danneggerebbe l’immagine di Elliott perché un Milan tornato rapidamente nelle secche in cui si trovava lascerebbe il dubbio che il risanamento non fosse poi così efficace. RedBird troverebbe forse più rapidamente i denari per chiudere l’operazione. Specializzato negli investimenti sportivi, ha una capacità dimostrata di aggiungere valore alle aziende che gestisce in cui ama applicare competenze specialistiche sviluppate negli anni. Caratteristiche molto gradite ai piani alti di Elliott che vedono meno incertezze in RedBird e maggiori garanzie di continuare il percorso avviato nel Milan. Basarsi solo sulle dimensioni degli asset in gestione sarebbe un errore, perché gli investimenti controllati da un fondo (9 miliardi nel caso di RedBird) non misurano
la capacità di attrarre nuovi capitali. Le difficoltà di Investcorp hanno alimentato qualche diffidenza anche se la situazione resta aperta, fluida e gli arabi non sono fuori dal deal. “Sono entrambi candidati forti” è il commento diplomatico che filtra dalle stanze del club rossonero anche se la decisione finale (se ci sarà) non passerà dai dirigenti del club, che assistono spettatori. L’esito migliore per i tifosi sarebbe una nuova proprietà in continuità con l’attuale e RedBird potrebbe offrire maggiori garanzie in tal senso. Sapendo che, se un deal non dovesse
chiudersi, il Milan rimarrebbe in ottime mani


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Allora, per RedBird non sarebbe un problema investire 1 mld per il milan, cioè 1/6 del capitale che gestisce, mentre investcorp che ne gestisce 40, non convince... mah!
 
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