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Come riportato da Luca Pagni, gli scontri interni alla dirigenza del Milan erano preventivavibili e potrebbero portare a clamorosi divorzi prematuri. Scaroni, Maldini e Leonardo hanno messo una chiara impronta in società nel corso dei primi mesi, ma l'ingresso di Gazidis e del suo fido Moncada hanno cambiato le carte in tavola.
Chi comanda è Gazidis, è lui che rappresenta in pieno la volontà della proprietà. E Gazidis non ha alcuna intenzione di spendere grosse cifre o o di puntare su giocatori over 30. Da qui lo scontro con Maldini, che invece ritiene fondamentale la presenza di un nucleo di giocatori di esperienza già fatti e finiti, come ad esempio Ozil.
La proprietà vuole puntare su ragazzi giovani, per abbassare il monte ingaggi insostenibile e per avere in mano per il futuro importanti plusvalenze.
Per quanto riguarda Piatek il profilo è gradito, guadagna poco ed è giovane ma è il costo del giocatore a non convincere Gazidis. Comprare a 40 un giocatore pagato 4 appena qualche mese fa per lui è inconcepibile. Non vuole fare passare Preziosi come un genio, perché questa politica del comprare a poco e rivendere a tanto è quella che invece il Milan ha intenzione di attuare da qui in avanti.
Ci sono poi anche frizioni tra Leonardo e Moncada, chi è il responsabile della parte tecnica? Entrambi, e dovranno imparare a convinvere. Moncada è uno scout di primissimo piano, e Leonardo ha importanti agganci in Sud America. Dovranno imparare a collaborare.
Devono essere ridefiniti i ruoli, nel caso in cui fossero state create sovrapposizioni deleterie, e infine rispettati. Ad ognuno il suo.
Gazidis si deve occupare esclusivamente di fornire un budget e dare direttive 'di massima su come spenderlo', Moncada di fornire profili e Leonardo/Maldini di scegliere gli uomini adatti a costruire il progetto, possibilmente evitando altri errori clamorosamente preventivabili come quello di Higuain.
1) mai più scarti dalla Juve
2) mai più over 30 strapagati, l'esperienza internazionale ce l'hanno anche i 25/27enni capitani di squadre di medio/alto livello.
3) mai più giocatori che han dato ampiamente prova, in carriere, di non essere propriamente irreprensibili professionalmente parlando (pance da birra, post-vacanze e/o bizzosi ogni due per tre con allenatori e società).