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Tuttosport in edicola sul fallimento del progetto Milan Futuro, penultimo, ed a rischio Serie D
Che non sia una stagione da ricordare per il Milan, ormai lo sanno tutti. La prima squadra ha deluso - la vittoria della Coppa Italia e una classifi ca migliore di oggi, in Serie A, renderebbero solamente meno amaro il giudizio fi nale - e non può soddisfare nemmeno la situazione di Milan Futuro. Dopo 31 giornate, l'Under23 rossonera si trova al 19° posto (su 20) del girone B della Serie C e neanche l’avvicendamento in panchina fra Bonera e Oddo, avvenuto a fine febbraio, ha prodotto finora risultati. La squadra non potrà salvarsi direttamente visto che il 15° posto è lontano 10 punti, ma dovrà cercare in tutti i modi di evitare l’ultima piazza, oggi occupata dal Legnago che ha gli stessi punti ma una peggior differenza reti, per evitare la retrocessione diretta e giocarsi le ultime chance nei playout. Altrimenti sarà Serie D (sempre che non si verifichino le condizioni per un ripescaggio). A differenza degli anni passati, la Figc ha infatti modificato il regolamento e le seconde squadre, seppur legate a un club professionistico, potranno scendere nei dilettanti. Un paracadute per permettere alle società che hanno investito molto nella seconda squadra - e il Milan ha speso quasi 15 milioni -, di non perdere un asset e poter continuare il percorso. Il Milan ovviamente spera di non scendere di categoria, ma sono tante le riflessioni che il club dovrà fare dopo questa prima, deludente, stagione. A parziale giustificazione si può appunto parlare di errori da “esordienti”, di un universo nuovo che andava conosciuto per essere capito, però probabilmente molti aspetti sono stati sottovalutati. A partire dalla struttura. L’area è stata principalmente di competenza di Zlatan Ibrahimovic, visto che il progetto seconda squadra è stato fortemente caldeggiato da RedBird. Lo svedese ha scelto di far gestire il tutto a Jovan Kirovski, 49enne statunitense che aveva conosciuto a Los Angeles dove per dieci anni era stato il dt dei Galaxy, tagliando gradualmente, fi no all’allontanamento defi nitivo, Antonio D’Ottavio, ex ds del Milan specializzato nei giovani. A corto di esperienza di Serie C, Kirovski ha composto in estate una rosa evidentemente non idonea al campionato e a gennaio l’ha rafforzata con cinque innesti, tre dei quali over 30 (Camporese, Branca e Magrassi), per provare a raddrizzare la situazione. I giovani che avrebbero dovuto mettersi in luce in Milan Futuro per farsi le ossa - Camarda, Jimenez, Bartesaghi, Vos, Liberali, Raveyre per citarne alcuni -, alla fi ne sono stati spesso aggregati alla prima squadra (tolto l’esterno spagnolo, non hanno collezionato chissà quanti gettoni) e hanno finito per collezionare poche presenze in C (solo Vos e Bartesaghi hanno superato quota 15; il capitano Zeroli è stato ceduto in prestito al Monza a gennaio). Conseguenza, è che diversi di loro non potranno eventualmente disputare i playout dove serviranno almeno 25 gare in distinta in regular season per scendere in campo. La gestione proprio di alcuni elementi, in primis Camarda, andrà rivista perché, a conti fatti, il gioiellino del vivaio rossonero non ha avuto modo di giocare con continuità: né in prima squadra, né in Milan Futuro, né in Primavera. Capitolo allenatore: dopo tanti anni da assistente, la panchina è stata affi data a Bonera, alla sua prima esperienza da tecnico. Niente contro l’ex difensore bresciano, ovviamente, però probabilmente un allenatore con un curriculum più corposo fra Serie C o settori giovanili, sarebbe stato più utile, sia per la crescita dei ragazzi, sia per il percorso nel campionato
Che non sia una stagione da ricordare per il Milan, ormai lo sanno tutti. La prima squadra ha deluso - la vittoria della Coppa Italia e una classifi ca migliore di oggi, in Serie A, renderebbero solamente meno amaro il giudizio fi nale - e non può soddisfare nemmeno la situazione di Milan Futuro. Dopo 31 giornate, l'Under23 rossonera si trova al 19° posto (su 20) del girone B della Serie C e neanche l’avvicendamento in panchina fra Bonera e Oddo, avvenuto a fine febbraio, ha prodotto finora risultati. La squadra non potrà salvarsi direttamente visto che il 15° posto è lontano 10 punti, ma dovrà cercare in tutti i modi di evitare l’ultima piazza, oggi occupata dal Legnago che ha gli stessi punti ma una peggior differenza reti, per evitare la retrocessione diretta e giocarsi le ultime chance nei playout. Altrimenti sarà Serie D (sempre che non si verifichino le condizioni per un ripescaggio). A differenza degli anni passati, la Figc ha infatti modificato il regolamento e le seconde squadre, seppur legate a un club professionistico, potranno scendere nei dilettanti. Un paracadute per permettere alle società che hanno investito molto nella seconda squadra - e il Milan ha speso quasi 15 milioni -, di non perdere un asset e poter continuare il percorso. Il Milan ovviamente spera di non scendere di categoria, ma sono tante le riflessioni che il club dovrà fare dopo questa prima, deludente, stagione. A parziale giustificazione si può appunto parlare di errori da “esordienti”, di un universo nuovo che andava conosciuto per essere capito, però probabilmente molti aspetti sono stati sottovalutati. A partire dalla struttura. L’area è stata principalmente di competenza di Zlatan Ibrahimovic, visto che il progetto seconda squadra è stato fortemente caldeggiato da RedBird. Lo svedese ha scelto di far gestire il tutto a Jovan Kirovski, 49enne statunitense che aveva conosciuto a Los Angeles dove per dieci anni era stato il dt dei Galaxy, tagliando gradualmente, fi no all’allontanamento defi nitivo, Antonio D’Ottavio, ex ds del Milan specializzato nei giovani. A corto di esperienza di Serie C, Kirovski ha composto in estate una rosa evidentemente non idonea al campionato e a gennaio l’ha rafforzata con cinque innesti, tre dei quali over 30 (Camporese, Branca e Magrassi), per provare a raddrizzare la situazione. I giovani che avrebbero dovuto mettersi in luce in Milan Futuro per farsi le ossa - Camarda, Jimenez, Bartesaghi, Vos, Liberali, Raveyre per citarne alcuni -, alla fi ne sono stati spesso aggregati alla prima squadra (tolto l’esterno spagnolo, non hanno collezionato chissà quanti gettoni) e hanno finito per collezionare poche presenze in C (solo Vos e Bartesaghi hanno superato quota 15; il capitano Zeroli è stato ceduto in prestito al Monza a gennaio). Conseguenza, è che diversi di loro non potranno eventualmente disputare i playout dove serviranno almeno 25 gare in distinta in regular season per scendere in campo. La gestione proprio di alcuni elementi, in primis Camarda, andrà rivista perché, a conti fatti, il gioiellino del vivaio rossonero non ha avuto modo di giocare con continuità: né in prima squadra, né in Milan Futuro, né in Primavera. Capitolo allenatore: dopo tanti anni da assistente, la panchina è stata affi data a Bonera, alla sua prima esperienza da tecnico. Niente contro l’ex difensore bresciano, ovviamente, però probabilmente un allenatore con un curriculum più corposo fra Serie C o settori giovanili, sarebbe stato più utile, sia per la crescita dei ragazzi, sia per il percorso nel campionato
