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Piano B che sarebbe dovuto essere il piano A, da 5 anni.Come riportato da Tuttosport in edicola, nonostante le parole di ieri di Sgarbi sul vincolo per tutelare San Siro, Milan e Inter tirano dritto sul nuovo stadio. Per i due club si tratta solamente di schermaglie politiche. Oltre alla questione vincolo, a conferma di quanto sia intricata la matassa, c’è pure la notizia dell’ordine del giorno voluto dal Pd per il 22 dicembre dove si chiedono nuove garanzie ai club destinate, se accolte, a modificare in modo importante il progetto (dall’accesso al nuovo stadio, all’aumento della capienza - punto dolente pure per i tifosi -, fino all’aumento del verde previsto nonché la riqualificazione del quartiere). Sempre che si arrivi all’accordo tra Palazzo Marino e i club, l’ultima parola spetterà al Consiglio Comunale dove i “Sì Meazza” si dividono in modo trasversale tra maggioranza e opposizione. Per ora, come sottolineato, Milan e Inter mantengono la barra dritta, anche se, soprattutto da parte rossonera, monta sempre più la voglia di farsi uno stadio tutto da sé: Gerry Cardinale ha visitato l’ex aree Falck a Sesto San Giovanni e sarebbe ritenuta interessante pure un’altra area a San Donato. Sala, dal canto suo, è preoccupato per i costi di gestione di un Meazza senza calcio ma Asm Group, leader mondiale nella gestione di stadi e arene a ottobre ha inviato una lettera in Comune per gestire la Scala del Calcio: altro groviglio in questa telenovela che spacca Milano.
Convintissimo che in realtà lo stadio non lo si voglia fare, o che dietro allo stadio a San Siro ad ogni costo ci sia qualcosa d'altro che vada ben oltre lo sport e l'AC Milan.