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Calcio e Finanza analizza dettagliatamente la stagione disastrosa del Milan, che non parteciperà alle coppe europee nella prossima stagione per la prima volta dal 2019/20. Ciò ha generato grande delusione e un'analisi approfondita delle cause di questo fallimento. Se nel 2019 l'esclusione fu un accordo con la UEFA per violazioni del Fair Play Finanziario, l'ultima volta che la squadra non si qualificò sul campo per le coppe fu nella stagione 2015/16.
La serie di errori che hanno contribuito al fallimento del progetto sportivo
La situazione si aggraverà ulteriormente nella stagione 2025/26, che partirà con un handicap economico significativo. La mancata partecipazione alla Champions League comporterà una perdita stimata di circa 80 milioni di euro in ricavi (sommando i ricavi di partenza UEFA e quelli delle partite casalinghe). L'esclusione anche da Europa League e Conference League significa che il club non potrà mitigare queste perdite con i ricavi delle competizioni minori (ad esempio, l'Europa League avrebbe potuto portare almeno 13 milioni di euro iniziali, fino a 35 milioni in caso di finale). Questo rende quasi inevitabile una perdita nel bilancio 2025/26, a meno di un mercato estivo con plusvalenze molto significative.
Tecnicamente, Cardinale è il proprietario del Milan, avendo investito oltre 800 milioni di euro (inclusi 170 milioni per il rifinanziamento e 55 milioni di versamenti diretti). Tuttavia, la catena di controllo pre-Cardinale era quasi senza debito, mentre ora presenta circa 490 milioni di debito a causa del vendor loan. Cardinale deve ripagare questo debito e garantire lauti profitti agli investitori di RedBird.
L'articolo paragona la situazione attuale del Milan al Napoli dello scorso anno, che per rilanciarsi ha investito pesantemente (150 milioni, con un impatto negativo di 52 milioni a bilancio), rientrando poi con la cessione di Kvaratskhelia. La domanda è se Cardinale sarà disposto a investire come De Laurentiis o chiederà a Tare un "capolavoro" di mercato (competitività e conti migliorati).
Il crinale è stretto: senza investimenti c'è il rischio di una seconda stagione senza Champions, con problemi economici moltiplicati e la difficoltà di trattenere giocatori importanti e acquistarne di nuovi. D'altro canto, investire comporta il rischio che l'investimento non ripaghi. L'articolo conclude sottolineando che in situazioni come questa emergono le vere capacità dei dirigenti, dal proprietario all'allenatore, che dovranno dimostrare di possedere i requisiti necessari.
La serie di errori che hanno contribuito al fallimento del progetto sportivo
- Allontanamento di Maldini e Massara (giugno 2023): Molti ritengono che il declino sia iniziato con questa decisione.
- Scelte sbagliate in panchina:
- L'iniziale incertezza sul futuro di Pioli, risolta solo con l'eliminazione dall'Europa League nell'aprile 2024.
- Il "no" ad Antonio Conte, che si era offerto.
- La virata su Julen Lopetegui, poi scartato per l'opposizione della piazza.
- Infine, le scelte ricadute su Paulo Fonseca e poi su Sergio Conceição.
- Mancanza di un nucleo di giocatori italiani.
- Mancanza di un direttore sportivo esperto: Che possa guidare il mercato e la gestione della squadra durante la stagione, lacuna che dovrebbe essere colmata con la nomina di Igli Tare.
- Uscita dalla lotta scudetto già in autunno.
- Sconfitta inaspettata a Zagabria, dopo aver battuto il Real Madrid, che ha compromesso la qualificazione diretta agli ottavi di Champions League.
- Eliminazione dai playoff di Champions League per mano del modesto Feyenoord.
- Crollo in campionato, con la squadra che si è stabilizzata intorno all'ottavo posto dopo un buon inizio.
- Perdita della finale di Coppa Italia contro il Bologna.
Peggioramento della Situazione Economica
Parallelamente ai risultati sportivi, anche la situazione economica del club è peggiorata. Se tre anni fa il Milan di Elliott era un simbolo di sostenibilità e successo, con utili di 6,1 milioni nel 2022/23 e 4,1 milioni nel 2023/24, la stagione in corso (2024/25) dovrebbe registrare un ritorno al rosso, con uno squilibrio tra costi e ricavi stimato intorno ai 25 milioni di euro (al netto del mercato estivo).La situazione si aggraverà ulteriormente nella stagione 2025/26, che partirà con un handicap economico significativo. La mancata partecipazione alla Champions League comporterà una perdita stimata di circa 80 milioni di euro in ricavi (sommando i ricavi di partenza UEFA e quelli delle partite casalinghe). L'esclusione anche da Europa League e Conference League significa che il club non potrà mitigare queste perdite con i ricavi delle competizioni minori (ad esempio, l'Europa League avrebbe potuto portare almeno 13 milioni di euro iniziali, fino a 35 milioni in caso di finale). Questo rende quasi inevitabile una perdita nel bilancio 2025/26, a meno di un mercato estivo con plusvalenze molto significative.
Il Vendor Loan e i Nodi di Cardinale
L'articolo analizza anche la cessione del club da Elliott a RedBird di Gerry Cardinale nell'estate 2022 per circa 1,2 miliardi di euro. Di questi, 560 milioni sono stati saldati tramite un prestito del venditore (vendor loan) da parte di Elliott, allungato poi a luglio 2028. Questa prassi finanziaria, sebbene comune, crea un legame significativo tra acquirente e venditore, alimentando speculazioni su un presunto "governo ombra" di Elliott, anche a causa della presenza di manager ex Elliott (come Furlani e Cocirio) nei vertici del Milan di Cardinale.Tecnicamente, Cardinale è il proprietario del Milan, avendo investito oltre 800 milioni di euro (inclusi 170 milioni per il rifinanziamento e 55 milioni di versamenti diretti). Tuttavia, la catena di controllo pre-Cardinale era quasi senza debito, mentre ora presenta circa 490 milioni di debito a causa del vendor loan. Cardinale deve ripagare questo debito e garantire lauti profitti agli investitori di RedBird.
Il Nuovo Stadio: Variabile Cruciale
La questione del nuovo stadio è cruciale per il progetto di RedBird, in quanto dovrebbe assicurare un sensibile aumento dei ricavi (soprattutto da corporate hospitality) e quindi un notevole miglioramento dei bilanci. Inoltre, il nuovo stadio, con il piano di acquistare San Siro e le aree limitrofe, diventerà un vero e proprio asset patrimoniale. Le cose sembrano evolvere positivamente su questo fronte, con Milan e Inter che sono tornate al piano iniziale di uno stadio condiviso a San Siro, dopo la fase di valutazione di progetti in solitaria da parte del Milan (La Maura, San Donato). La scelta di tornare al piano condiviso è stata dettata dalla maggiore affidabilità economica dell'Inter con la nuova proprietà Oaktree, dato che "assieme all'Inter lo stadio costa la metà".Le Scelte Cruciali del Mercato e dell'Allenatore
Nonostante le difficoltà, la squadra ha un notevole spessore tecnico (terzo monte ingaggi in Serie A) e la prossima stagione avrà il vantaggio di potersi concentrare solo sulle competizioni nazionali. Tuttavia, sarà cruciale non sbagliare le scelte: la nomina di Igli Tare come DS e la successiva individuazione dell'allenatore saranno fondamentali.L'articolo paragona la situazione attuale del Milan al Napoli dello scorso anno, che per rilanciarsi ha investito pesantemente (150 milioni, con un impatto negativo di 52 milioni a bilancio), rientrando poi con la cessione di Kvaratskhelia. La domanda è se Cardinale sarà disposto a investire come De Laurentiis o chiederà a Tare un "capolavoro" di mercato (competitività e conti migliorati).
Il crinale è stretto: senza investimenti c'è il rischio di una seconda stagione senza Champions, con problemi economici moltiplicati e la difficoltà di trattenere giocatori importanti e acquistarne di nuovi. D'altro canto, investire comporta il rischio che l'investimento non ripaghi. L'articolo conclude sottolineando che in situazioni come questa emergono le vere capacità dei dirigenti, dal proprietario all'allenatore, che dovranno dimostrare di possedere i requisiti necessari.
