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Come riportato dalla GDS, la causa intentata da Blue Skye sulla regolarità della cessione non preoccupa il fondo di Singer, che incassa anche il parere favorevole di Arena Investors (la società globale che fornì il capitale proprio a Blue Skye). Una data precisa per il closing ancora non c’è, ma Redbird ha indicato il mese di settembre per chiudere con Elliott. Il ritorno di Cardinale non è previsto a breve il lavoro però è incessante. Il prestito di Elliott a Redbird per chiudere la questione può arrivare a 600 mln di euro.
La GDS in edicola aggiunge: il controllo del club campione d’Italia passerà nelle mani del fondo di Cardinale e la valutazione che ha portato al “signing” è stata quantificata in 1,2 miliardidi euro.Fin da subito era emerso che parte di questa somma sarebbe stata raggiunta attraverso un vendor loan, a un tasso d’interesse intorno al 7%, o comunque inferiore a quello comunemente applicato nel mercato. È una pratica abbastanza diffusa in questi casi ed evita al club di dover ricorrere a finanziamenti da parte delle banche, che avrebbero richiesto garanzie a tutela del credito concesso. Nelle scorse settimane s’era parlato di un possibile “fundraising” di RedBird, una ricerca di capitali finalizzata a diminuire l’entità del vendor loan. Che invece potrà arrivare anche a 600milioni, ovvero al massimo previsto (la cifra oscillava tra 200 e 600). Sembra ora improbabile, dunque, che RedBird salga a ridosso del miliardo con le sue sole forze e abbassi il prestito di Elliott a 2-300 milioni, come invece pareva dovesse accadere. Se invece davvero concederà i 600 milioni di vendor loan, Elliott renderebbe ancora più solida la partnership che legherà il fondo di Singer a quello di Cardinale, anche se le quote di Elliott nel capitale societario del nuovo Milan saranno zero. Il prestito sarà vincolato a un accordo contrattuale che permetterà al vecchio proprietario di nominare due rappresentanti nel nuovo Cda, verosimilmente Gordon Singer e Giorgio Furlani, ma qui manca ancora la conferma.
La GDS in edicola aggiunge: il controllo del club campione d’Italia passerà nelle mani del fondo di Cardinale e la valutazione che ha portato al “signing” è stata quantificata in 1,2 miliardidi euro.Fin da subito era emerso che parte di questa somma sarebbe stata raggiunta attraverso un vendor loan, a un tasso d’interesse intorno al 7%, o comunque inferiore a quello comunemente applicato nel mercato. È una pratica abbastanza diffusa in questi casi ed evita al club di dover ricorrere a finanziamenti da parte delle banche, che avrebbero richiesto garanzie a tutela del credito concesso. Nelle scorse settimane s’era parlato di un possibile “fundraising” di RedBird, una ricerca di capitali finalizzata a diminuire l’entità del vendor loan. Che invece potrà arrivare anche a 600milioni, ovvero al massimo previsto (la cifra oscillava tra 200 e 600). Sembra ora improbabile, dunque, che RedBird salga a ridosso del miliardo con le sue sole forze e abbassi il prestito di Elliott a 2-300 milioni, come invece pareva dovesse accadere. Se invece davvero concederà i 600 milioni di vendor loan, Elliott renderebbe ancora più solida la partnership che legherà il fondo di Singer a quello di Cardinale, anche se le quote di Elliott nel capitale societario del nuovo Milan saranno zero. Il prestito sarà vincolato a un accordo contrattuale che permetterà al vecchio proprietario di nominare due rappresentanti nel nuovo Cda, verosimilmente Gordon Singer e Giorgio Furlani, ma qui manca ancora la conferma.
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