Come riportato dal CorSport, Il Milan spera di cedere almeno 7-8 giocatori per fare cassa, ma difficilmente lascerà partire i titolarissimi (come già riferito nei giorni scorsi, però, in caso di offerte XXL nessuno è incedibile NDR) che hanno reso il gruppo rossonero competitivo nel corso degli anni passati. Il Milan proverà inoltre a guadagnare di più dal player trading, fino ad ora mai realmente applicato dal club. Sarà la nuova missione (non semplice) di Furlani, Moncada e Pioli.
Tra i cedibili i soliti Origi, Rebic, Messias, Saele, Tourè e co.
Per capire cosa ci aspetta o cosa hanno in mente ieri mi son messo e mi sono scaricato l'arte di vincere.
Non so quanto il film possa esser attinente alla realtà e quando la finzione cede il passo a quanto davvero accaduto ma qualche spunto il film lo offre.
Premetto che di baseball ci capisco una mazza e quindi quando parlavano di tecnicismi per me era aramaico però erano logiche di gioco e anche il calcio le ha.
In alcuni passaggi innanzitutto ci vedo nulla di rivoluzionario perchè ormai anche nel calcio le statistiche contano e le si consultano.
Statistiche non solo sui singoli giocatori ma anche sugli sviluppi del gioco e la sommatoria punti che ne deriva, punti per loro e gol per noi.
Non ci vuole un'intelligenza artificiale in tal senso nel capire i ruoli dove siamo carenti o le situazioni di gioco che non ci portano a realizzare marcature(piazzati?).
Il film gli spunti maggiori li offre quindi più che altro per l'organizzazione della società.
Abbiamo una squadra di baseball che vuole competere contro realtà che hanno più risorse.
Il direttore della squadra è uno e uno solo (un ex ragazzo prodigio che però non riesce a confermarsi e decide di diventare osservatore) che sceglie allenatore e giocatori.
Nella scelta degli atleti si avvale dei consigli e indicazioni di un gruppo di dirigenti( tutti un tempop uomini di campo) ma l'ultima parola spetta a lui.
Il punto di rottura avviene quando il direttore decide di affidarsi a un mago delle statistiche e dell'analisi.
Si comincia ad andare alla ricerca del 'talento nascosto' che permette di comprare a un ottimo rapporto qualità/prezzo.
L'allenatore inizialmente non condivide le linee guida e alla fine viene indirizzato alla formazione pensata dallo staff tecnico perchè quest'ultimo gli cede gli uomini che non avrebbero dovuto giocare.
La formazione obbligata diventa quella titolare pensata dai dirigenti che inizia a vincere senza fermarsi più.
Il film è contraddittorio in alcuni passaggi perchè abbiamo un ds che inizialmente non si mischia mai ai giocatori perchè preferisce tenere un distacco affettivo da gente che poi dovrà vendere sul mercato ma quando poi c'è da inculcare concetti sportivi si rimangia i buoni propositi.
Poche figure in società e pochissime teste a decidere.
Non so se da noi abbiano in mente qualcosa del genere ma il rapporto tra maldini e i giocatori e quello che per loro dovrebbe essere il distacco mi ha fatto molto riflettere.
Forse è l'unico spunto interessante.
Le parole poi di scaroni circa la poca propensione di maldini a far gioco di squadra credo sia riferita alla scelta dei giocatori.
Ad aprile infatti se non erro ci fu un pò di tensione interna tra i nostri osservatori perchè non venivano presi in considerazione.
Non so se maldini abbia preteso di fare il padre padrone.
Se il film ha una parvenza di attendibilità allora dovremmo avere un direttore sportivo ex giocatore che si avvale di dati statistici.
Quale sarebbe questa figura?
Io non la vedo.
Se maldini è stato fatto fuori perchè troppo antico per questo modo di fare calcio non può essere certo essere sostituito da Pioli( nel film si precisa che il coach fa il coach e il direttore il direttore) e men che meno da furlani.
Abbiamo un buco clamoroso nell'organigramma.
Manca la mente del dirigente vecchia maniera che sposa l'innovazione.
Manca l'occhio del campo.