Sky presenta l'edizione numero 14 di Masterchef, con i soliti tre giudici: Barbieri, Canavacciuolo e l'ultra radical chic Locatelli.
La presentazione mette subito in chiaro che questa edizione sarà meno talent, meno spazio al talento culinario, e più spazio alle storie dei concorrenti.
Un po’ più «commedia umana», racconto corale e trasversale di un’Italia che cambia, come ha sintetizzato il senior director Entertainment di Sky Roberto Pisoni.
Spazio dunque a concorrenti di origini diverse, con storie e passati particolari. La ricetta da sola non basta: bisogna che dentro ci sia un racconto, un’esperienza, una verità umana.
Come esempio vengono ricordate Tracy (MasterChef 11) e Monir (edizione numero 10), "che hanno saputo mescolare le loro origini con la cucina italiana, diventando dei punti di riferimento nei rispettivi Paesi, Nigeria e Marocco. Crediamo sia quello che succederà nei prossimi anni, e che sta già succedendo".
Anche se non si direbbe, dietro alla propaganda woke è rimasta anche una gara. Diverse nuove regole da questa edizione: una "vedetta" che affiancherà i giudici, l’all in,con la possibilità di chiedere 10 minuti e non 5 per finire il piatto ma se si sbaglia si va a casa direttamente, il Blind test: il giudice non convinto dal piatto del concorrente con il grembiule grigio assaggerà la pietanza bendato.