- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 235,542
- Reaction score
- 41,574
Andrea Masala dalla GDS sulla stagione di Milan e Inter:
"Sul podio, ma c’è poco da festeggiare. L’Inter è seconda a 50 punti, il Milan può agganciarla se oggi batte la Salernitana. Tutti in alta quota, però l’aria non è il massimo. C’è piazzamento e piazzamento, soprattutto se il primo ha 18 punti in più. In Serie A il Napoli ormai fa corsa a sé: per le milanesi non è il caso di stappare bollicine. Per ora Inter e Milan si accontentano di una presenza ancillare, sarebbero le damigelle d’onore. Ma quale onore, in fondo? Parliamo dei club che hanno conquistato gli ultimi due scudetti, ripartiti ad agosto con il dichiarato intento di aggiudicarsi la seconda stella, dopo avere interrotto la tirannia della Juventus dei nove titoli di fila. L’Inter con un certo compiacimento si autodefiniva pazza, lo cantava a squarciagola nell’inno. Dopo la drastica cura di Conte si è ammirata una squadra razionale, capace di sfruttare le proprie potenzialità e di vincere con pieno merito lo scudetto. Sotto la gestione di Inzaghi, lo scorso anno ha mandato il bis al Diavolo, ma pareva avere i numeri per tornare all’assalto del titolo. L’Inter che vince la Supercoppa, che batte l’imbattibile Napoli, che in Coppa soffia il pass al Barcellona e si impone, seppure a fatica, sul Porto, è la stessa che subisce otto sconfitte in campionato. Vi pare normale? La discontinuità è il più grande difetto di un gruppo che stenta a trovare assetti alternativi al 3-5-2, almeno per sparigliare le carte nelle situazioni critiche. Il finale sarà accettabile con il passaggio di turno in Champions e il quarto posto. Poi però si impongono profonde riflessioni per non rassegnarsi a vivacchiare di traguardi di routine. Il Milan in anticipo ha abdicato in Italia e ha comunque ritrovato sicurezza in difesa. L’innesto di Thiaw, anche se a scoppio ritardato, si rivela prezioso. Il Milan fa una fatica enorme a segnare, tutto è sulle spalle di Giroud, 36 anni. Ibra ne ha 41, c’è poco da aggiungere. L’alternanza al potere è sana e affascinante. Però due società che hanno vinto in totale dieci Coppe dei Campioni e 38 scudetti hanno il dovere di puntare all’immediato riscatto. C’è chi, come il Milan, celebra i 60 anni dalla prima Coppa, chi i 60 dall’inizio del ciclo della Grande Inter. Tutto ok, il passato deve pesare, come insegna il Real Madrid, ma ora ci sono altre priorità. Infiocchettare un secondo posto con distacchi a due cifre e scambiarlo per la normalità risulta alla lunga dannoso, per l’orgoglio e per i bilanci. Non si può, men che meno a Milano".
"Sul podio, ma c’è poco da festeggiare. L’Inter è seconda a 50 punti, il Milan può agganciarla se oggi batte la Salernitana. Tutti in alta quota, però l’aria non è il massimo. C’è piazzamento e piazzamento, soprattutto se il primo ha 18 punti in più. In Serie A il Napoli ormai fa corsa a sé: per le milanesi non è il caso di stappare bollicine. Per ora Inter e Milan si accontentano di una presenza ancillare, sarebbero le damigelle d’onore. Ma quale onore, in fondo? Parliamo dei club che hanno conquistato gli ultimi due scudetti, ripartiti ad agosto con il dichiarato intento di aggiudicarsi la seconda stella, dopo avere interrotto la tirannia della Juventus dei nove titoli di fila. L’Inter con un certo compiacimento si autodefiniva pazza, lo cantava a squarciagola nell’inno. Dopo la drastica cura di Conte si è ammirata una squadra razionale, capace di sfruttare le proprie potenzialità e di vincere con pieno merito lo scudetto. Sotto la gestione di Inzaghi, lo scorso anno ha mandato il bis al Diavolo, ma pareva avere i numeri per tornare all’assalto del titolo. L’Inter che vince la Supercoppa, che batte l’imbattibile Napoli, che in Coppa soffia il pass al Barcellona e si impone, seppure a fatica, sul Porto, è la stessa che subisce otto sconfitte in campionato. Vi pare normale? La discontinuità è il più grande difetto di un gruppo che stenta a trovare assetti alternativi al 3-5-2, almeno per sparigliare le carte nelle situazioni critiche. Il finale sarà accettabile con il passaggio di turno in Champions e il quarto posto. Poi però si impongono profonde riflessioni per non rassegnarsi a vivacchiare di traguardi di routine. Il Milan in anticipo ha abdicato in Italia e ha comunque ritrovato sicurezza in difesa. L’innesto di Thiaw, anche se a scoppio ritardato, si rivela prezioso. Il Milan fa una fatica enorme a segnare, tutto è sulle spalle di Giroud, 36 anni. Ibra ne ha 41, c’è poco da aggiungere. L’alternanza al potere è sana e affascinante. Però due società che hanno vinto in totale dieci Coppe dei Campioni e 38 scudetti hanno il dovere di puntare all’immediato riscatto. C’è chi, come il Milan, celebra i 60 anni dalla prima Coppa, chi i 60 dall’inizio del ciclo della Grande Inter. Tutto ok, il passato deve pesare, come insegna il Real Madrid, ma ora ci sono altre priorità. Infiocchettare un secondo posto con distacchi a due cifre e scambiarlo per la normalità risulta alla lunga dannoso, per l’orgoglio e per i bilanci. Non si può, men che meno a Milano".