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Marotta sugli obiettivi dell'Inter:"Meglio un'altra finale di Champions o la seconda stella? Bella domanda. La seconda stella rimarrebbe, sarebbe un momento storico. Ma tirerei una monetina se dovessi scegliere tra le due. Magari la finale se vinta? Certamente...".
I calendari fitti? Ci deve essere un confronto con Fifa e Uefa perché il rischio di impresa è dei club, se si fa male un calciatore i danni sono per i club. Barella ha fatto 57 partite di club più quelle della nazionale, lo scorso anno. C'è un logorio psicofisico durante il gioco. Ci deve essere un confronto con Fifa e Uefa per modulare il calendario. Il rischio d'impresa è del club, se si fa male un giocatore lo paghiamo noi. Il caso Eriksen è emblematico. Il confronto serve quanto prima perché va tutto a discapito anche dello spettacolo".
"Lo stadio è un asset fondamentale perché dà grande senso di appartenenza oltre che benefici economici. Il discorso stadio deve essere un'attrazione per gli investitori privati. Poi chiedo che intervenga lo stato attraverso il governo per affiancarci. Negli ultimi anni sono stati costruiti ben 153 stadi in Europa, solo uno in Italia. Dobbiamo valorizzare le nostre risorse, intanto con gli stadi di proprietà e poi con i diritti televisivi. Se la Premier League, che non trasmette tutte le partite, incassa 4 miliardi di euro, noi non possiamo essere competitivi. Non è certo un problema di spettacolo che anche noi siamo in grado di garantirlo, come dimostrano i percorsi delle nostre squadre nelle coppe europee. Sul Decreto Crescita, non dimenticherei i nostri "cervelli". Senza aiuti fiscali non potremmo mai riportare in patria, ad esempio, De Zerbi con quello che guadagna. L'equazione chi più spende più vince nel calcio non esiste. Esalto il valore della competenza, soprattutto dei dirigenti. Che possono andare ".
I calendari fitti? Ci deve essere un confronto con Fifa e Uefa perché il rischio di impresa è dei club, se si fa male un calciatore i danni sono per i club. Barella ha fatto 57 partite di club più quelle della nazionale, lo scorso anno. C'è un logorio psicofisico durante il gioco. Ci deve essere un confronto con Fifa e Uefa per modulare il calendario. Il rischio d'impresa è del club, se si fa male un giocatore lo paghiamo noi. Il caso Eriksen è emblematico. Il confronto serve quanto prima perché va tutto a discapito anche dello spettacolo".
"Lo stadio è un asset fondamentale perché dà grande senso di appartenenza oltre che benefici economici. Il discorso stadio deve essere un'attrazione per gli investitori privati. Poi chiedo che intervenga lo stato attraverso il governo per affiancarci. Negli ultimi anni sono stati costruiti ben 153 stadi in Europa, solo uno in Italia. Dobbiamo valorizzare le nostre risorse, intanto con gli stadi di proprietà e poi con i diritti televisivi. Se la Premier League, che non trasmette tutte le partite, incassa 4 miliardi di euro, noi non possiamo essere competitivi. Non è certo un problema di spettacolo che anche noi siamo in grado di garantirlo, come dimostrano i percorsi delle nostre squadre nelle coppe europee. Sul Decreto Crescita, non dimenticherei i nostri "cervelli". Senza aiuti fiscali non potremmo mai riportare in patria, ad esempio, De Zerbi con quello che guadagna. L'equazione chi più spende più vince nel calcio non esiste. Esalto il valore della competenza, soprattutto dei dirigenti. Che possono andare ".