Mantovani:"Covid-19 virus anomalo. Ha scombussolato conoscenze".

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Mantovani:"Covid-19 virus anomalo. Ha scombussolato conoscenze".

Alberto Mantovani, l'immunologo più citato dal mondo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 aprile ha parlato del Covid-19:"Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rende- re consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca di- stanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui".

"Questo virus ha un comportamento insolito? Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid-19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno":


"Co questi dubbi sull'immunità ha senso il vaccino? Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci
si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circola- no nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni, alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus".


"Si guarisce per sempre? Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata".

"Chi ha preso la malattia può reinfettarsi? Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale".

"Il virus è diventato meno aggressivo? No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso, ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici".
 

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Alberto Mantovani, l'immunologo più citato dal mondo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 aprile ha parlato del Covid-19:"Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rende- re consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca di- stanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui".

"Questo virus ha un comportamento insolito? Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid-19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno":


"Co questi dubbi sull'immunità ha senso il vaccino? Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci
si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circola- no nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni, alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus".


"Si guarisce per sempre? Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata".

"Chi ha preso la malattia può reinfettarsi? Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale".

"Il virus è diventato meno aggressivo? No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso, ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici".
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gabri65

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Alberto Mantovani, l'immunologo più citato dal mondo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 aprile ha parlato del Covid-19:"Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rende- re consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca di- stanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui".

"Questo virus ha un comportamento insolito? Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid-19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno":


"Co questi dubbi sull'immunità ha senso il vaccino? Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci
si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circola- no nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni, alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus".


"Si guarisce per sempre? Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata".

"Chi ha preso la malattia può reinfettarsi? Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale".

"Il virus è diventato meno aggressivo? No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso, ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici".

"Un virus insolito". "Professionista". "Stranezze".

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Ruuddil23

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Alberto Mantovani, l'immunologo più citato dal mondo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 aprile ha parlato del Covid-19:"Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rende- re consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca di- stanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui".

"Questo virus ha un comportamento insolito? Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid-19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno":


"Co questi dubbi sull'immunità ha senso il vaccino? Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci
si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circola- no nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni, alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus".


"Si guarisce per sempre? Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata".

"Chi ha preso la malattia può reinfettarsi? Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale".

"Il virus è diventato meno aggressivo? No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso, ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici".

Un "professionista che ha sovvertito le regole (naturali)". Mah...
 

joker07

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Alberto Mantovani, l'immunologo più citato dal mondo, intervistato dal CorSera in edicola oggi, 26 aprile ha parlato del Covid-19:"Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rende- re consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca di- stanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui".

"Questo virus ha un comportamento insolito? Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid-19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno":


"Co questi dubbi sull'immunità ha senso il vaccino? Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci
si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circola- no nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni, alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus".


"Si guarisce per sempre? Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata".

"Chi ha preso la malattia può reinfettarsi? Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale".

"Il virus è diventato meno aggressivo? No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso, ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici".

Se qualcuno vuole ancora credere alla panzana del virus naturale... Beh, mi spiace per lui/lei, è molto ottuso/a... Gli indizi che portano a dire che sia stato prodotto in maniera artificiale sono troppi ormai.
 

gabri65

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Ha detto tutto senza dirlo.
Brutta bestia.
Non si è nemmeno attenuato per quel che riguarda l'aggressività.

Amico, che devo dire, ma certo. A me sembrano già così dichiarazioni gravissime e senza possibilità di fraintendimenti. Usare bene certe parole equivale a mollare dei macigni, è evidente che le ha usate con circospezione.

Poi tanto ... lo sappiamo bene tutti, difficilmente si saprà la verità, ormai dobbiamo abituarci ad un mondo dove paradossalmente se ne sa sempre meno, a causa di contorte dinamiche imposte dagli alti livelli.
 

Ringhio8

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"Un virus insolito". "Professionista". "Stranezze".

Devo commentare?

Un "professionista che ha sovvertito le regole (naturali)". Mah...

Se qualcuno vuole ancora credere alla panzana del virus naturale... Beh, mi spiace per lui/lei, è molto ottuso/a... Gli indizi che portano a dire che sia stato prodotto in maniera artificiale sono troppi ormai.

Ha detto tutto senza dirlo.
Brutta bestia.
Non si è nemmeno attenuato per quel che riguarda l'aggressività.

E' tutto naturale, lo dicono gli esperti Burioni, Galli, OMS e ISS. Bugiardi
 
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