Maledizione Roma, Karsdorp si è rotto il crociato

Willy Wonka

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Karsdorp, terzino della Roma, ha subito la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, come riportato dal sito ufficiale giallorosso.
Per la Roma questo infortunio è una vera e propria maledizione: è il decimo legamento crociato che si rompe nelle ultime due stagioni.
Oltre a Karsdorp si sono infortunati in passato Rudiger, Capradossi, Ponce, Nura, Mario Rui, Emerson Palmieri, Pellegrini Luca e Florenzi per due volte. Da notare come in ben 8 occasioni su 10 si sia infortunato un terzino (più o meno di ruolo), solamente Capradossi e Ponce non ricoprono quel ruolo.
Quello che comincia a insospettire è che questi infortuni hanno cominciato a verificarsi con frequenza da quando Pallotta ha nominato di sua sponte due preparatori atletici di sua fiducia, Darcy Norman e Ed Lippie esattamente poco più di due stagioni fa. Semplice coincidenza forse, ma non è più una questione da sottovalutare.
 

AntaniPioco

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Tutti questi crociati che saltano, negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale, non è che vanno rivisti i metodi di allenamento?
 

mefisto94

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Tutti questi crociati che saltano, negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale, non è che vanno rivisti i metodi di allenamento?

C'è poco da fare, molte più partite e ritmi più alti. Non è come un muscolo che si può allenare a seconda dello sforzo.
 

Z A Z A'

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Karsdorp, terzino della Roma, ha subito la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, come riportato dal sito ufficiale giallorosso.
Per la Roma questo infortunio è una vera e propria maledizione: è il decimo legamento crociato che si rompe nelle ultime due stagioni.
Oltre a Karsdorp si sono infortunati in passato Rudiger, Capradossi, Ponce, Nura, Mario Rui, Emerson Palmieri, Pellegrini Luca e Florenzi per due volte. Da notare come in ben 8 occasioni su 10 si sia infortunato un terzino (più o meno di ruolo), solamente Capradossi e Ponce non ricoprono quel ruolo.
Quello che comincia a insospettire è che questi infortuni hanno cominciato a verificarsi con frequenza da quando Pallotta ha nominato di sua sponte due preparatori atletici di sua fiducia, Darcy Norman e Ed Lippie esattamente poco più di due stagioni fa. Semplice coincidenza forse, ma non è più una questione da sottovalutare.

A prescindere dalla questione Roma, ho notato che i tre crociati "di lusso" della stagione (Conti, Milik e ora Karsdorp) sono saltati in circostanze molto simili, cioè al rientro da infortuni. Può essere dovuto ad un cambiamento inconscio dei pattern motori?

Tutti questi crociati che saltano, negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale, non è che vanno rivisti i metodi di allenamento?

I giocatori (anche in altri sport) diventano sempre più grossi, potenti ed esplosivi.
 

bmb

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Muscolatura troppo sviluppata... articolazioni che non reggono troppa potenza e crociati che saltano come terroristi islamici. L'uomo ha dei limiti invalicabili.
 
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C'è poco da fare, molte più partite e ritmi più alti. Non è come un muscolo che si può allenare a seconda dello sforzo.

Muscolatura troppo sviluppata... articolazioni che non reggono troppa potenza e crociati che saltano come terroristi islamici. L'uomo ha dei limiti invalicabili.

Ma io non credo.
Il vostro discorso ha senso per i tendini, ma i legamenti sono "semplici" "blocchi".

Credo sia semplicemente il numero di partite maggiore e l'intensità maggiore che aumentano la casistica per un semplice calcolo delle probabilità.

Un legamento si rompe sempre per movimenti innaturali, SEMPRE.
 

PheelMD

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Tutti questi crociati che saltano, negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale, non è che vanno rivisti i metodi di allenamento?

Non è una tanto una questione di allenamenti (che sicuramente incidono), quanto più di materiali.
Premettendo che, contrariamente a quanto si possa pensare, la lesione del crociato anteriore non sia marcatamente una lesione sportiva (lo è in maniera molto meno evidente rispetto ad altri infortuni; in un reparto ordinario di Ortopedia, sul totale delle lesioni del crociato, quelle da trauma sportivo sono attorno al 55-60%), gli sport che danno una correlazione evidente sono: calcio, basket, pallavolo e sci. Aggiungo il rugby nel quale però l'infortunio è dovuto ad un trauma diretto più che ad una dinamica motoria.
Sono sport che si praticano su fondo piatto e, soprattutto, comportano l'utilizzo di materiali il cui scopo è quello di limitare il movimento della caviglia. Se pensiamo alle nuove tipologie di scarpe, sono tutte disegnate con il collo alto e rigido (per non parlare degli scarponi da sci). Per di più, sia nel calcio che nella pallavolo si tende a usare molto, a scopo preventivo, il bendaggio autofissante che conferisce una spiccata rigidità articolare.

Sommando le due situazioni, otteniamo come risultato una marcatissima riduzione dei traumi distorsivi alla caviglia e delle fratture tibiali ma con un risvolto: la caviglia ha una rotazione ridotta, rigida, il movimento di corsa viene scaricato sul ginocchio che quindi ha una maggiore tendenza ad intraruotare. Lesione al crociato anteriore. Non è l'unico caso, chiaramente.

Nel tennis, malgrado si giochi su fondo piatto e quella corsa a scatti si presti bene a questo infortunio, l'incidenza è molto più bassa. Proprio perchè i tennisti giocano con l'articolazione completamente libera (o quasi), per facilitare il cambio di direzione repentino.

In chirurgia poi la lesione viene riparata senza alcun problema e nel 2017 è superficiale ritenere che un giovane atleta professionista possa avere ripercussioni dirette. Il problema è che, durante la riabilitazione, percependo molto poco dolore, si tende a sottovalutare il recupero. Perso quel senso di instabilità dovuto all'indebolimento muscolare estensore-flessore, si riprende subito l'attività agonistica senza che effettivamente il legamento si sia sistemato e si ha una lesione recidivante. 6 mesi di stop sono sempre necessari.
 
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Ragazzi la rottura del crociato non c’entra nulla con i muscoli , è dovuta a un movimento innaturale del ginocchio , tipo una torsione eccessiva , anzi una muscolatura più grossa dà maggiore stabilità al ginocchio, non bisogna confondere i legamenti con i tendini che invece possono rompersi per una muscolatura ipertrofica. Spesso a chi ha il legamento lesionato e non vuole operarsi il consiglio è quello di aumentare la massa muscolare del quadricipite.
 
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Non è una tanto una questione di allenamenti (che sicuramente incidono), quanto più di materiali.
Premettendo che, contrariamente a quanto si possa pensare, la lesione del crociato anteriore non sia marcatamente una lesione sportiva (lo è in maniera molto meno evidente rispetto ad altri infortuni; in un reparto ordinario di Ortopedia, sul totale delle lesioni del crociato, quelle da trauma sportivo sono attorno al 55-60%), gli sport che danno una correlazione evidente sono: calcio, basket, pallavolo e sci. Aggiungo il rugby nel quale però l'infortunio è dovuto ad un trauma diretto più che ad una dinamica motoria.
Sono sport che si praticano su fondo piatto e, soprattutto, comportano l'utilizzo di materiali il cui scopo è quello di limitare il movimento della caviglia. Se pensiamo alle nuove tipologie di scarpe, sono tutte disegnate con il collo alto e rigido (per non parlare degli scarponi da sci). Per di più, sia nel calcio che nella pallavolo si tende a usare molto, a scopo preventivo, il bendaggio autofissante che conferisce una spiccata rigidità articolare.

Sommando le due situazioni, otteniamo come risultato una marcatissima riduzione dei traumi distorsivi alla caviglia e delle fratture tibiali ma con un risvolto: la caviglia ha una rotazione ridotta, rigida, il movimento di corsa viene scaricato sul ginocchio che quindi ha una maggiore tendenza ad intraruotare. Lesione al crociato anteriore. Non è l'unico caso, chiaramente.

Nel tennis, malgrado si giochi su fondo piatto e quella corsa a scatti si presti bene a questo infortunio, l'incidenza è molto più bassa. Proprio perchè i tennisti giocano con l'articolazione completamente libera (o quasi), per facilitare il cambio di direzione repentino.

In chirurgia poi la lesione viene riparata senza alcun problema e nel 2017 è superficiale ritenere che un giovane atleta professionista possa avere ripercussioni dirette. Il problema è che, durante la riabilitazione, percependo molto poco dolore, si tende a sottovalutare il recupero. Perso quel senso di instabilità dovuto all'indebolimento muscolare estensore-flessore, si riprende subito l'attività agonistica senza che effettivamente il legamento si sia sistemato e si ha una lesione recidivante. 6 mesi di stop sono sempre necessari.

La tua risposta è davvero molto interessante.
L' unica cosa che vorrei far notare, è che se davvero fosse questione di "scarpe" (per farla breve) credo sarebbe stato interesse di tutti tornare alle "scarpe" precedenti, o altrimenti si preferisce avere meno rotture di tibie/caviglie e più di crociati.

Detto questo, torno alla mia ipotesi: + partite, + intensità = più casistica

Domanda stupida: possibile anche che i calciatori siano più "distratti" ? Parlo proprio di concentrazione, predisposizione del corpo prima dell' impatto o di un eventuale movimento involontario e contronatura.
 
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