Maledizione Roma, Karsdorp si è rotto il crociato

krull

New member
Registrato
28 Giugno 2017
Messaggi
5,437
Reaction score
28
Tutti questi che passano da Villa Stuart e hanno recuperi miracolosi in metà del tempo hanno sistematicamente ricadute o problemi legati all' operazione sostenuta. Lui, Florenzi, Milik....
 

goleador 70

Senior Member
Registrato
5 Dicembre 2015
Messaggi
5,316
Reaction score
50
A prescindere dalla questione Roma, ho notato che i tre crociati "di lusso" della stagione (Conti, Milik e ora Karsdorp) sono saltati in circostanze molto simili, cioè al rientro da infortuni. Può essere dovuto ad un cambiamento inconscio dei pattern motori?



I giocatori (anche in altri sport) diventano sempre più grossi, potenti ed esplosivi.

Hai fatto centro.
 

goleador 70

Senior Member
Registrato
5 Dicembre 2015
Messaggi
5,316
Reaction score
50
Tutti questi che passano da Villa Stuart e hanno recuperi miracolosi in metà del tempo hanno sistematicamente ricadute o problemi legati all' operazione sostenuta. Lui, Florenzi, Milik....

I tempi di recupero per un crociato sono fisiologicamente stimati in 6 mesi..è la biologia non se ne scampa..
Se si accelerano i tempi biologici i rischi di ricadute aumentano ovviamente.
 

PheelMD

Bannato
Registrato
18 Giugno 2017
Messaggi
885
Reaction score
9
La tua risposta è davvero molto interessante.
L' unica cosa che vorrei far notare, è che se davvero fosse questione di "scarpe" (per farla breve) credo sarebbe stato interesse di tutti tornare alle "scarpe" precedenti, o altrimenti si preferisce avere meno rotture di tibie/caviglie e più di crociati.

Detto questo, torno alla mia ipotesi: + partite, + intensità = più casistica

Domanda stupida: possibile anche che i calciatori siano più "distratti" ? Parlo proprio di concentrazione, predisposizione del corpo prima dell' impatto o di un eventuale movimento involontario e contronatura.

Clinicamente parlando, meglio un crociato che multiple distorsioni o una frattura della tibia (generalizzando, chiaramente). Il crociato si sistema in un'ora di chirurgia, successo operatorio eccellente, riabilitazione lineare. Più tempo di stop ma terminato quello, non ci sono ripercussioni (dando per scontata una riabilitazione fatta come si deve). Una distorsione richiede meno tempo di stop, ma ha altre conseguenze posturali; una frattura tibiale può richiedere fissatori esterni, inchiodamento midollare, placcature, a volte cementificazione ossea. Magari anche una immobilizzazione con il gesso molto prolungata. Visivamente e psicologicamente è più impattante. È più rischioso il trattamento.

Poi, certo, non so fino a che punto la Nike o la Adidas (o la nostra futura Puma) fabbrichino le scarpe considerando questi aspetti, più che per estetica.
 

krull

New member
Registrato
28 Giugno 2017
Messaggi
5,437
Reaction score
28
I tempi di recupero per un crociato sono fisiologicamente stimati in 6 mesi..è la biologia non se ne scampa..
Se si accelerano i tempi biologici i rischi di ricadute aumentano ovviamente.

Appunto. Milik 4 mesi. Florenzi 4 mesi. Karsdorp a fine estate ha fatto menisco esterno (se non erro) e ha avuto complicazioni varie.
 

goleador 70

Senior Member
Registrato
5 Dicembre 2015
Messaggi
5,316
Reaction score
50
Appunto. Milik 4 mesi. Florenzi 4 mesi. Karsdorp a fine estate ha fatto menisco esterno (se non erro) e ha avuto complicazioni varie.

Si infatti
Poi a volte va tutto bene e non succede nulla come nel caso del recupero lampo di Insigne, però ovviamente rientrando dopo 4 mesi è normale che ci siano anche più rischi di ricadute..
 
Registrato
6 Ottobre 2014
Messaggi
1,402
Reaction score
50
Tutti questi che passano da Villa Stuart e hanno recuperi miracolosi in metà del tempo hanno sistematicamente ricadute o problemi legati all' operazione sostenuta. Lui, Florenzi, Milik....

Ma non è vero sono tutti problemi diversi, florenzi si è rotto il crociato operato, milik quello dell’altro ginocchio e karsdorp aveva fatto solo una pulizia del ginocchio, sono tre casi molto differenti tra loro
 

Z A Z A'

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
17,491
Reaction score
1,377
Non è una tanto una questione di allenamenti (che sicuramente incidono), quanto più di materiali.
Premettendo che, contrariamente a quanto si possa pensare, la lesione del crociato anteriore non sia marcatamente una lesione sportiva (lo è in maniera molto meno evidente rispetto ad altri infortuni; in un reparto ordinario di Ortopedia, sul totale delle lesioni del crociato, quelle da trauma sportivo sono attorno al 55-60%), gli sport che danno una correlazione evidente sono: calcio, basket, pallavolo e sci. Aggiungo il rugby nel quale però l'infortunio è dovuto ad un trauma diretto più che ad una dinamica motoria.
Sono sport che si praticano su fondo piatto e, soprattutto, comportano l'utilizzo di materiali il cui scopo è quello di limitare il movimento della caviglia. Se pensiamo alle nuove tipologie di scarpe, sono tutte disegnate con il collo alto e rigido (per non parlare degli scarponi da sci). Per di più, sia nel calcio che nella pallavolo si tende a usare molto, a scopo preventivo, il bendaggio autofissante che conferisce una spiccata rigidità articolare.

Sommando le due situazioni, otteniamo come risultato una marcatissima riduzione dei traumi distorsivi alla caviglia e delle fratture tibiali ma con un risvolto: la caviglia ha una rotazione ridotta, rigida, il movimento di corsa viene scaricato sul ginocchio che quindi ha una maggiore tendenza ad intraruotare. Lesione al crociato anteriore. Non è l'unico caso, chiaramente.

Nel tennis, malgrado si giochi su fondo piatto e quella corsa a scatti si presti bene a questo infortunio, l'incidenza è molto più bassa. Proprio perchè i tennisti giocano con l'articolazione completamente libera (o quasi), per facilitare il cambio di direzione repentino.

In chirurgia poi la lesione viene riparata senza alcun problema e nel 2017 è superficiale ritenere che un giovane atleta professionista possa avere ripercussioni dirette. Il problema è che, durante la riabilitazione, percependo molto poco dolore, si tende a sottovalutare il recupero. Perso quel senso di instabilità dovuto all'indebolimento muscolare estensore-flessore, si riprende subito l'attività agonistica senza che effettivamente il legamento si sia sistemato e si ha una lesione recidivante. 6 mesi di stop sono sempre necessari.

Risposta esauriente, anche se hai mancato lo sport che probabilmente fa saltare più crociati in assoluto (football americano) :asd:
Visto che mi sembri informato, per caso sai darmi una risposta riguardo ad un quesito che ho posto prima?

A prescindere dalla questione Roma, ho notato che i tre crociati "di lusso" della stagione (Conti, Milik e ora Karsdorp) sono saltati in circostanze molto simili, cioè al rientro da altri infortuni. Può essere dovuto ad un cambiamento inconscio dei pattern motori?
 

krull

New member
Registrato
28 Giugno 2017
Messaggi
5,437
Reaction score
28
Ma non è vero sono tutti problemi diversi, florenzi si è rotto il crociato operato, milik quello dell’altro ginocchio e karsdorp aveva fatto solo una pulizia del ginocchio, sono tre casi molto differenti tra loro

Si. Vero. Ma sono stati tutti casi di recuperi più veloci del normale. Un crociato richiede 6 mesi. Non 4.
 
Registrato
6 Marzo 2016
Messaggi
2,956
Reaction score
21
A prescindere dalla questione Roma, ho notato che i tre crociati "di lusso" della stagione (Conti, Milik e ora Karsdorp) sono saltati in circostanze molto simili, cioè al rientro da infortuni. Può essere dovuto ad un cambiamento inconscio dei pattern motori?

Esattamente. Parlando di recidive, oltre agli ovvi motivi biochimici e anatomici che modificano la struttura del legamento dopo una rottura, tieni conto che il legamento crociato anteriore è altamente innervato: alcuni studi riportano addirittura una percentuale media (quindi variabile) di 1,5% del suo volume formato esclusivamente da terminazioni nervose, con 4 tipi differenti di recettori a livello dell'inserzione sull'osso. E' tantissimo: vuol dire moltissimi scambi di informazioni (posturali, propriocettive, dolorose) sotto forma di impulsi elettrici e chimici, con il sistema nervoso centrale; per questo la sua seconda funzione più importante è da attribuire alla propriocettività (legata per ovvi motivi neurologici e indissolubilmente agli schemi motori) (la prima è di "freno" dello spostamento anteriore di tibia rispetto al femore), certamente alterata dopo lesione: quindi nel recupero ideale bisogna considerare due fattori: il primo, il recupero mediante stabilità attiva (dovuta all'attività di stabilizzazione muscolare dell'arto inferiore), con precedenza al lavoro in contrazione isometrica che aumenti il tono muscolare più che alla pesistica che ne aumenta massa e trofismo (che devono comunque essere recuperate dal momento che lo stop ne le avrà ridotte ma che se eccessive, deleterie e fattori di recidiva) e passiva (dovuta alle caratteristiche biochimiche del legamento stesso, ormai alterate e non recuperabili al 100% dello stato originale), attraverso un corretto intervento chirurgico, con il volere della genetica e con la mobilizzazione attiva e passiva.
Il secondo, ben più difficile, la propriocettività e l'equilibrio articolare passivo, recuperabile mediante ripetitività del gesto riabilitatorio attivo prima e sportivo poi (per farti un esempio, piegamenti e salti con gamba flessa da fermo e da terra dell'arto interessato su semisfere gonfiabili con stop su di essi per qualche secondo, che poi è anche un utile lavoro in contrazione isometrica, sicuramente lo hai già visto. Oppure l'utilizzo delle classiche tavolette fisioterapiche).
Tutto questo richiede un dato tempo di riposo e riabilitazione che se accorciato aumenta esponenzialmente il rischio di recidiva, i 6 mesi "biologici" che citava goleador 70.
 
Alto