Galliani, però, ha spiegato spesso che era tutto previsto e che questo è l'anno 1.
"Io vedo sinceramente poca programmazione. Magari mi sbaglierò, ma certe scelte di giocatori, anche se a parametro zero, sono lontane dall'idea di un programma studiato".
Berlusconi ha appena parlato di una nuova politica, basata solo sugli Under 22.
"Quelli davvero bravi costano dai 20 milioni in su e non ce ne sono tanti. Abbassare il monte ingaggi e ringiovanire la rosa è fondamentale, d'accordo. Ma la valutazione dei giocatori non so da chi venga, visto che Braida fa sempre meno quel lavoro".
Il suo ex collega Platini, da presidente dell'Uefa, fa abbastanza per il calcio?
"All'inizio non ero d'accordo con lui su tante cose. Poi in tante altre mi è piaciuto. Ha dimostrato che un ex calciatore con la testa, in un mondo molto politico come quello dell'Uefa, può dare idee innovative. Il fair-play finanziario è importante. Si gareggia ad armi impari: ci sono squadre con 500 milioni di debiti e altre no, ci sono le spagnole che godono di una tassazione inferiore".
E' vero che lei, durante la sua interminabile avventura rossonera, rischiò di andare al Chelsea e alla Juve?
"Ho incontrato di recente Boniperti e mi ha confermato che la Juve mi voleva. Al Chelsea mi chiamò Vialli nel '96. Però preferii restare al Milan, per venire fuori da un'annata disastrosa. E' stata una scelta giusta. Poi, per l'Arsenal mi chiamò una persona, facendomi un'offerta economica, e ci fu anche una richiesta di Ferguson per il Manchester United e forse un'altra del Real Madrid. La verità è che molto spesso queste richieste coincidevano con annate storte: sarebbe stato probabilmente più semplice accettare. Ma noi del nucleo storico ci prendevamo le nostre responsabilità, preferivamo rimanere e riscattarci sul campo, mettendoci la faccia".
Eroe

Spero che questa intervista la leggano in tanti, soprattutto milanisti. Forse queste parole dette dal
Capitano sveglieranno molti dal torpore.