Maldini alla GDS: TUTTE LE DICHIARAZIONI

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È un’intervista dove in pratica cerca di spronare un po’ tutto l’ambiente. Spero che tutto vada per il verso giusto.
"Spronare un po' l'ambiente" alla faccia. Ha sparato una serie bombe, o cambia quasi tutto oppure cambia anche la dirigenza e ciao Paolo Maldini.
 
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Ecco l'intervista completa a Paolo Maldini.

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Sul primo pensiero dopo lo Scudetto: a chi è andato? "A mamma e papà, spero che lassù possano essere orgogliosi di me".


Su cosa avrebbe potuto dirgli papà Cesare: "Forse nulla, solo una pacca sulla spalla o un abbraccio. Era di poche parole soprattutto con me. Nel tempo si è molto ammorbidito e ci siamo confrontati di più. D’altra parte sono di poche parole anche i miei due figli. Come lo sono stato io quando giocavo: parlare era una forzatura, cercavo di farlo il meno possibile".
Sui festeggiamenti con suo figlio Daniel: "A Reggio Emilia durante la premiazione a un certo punto ho sentito lo speaker che annunciava il 25, Florenzi. Allora ho realizzato e mi sono detto: 'Adesso tocca a Daniel, che bello'. L’ ho visto venirmi incontro con gli occhi bassi. Non mi guardava dritto. Lo sapevo, fa sempre così. Ci siamo dati un cinque un po’ sfuggevole. Il giorno dopo l’ho rivisto qui in salotto. Gli ho detto: 'Oh Dani, complimenti'. Ci siamo abbracciati. Ed è finita lì".
Maldini su che posso occupa questo Scudetto dopo i sette vinti da giocatore del Milan: "È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Una cosa lo accomuna agli altri titoli vinti: la passione per il Milan e il calcio".

Su questo Scudetto: più capolavoro o miracolo? "Direi un capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro le previsioni. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio".
Maldini sullo Scudetto del Milan definito sorprendente: "Direi di sì. È simile al titolo conquistato con Zaccheroni nel 1999. Ma è venuto con meno investimenti e più idee".

Sul titolo perso dall'Inter: "Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. E vorrei aggiungere che l’entusiasmo che abbiamo registrato nei tifosi era dovuto anche al gioco che la squadra ha espresso e al coraggio che abbiamo dimostrato. Anche nelle scelte di mercato. Questo inverno avevamo Kjær fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto".
Maldini sul segreto di questo Milan: "Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. Dunque siamo stati credibili e questa è una parte importante del nostro successo. Naturalmente erano storie diverse. A Zlatan, per esempio, abbiamo chiesto di darci quello che in questo momento poteva portare al gruppo. Per un giovane come Kalulu il discorso è stato: 'I primi sei mesi guarda e impara. Sei nella patria della difesa, memorizza tutto. Prima o poi l’occasione arriva'".

Sulla soddisfazione più grande che sta avendo in questo lavoro: "Il rapporto personale che ho instaurato con i giocatori. La maggior parte di loro sono giovani che avevano bisogno di una guida. Molti mi considerano come un secondo padre".
Sul figlio Daniel nello spogliatoio: situazione difficile da governare? "No, perché è un bravissimo ragazzo che sa stare al suo posto. Viene apprezzato per quello che è. E poi il campo parla chiaro. Se tu non sei adatto per quel tipo di livello i tuoi compagni lo riconoscono subito. Questo per Daniel non succede. Poi è chiaro che deve crescere ma la sua autonomia di pensiero e di vita è chiara all’interno del gruppo".

Sul gol di mano dell'Udinese con Destiny Udogie, unica volta che ha alzato la voce: "Ogni tanto dire le cose come stanno serve. Io lo faccio poco perché preferisco chiedere spiegazioni ai responsabili arbitrali in separata sede. E quasi sempre c’è apertura al dialogo. Quella volta non fu così e allora decisi di parlare. Comunque in generale non ci piace lamentarci perché questo può creare degli alibi ai giocatori e rischia di innestare nel pubblico qualcosa di non positivo".
Sui momenti di frustrazione perché non ha ingaggiato un giocatore avuto tra le mani: "Certo. I ventuno calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo avevo in testa un budget più alto. Poi l’idea di fare le cose, ma di farle non per forza ma perché sei convinto deve prevalere su quella di spendere ciò che hai. Se posso far risparmiare il club lo faccio. E questo ha fatto si che la mia visione è completamente cambiata. Ho capito che ai giovani devono essere date delle opportunità. Però è necessario far sentire loro la fiducia soprattutto nei momenti difficili. Cosa che a me, da ragazzo, non è mai accaduto".

Su Mike Maignan: "Ci siamo affidati al parere di Dida, Ragno e Betti, i nostri preparatori dei portieri. Quindi parlando con lui abbiamo capito cosa aveva in testa, la sua personalità, la voglia di vincere come nessun altro".
Su Gianluigi Donnarumma: ha scritto per complimentarsi? "No, ma durante l’anno ci siamo sentiti e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Se si è pentito? Non lo so, spero comunque sia felice. Ha dato tanto al Milan".

Sui paragoni tra Sandro Tonali ed un suo compagno del grande Milan: "Dicevano potesse essere il nuovo Pirlo ma lui si sentiva come Gattuso. Direi che ha le caratteristiche di entrambi. Il primo anno ha vissuto in una situazione molto difficile. Veniva da un infortunio e ha patito la pressione di essere nel suo club preferito. Questo l’abbiamo capito tenendolo con noi. I risultati si sono visti".

Su Stefano Pioli, da 'Normal One' a speciale: "Già essere normali nel 2022 è qualcosa di speciale. Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: 'Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale'. E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo".
Sul confronto tra le questioni tecniche: "Con Massara ci sediamo spesso assieme a lui per cercare di migliorare qualcosa. Lo facciamo soprattutto quando le cose vanno bene perché si è più aperti al dialogo".

Su Massara uomo giusto per aprire un ciclo: "Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions".
Sull'indicazione chiara per RedBird: "Sì, anche se io con loro non ho avuto contatti".

Sul possibile cambio di proprietà: "La cosa ci è stata detta dopo che è apparsa sulla stampa. Però qualcosa vivendo dentro la sede l’avevo percepita. Ma non è stato un problema. Alla fine quando riesci a creare un gruppo squadra speciale come il nostro queste indiscrezioni non turbano l’ambiente. A Milanello siamo andati avanti sapendo comunque che dietro avevamo una società forte sempre puntuale nei pagamenti. Certo, c’era curiosità. Qualche giocatore con il quale stavamo parlando di rinnovi ci ha detto: 'Aspettiamo perché magari ci saranno più soldi'".
Maldini sulle mosse del Milan sul mercato: "Da mesi ma in questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a questo salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo ... E in più c’è anche la questione relativa al contratto mio e di Massara. Siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare. Perché loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare”. O può essere che io dica “la vostra strategia non mi piace”. Come ho detto a suo tempo a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene".

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Molto schietto e molto duro. Tutto il mio rispetto, grande uomo e grande milanista
 
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Madonna che intervista, l'ha toccata piano.
Direi che Paolo si è fracassato le palle di questa gestione a singhiozzo tra mille freni e mille condizionamenti.
Ovviamente lo dice a modo suo ma il succo è questo.
Altro che lungimiranza, progetti e amenità varie : la nostra proprietà è assente e con ambizioni sportive nulle.

Vediamo cosa accadrà ma il milan, i milanisti, paolo, massara , pioli e i giocatori non si meritano un'altra estate farlocca.

Bella la stilettata a modigliani (il cane non ha fatto nemmeno gli auguri) e il sassolino che si toglie dalle scarpe circa la presunta superiorità dell'inter.
Inoltre si è capito, qualora ce ne fosse bisogno, che i rinnovi sono congelati per questa incertezza sul futuro.
Mica mendes è fesso...
 
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È tutto giusto, però quei messaggi non li fai arrivare tramite la gazzetta in my opinion.
Piuttosto alzi il telefono e ti fai sentire.
Ripeto, sono molto stupito dal tono delle dichiarazioni, non sembra nemmeno lui
Occhio perché le interviste di Paolo neanche troppo datate sono tutte cosi. Lui non fa prigionieri (d’altronde se non avesse questa personalità non sarebbe Paolo Maldini), ci sta, ma io credevo che ad un certo punto avesse capito che da dirigente si deve riflettere e parlare in un altro modo.

Insomma, se se ne fosse andato e poi avesse rilasciato un intervista del genere ci può anche stare, ma da dirigente interno cosa risolvi? Stiamo parlando di Elliott eh, fanno ancora meno prigionieri di Paolo. Oddio che brutto modo di iniziare la prossima stagione.
 

Masanijey

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E chi dice non l’abbia fatto? Si vedono e si sentono tutti i giorni, vuoi che Maldini non abbia chiesto lumi sul rinnovo?
Riguardo ai nuovi proprietari lo dice lui stesso di non averli sentiti.
Sui vecchi.. Se hai già alzato il telefono cosa aggiunge questo sputtanamento sulla stampa?
Secondo me scoperchiare il pentolone in stile Barbara D'uso non aiuterà.
Nulla da eccepire sui contenuti, lui è eroico e non lo cambierei con nessuno oggi, ma questo è uno scivolone dai..
 
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La tempistica si può spiegare solo con il fatto che gli stracci sono già volati. I modi poi…

Non siamo comunque ai livelli di Boban, lui aveva detto cose molto ma molto più gravi. Diciamo che siamo ai livelli di Maldini-Ragnik.

Molto preoccupante e sono anche deluso che sia arrivato a parlare cosi, che poi è normale che con una cessione in corso la dirigenza non sia ancora stata confermata, mica il vecchio proprietario può decidere a chi far dirigere la baracca della nuova proprietà, e la nuova proprietà non è appunto ancora una proprietà. Boh, io non riesco a trovare un interpretazione, inutile dirci che vuole questo o vuole quello, sono difficili da interpretare logicamente proprio.
No su dai, non scherziamo. Siamo campioni d'italia, questo è il momento topico per programmare la prossima stagione e il futuro; non esiste proprio che bihsogna aspettare la nuova proprietà ecc. Non ci vuole nulla a fare una chiaccherata informale per tranquillizzare tutti e garantire un minimo di continuità e la gente appesa. Poi io sono il primo a pensare e a dire che con il.cambio di proprietà (quando era uscita investcorp) secondo me dopo il primo periodo di uno/due anni avrebbero cambiato dirigenza e tutto completamente.
 

Masanijey

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Occhio perché le interviste di Paolo neanche troppo datate sono tutte cosi. Lui non fa prigionieri (d’altronde se non avesse questa personalità non sarebbe Paolo Maldini), ci sta, ma io credevo che ad un certo punto avesse capito che da dirigente si deve riflettere e parlare in un altro modo.

Insomma, se se ne fosse andato e poi avesse rilasciato un intervista del genere ci può anche stare, ma da dirigente interno cosa risolvi? Stiamo parlando di Elliott eh, fanno ancora meno prigionieri di Paolo. Oddio che brutto modo di iniziare la prossima stagione.
Esatto, è proprio quello che intendo.
 

7AlePato7

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Mi dispiace, amo Maldini alla follia e condivido quasi tutto, ma ha sbagliato a sbandierare tutto cosi. Cosa risolvi? Devo trovare una spiegazione più logica rispetto al fatto di “mettere pressione” , perché se crede che si riesca a farlo ad Elliott o a RedBird stiamo freschi…
Chiede chiarezza, vuole sapere se gli verrà rinnovato il contratto o meno, vuole sapere con urgenza i piani per la prossima stagione, sapere il budget, capire i margini di manovra che ha sui rinnovi, chiudere le trattative per Sanches e Botman condotte da mesi. Siccome poi è lui che ci mette la faccia quando le cose vanno male, è lui che deve metterci la faccia quando deve spiegare che il Milan perde i giocatori a zero o eventualmente che occorre vendere Leao, sta mettendo in guardia sulla necessità di effettuare investimenti per crescere. Si sente garante dei desideri del popolo milanista, vuole che il Milan torni in alto e non lo si può fare con la calcolatrice in mano.
 

Mauricio

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Io la vedo diversamente , Maldini prima ha fatto i fatti, vincendo con un'impresa clamorosa e poi ha parlato. Visto che tra l'altro è in scadenza di contratto tra un mese e nessuno ancora gli ha proposto nulla. Se non deve parlare ora allora quando? Boban ha fatto il contrario in pratica, così facendo sarà sembrato pure l'eroe solitario e infatti era dventato l'idolo di 3/4 del forum, ma la strategia che può portare risultati è sicuramente quella di Maldini.
Ci può stare come lettura, non abbiamo certezza di come stiano le cose.
Però va bene che sei Maldini e la storia del Milan, ma se non ti hanno ancora chiamato per il rinnovo (ricordiamo che c’è un passaggio di proprietà in mezzo) alza te per primo la cornetta e chiedi chiarimenti. Non c’è bisogno di “tirarsela” aspettando che siano gli altri a fare la prima mossa.
Ripeto, tutto abbastanza strano, vediamo come evolve la situazione.
 
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