Maldini alla GDS: TUTTE LE DICHIARAZIONI

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Masanijey

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Se arriva a farle alla Gazzetta forse è perché al telefono o non ti rispondono o fanno finta di non capire
Sarà come dite voi, non so che dire.
Io lo reputo un errore di comunicazione abbastanza grave, nei toni e nei tempi.

I concetti sono ineccepibili, inutile anche stare a specificarlo.
Maldini ha un nome che da solo è storia.
Maldini ha carisma.
Maldini è una persona corretta.
Maldini è un milanista vero.
Maldini è un vincente.
Maldini è vicino alle persone.
Maldini ha dimostrato di essere anche un gran dirigente.
Oserei quasi dire che è un visionario, uno da tenersi stretto a costo di fare la rivoluzione.

Ma è proprio per questo che non capisco la necessità di ribaltare i tavoli a mezzo stampa, subito dopo aver vinto uno scudetto.
Le battaglie si fanno internamente, o al limite le dichiarazioni le si fanno una volta finita la battaglia.
Questo è un all-in con ancora tante mani da vedere e spero che la bomba che ha sganciato vada a colpire solo i bersagli giusti.
Intanto prepariamoci ad essere sbranati dai lupi.
 

malos

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Io sono veramente basito. Qua dentro c'è qualcuno (due gattti per fortuna) che prende la parti di una proprietà vergognosa e contro Maldini, quando Maldini sta facendo il massimo per il nostro Milan. E c'è qualcuno che prende addirittura le parti di una proprietà che non c'è ancora. Mi vergogno che ci siano dei milanisti così.
Io non mi stupisco più. Rabbrividisco solo.
 

Gekyn

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Se Maldini rimarrà sulla scrivania anche la prossima stagione, sarà sinonimo di investimenti e di società seria (questo non vuol dire investimenti da centinaia di mln), al contrario ci sarà da preoccuparsi.
La sua intervista non la trovo una bordata contro la proprietà, ma un modo per dirgli di svegliarsi e di fare in fretta e che il modus operandi dell'ultimo anno non può continuare...
 

livestrong

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Certo, per me e che te che non siamo analfabeti funzionali, ma fa più effetto dire: “abbiamo speso 75 milioni netti per 21 giocatori o abbiamo speso 200 milioni (cifra a caso) per 21 giocatori”?
Sembra che volesse far passare che hanno fatto i miracoli con il budget a disposizione. E in buona parte è assolutamente vero, non c’era bisogno di fare il giochino delle spese nette per mostrare che i cattivoni di Elliott ci hanno messo solo 75 milioni.
Perchè per i bidoni che ho riportato in precedenza (aggiungo Duarte) son stati spesi più di 150 milioni e l’apporto alla squadra è stato prossimo allo zero. Questo però Paolo si è dimenticato di dirlo.
Non ho niente contro di lui, solo che non sopporto l’uso random di numeri per darsi ragione: ha fatto un ottimo lavoro con il budget a disposizione, ma son stati buttati anche una marea di soldi. Questa è una visione più corretta della realtà.
Gli errori quando lavori nel calcio devi metterli in preventivo. Troviamo un altro dirigente che con 75 mln ti porta una squadra da metà classifica a vincere lo scudetto e ne riparliamo
 
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Eh certo, i soldi per gestire la baracca mica li mette lui…
Degna del miglior Galliani la paraculata sui 75 milioni netti spesi per 21 giocatori (solo Piatek e Paquetà erano costati quei soldi per dire. Gli altri 19 sono arrivati tutti a zero? Tipo Caldara a 35 o Castillejo a 20? O Laxalt a 15?).
Mi dispiace ma togliersi i sassolini quando si è vinto è facile, molto più difficile farlo quando le cose non vanno bene (per questo va dato molto più onore a Boban per me).
Dichiarazioni che capisco poco nella tempistica, in privato poteva far volare anche gli stracci. Vedremo come andrà a finire.

EDIT: mi ha fatto anche abbastanza schifo che abbia confermato che Leao stia aspettando il passaggio di proprietà per eventualmente rinnovare, per spillare più soldi possibili. Confermo la mia idea, un mercenario del genere per il gruppo è tossico e va ceduto.
non è una novità che lui parla solo quando si vince.
questo è il suo momento, ha tempistica per queste cose.
a parte i 75M o cose così i concetti però sono giusti, li tira fuori perchè è incacchiato del fatto che non lo hanno ancora rinnovato, non credo che in realtà gli interessi gran che della competitività. altrimenti se ne sarebbe venuto fuori ben prima.

paolo è molto intelligente e sa quando parlare per portare la ragione al suo mulino, ricordiamo la vicenda superlega.
 

rossonerosud

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Io non mi stupisco più. Rabbrividisco solo.
Guarda io non ho spiegazioni. L'unica spiegazione che mi è che quei due gatti (per fortuna solo due) che si stanno schierando a favore della proprietà, e addirittura di una proprietà che non c'è ancora, siano dei mocciosi che non hanno mai visto il vero Milan. Così non fosse sarebbe da pagargli un bravo psichiatra.
 
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Ma Paolo è solo realista. Come dico da mesi, lui e Massara non possono fare miracoli ogni anno e creare una squadra competitiva con quattro spicci. Non lo possono fare loro come non lo ha mai fatto nessuno nella storia del calcio degli ultimi tre decenni.
Se gli danno quattro spicci e canna gli acquisti, come è normale e abbastanza inevitabile che capiti, poi gli insulti se li becca lui(e se li è beccati anche qui quando le cose non andavano bene).
Ma che gli frega degli insulti? Hai davvero una considerazione cosi bassa di Paolo? Se li beccano al PSG ed al Real gli insulti, e se li beccava fino a ieri pure Maldini…

Una volta che sei in disaccordo totale su tutto (e dire che sono dichiarazioni completamente diverse da quelle rilasciate un anno fa, roba da capovolgimento del mondo) allora devi lasciare la baracca e da outsider dire tutto e di più, e poi io, te e tutti quelli che hanno il Milan nel cuore possiamo pure andare a casa Milan a prendere Ivan per il collo se volete, ma cosi diventa duro pure per io più Maldiniano dei Maldiniani dargli ragione a 360 gradi. Anche essendo d’accordo su tutto il contenuto dell’intervista sono i modo e le tempistiche che lasciano interdetti.
 

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Ecco l'intervista completa a Paolo Maldini.

Screen e testo

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Sul primo pensiero dopo lo Scudetto: a chi è andato? "A mamma e papà, spero che lassù possano essere orgogliosi di me".


Su cosa avrebbe potuto dirgli papà Cesare: "Forse nulla, solo una pacca sulla spalla o un abbraccio. Era di poche parole soprattutto con me. Nel tempo si è molto ammorbidito e ci siamo confrontati di più. D’altra parte sono di poche parole anche i miei due figli. Come lo sono stato io quando giocavo: parlare era una forzatura, cercavo di farlo il meno possibile".
Sui festeggiamenti con suo figlio Daniel: "A Reggio Emilia durante la premiazione a un certo punto ho sentito lo speaker che annunciava il 25, Florenzi. Allora ho realizzato e mi sono detto: 'Adesso tocca a Daniel, che bello'. L’ ho visto venirmi incontro con gli occhi bassi. Non mi guardava dritto. Lo sapevo, fa sempre così. Ci siamo dati un cinque un po’ sfuggevole. Il giorno dopo l’ho rivisto qui in salotto. Gli ho detto: 'Oh Dani, complimenti'. Ci siamo abbracciati. Ed è finita lì".
Maldini su che posso occupa questo Scudetto dopo i sette vinti da giocatore del Milan: "È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Lo considero bellissimo. Una cosa lo accomuna agli altri titoli vinti: la passione per il Milan e il calcio".

Su questo Scudetto: più capolavoro o miracolo? "Direi un capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro le previsioni. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio".
Maldini sullo Scudetto del Milan definito sorprendente: "Direi di sì. È simile al titolo conquistato con Zaccheroni nel 1999. Ma è venuto con meno investimenti e più idee".

Sul titolo perso dall'Inter: "Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. E vorrei aggiungere che l’entusiasmo che abbiamo registrato nei tifosi era dovuto anche al gioco che la squadra ha espresso e al coraggio che abbiamo dimostrato. Anche nelle scelte di mercato. Questo inverno avevamo Kjær fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto".
Maldini sul segreto di questo Milan: "Dal 2019 a oggi abbiamo preso 21 giocatori. Un mix di ragazzi esperti e molti giovani. Io e Massara abbiamo raccontato a ognuno di loro la storia di un progetto che poi si è realizzato. Dunque siamo stati credibili e questa è una parte importante del nostro successo. Naturalmente erano storie diverse. A Zlatan, per esempio, abbiamo chiesto di darci quello che in questo momento poteva portare al gruppo. Per un giovane come Kalulu il discorso è stato: 'I primi sei mesi guarda e impara. Sei nella patria della difesa, memorizza tutto. Prima o poi l’occasione arriva'".

Sulla soddisfazione più grande che sta avendo in questo lavoro: "Il rapporto personale che ho instaurato con i giocatori. La maggior parte di loro sono giovani che avevano bisogno di una guida. Molti mi considerano come un secondo padre".
Sul figlio Daniel nello spogliatoio: situazione difficile da governare? "No, perché è un bravissimo ragazzo che sa stare al suo posto. Viene apprezzato per quello che è. E poi il campo parla chiaro. Se tu non sei adatto per quel tipo di livello i tuoi compagni lo riconoscono subito. Questo per Daniel non succede. Poi è chiaro che deve crescere ma la sua autonomia di pensiero e di vita è chiara all’interno del gruppo".

Sul gol di mano dell'Udinese con Destiny Udogie, unica volta che ha alzato la voce: "Ogni tanto dire le cose come stanno serve. Io lo faccio poco perché preferisco chiedere spiegazioni ai responsabili arbitrali in separata sede. E quasi sempre c’è apertura al dialogo. Quella volta non fu così e allora decisi di parlare. Comunque in generale non ci piace lamentarci perché questo può creare degli alibi ai giocatori e rischia di innestare nel pubblico qualcosa di non positivo".
Sui momenti di frustrazione perché non ha ingaggiato un giocatore avuto tra le mani: "Certo. I ventuno calciatori che sotto la mia gestione diretta abbiamo preso a titolo definitivo hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo avevo in testa un budget più alto. Poi l’idea di fare le cose, ma di farle non per forza ma perché sei convinto deve prevalere su quella di spendere ciò che hai. Se posso far risparmiare il club lo faccio. E questo ha fatto si che la mia visione è completamente cambiata. Ho capito che ai giovani devono essere date delle opportunità. Però è necessario far sentire loro la fiducia soprattutto nei momenti difficili. Cosa che a me, da ragazzo, non è mai accaduto".

Su Mike Maignan: "Ci siamo affidati al parere di Dida, Ragno e Betti, i nostri preparatori dei portieri. Quindi parlando con lui abbiamo capito cosa aveva in testa, la sua personalità, la voglia di vincere come nessun altro".
Su Gianluigi Donnarumma: ha scritto per complimentarsi? "No, ma durante l’anno ci siamo sentiti e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Se si è pentito? Non lo so, spero comunque sia felice. Ha dato tanto al Milan".

Sui paragoni tra Sandro Tonali ed un suo compagno del grande Milan: "Dicevano potesse essere il nuovo Pirlo ma lui si sentiva come Gattuso. Direi che ha le caratteristiche di entrambi. Il primo anno ha vissuto in una situazione molto difficile. Veniva da un infortunio e ha patito la pressione di essere nel suo club preferito. Questo l’abbiamo capito tenendolo con noi. I risultati si sono visti".

Su Stefano Pioli, da 'Normal One' a speciale: "Già essere normali nel 2022 è qualcosa di speciale. Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: 'Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale'. E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo".
Sul confronto tra le questioni tecniche: "Con Massara ci sediamo spesso assieme a lui per cercare di migliorare qualcosa. Lo facciamo soprattutto quando le cose vanno bene perché si è più aperti al dialogo".

Su Massara uomo giusto per aprire un ciclo: "Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza un’idea da Milan rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions".
Sull'indicazione chiara per RedBird: "Sì, anche se .io con loro non ho avuto contatti".

Sul possibile cambio di proprietà: "La cosa ci è stata detta dopo che è apparsa sulla stampa. Però qualcosa vivendo dentro la sede l’avevo percepita. Ma non è stato un problema. Alla fine quando riesci a creare un gruppo squadra speciale come il nostro queste indiscrezioni non turbano l’ambiente. A Milanello siamo andati avanti sapendo comunque che dietro avevamo una società forte sempre puntuale nei pagamenti. Certo, c’era curiosità. Qualche giocatore con il quale stavamo parlando di rinnovi ci ha detto: 'Aspettiamo perché magari ci saranno più soldi'".
Maldini sulle mosse del Milan sul mercato: "Da mesi ma in questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a questo salto di qualità. Anche perché siamo in una fase di passaggio. Vedremo ... E in più c’è anche la questione relativa al contratto mio e di Massara. Siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Devo dire che per il nostro percorso e per ciò che è successo in passato anche durante il periodo di crisi con Rangnick, trovo poco rispettoso il fatto che a oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi. Dico solo a parlare. Perché loro potrebbero anche dirci “il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare”. O può essere che io dica “la vostra strategia non mi piace”. Come ho detto a suo tempo a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene".

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Nell’NBA non di sicuro, o meglio è possibile sforare il salary cap per qualche stagione quando la squadra è molto competitiva e si può puntare al tutolo ma sono sempre periodi di transizione, per come le leghe Americane sono strutturate (almeno in NBA e per quel poco che ne so in NFL) ci sono sempre periodi neri (di ritorno economico) e periodi di luce (dove buone scelte hanno pagato e di conseguenza si deve restare competitivi).

Se chiedi a qualcuno chi vincerà il titolo NBA tra 3 anni é possible saperlo, tranne i soliti Knicks sono tutti candidati, non è per niente simile al calcio.
Forse non ho capito bene cosa intendi :)
I sistemi di salary cap sono pensati per tentare di uniformare il mercato, nel mio post mi riferivo però ad altro. Penso alla Nba: chi è il proprietario degli Spurs? Chi quello degli heat? Chi quello degli warriors? Eppure i membri del fo di ognuna di quelle franchigie, chi segue lo sport, li conosce. Lo stesso vale per la NFL. I Jerry Jones non a caso operano autonomamente ma non portano a casa nulla
 
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