- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 249,761
- Reaction score
- 48,213
Massimo Maccarone alla GDS sul Milan di oggi:"Per l'Empoli stasera sarà tosta? Direi di sì, i giovani hanno gli occhi della tigre. Krunic? Con Rade ho giocato un paio d’anni. Forte forte lui, è un grimaldello che apre più porte. Al Milan ha fatto anche la punta. Ibra? E' devastante, a 40 anni fa ancora la differenza. Se ho mai scambiato la maglia con lui? Non sono il tipo, ma resta un campione. Empoli Milan? Pronostici non ne faccio. Nel 2017, con Giovani Martusciello, vincemmo 2-1 a San Siro".
"Cosa rappresenta il Milan per me? Se sono diventato ‘Big Mac’ lo devo a loro. Giocavo nel Soccer Boys, mi notarono in un torneo. Stregai tutti in un provino di dieci giorni a Bormio. Da ragazzino vivevo sui treni: avanti e indietro da Novara, poi autobus. A 16-17 anni ho fatto il raccattapalle a 'San Siro. Avevo 14 anni e già giocavo nel Milan. L’ultimo anno nelle giovanili, nel 1996-97, ero aggregato alla prima squadra con Fabio Capello. Lo spogliatoio era come il giardino dell’Eden, per me: a destra c’erano Marcel Desailly, Patrick Kluivert, George Weah. A sinistra Dejan Savićević, Alessandro Costacurta, Paolo Maldini .... Capello? Gli altri mi avevano preso in simpatia. ‘Sei il figlioccio del mister’, dicevano. E in effetti era vero: se c’era un rimprovero me lo prendevo io. Mi voleva fisso in prima squadra. Mi urlava sempre dietro per motivarmi e farmi crescere. Con lui ho capito il professionismo. Nel 2001, dopo un po’ di prestiti, stavo per tornare. Mi voleva Fatih Terim, ma l’Empoli mi riscattò alle buste per centomila lire in più. I rossoneri misero 6 miliardi, i toscani sei e cento. È andata bene così, senza il Milan non avrei conosciuto piazze stupende come Siena e Empoli".
"Cosa rappresenta il Milan per me? Se sono diventato ‘Big Mac’ lo devo a loro. Giocavo nel Soccer Boys, mi notarono in un torneo. Stregai tutti in un provino di dieci giorni a Bormio. Da ragazzino vivevo sui treni: avanti e indietro da Novara, poi autobus. A 16-17 anni ho fatto il raccattapalle a 'San Siro. Avevo 14 anni e già giocavo nel Milan. L’ultimo anno nelle giovanili, nel 1996-97, ero aggregato alla prima squadra con Fabio Capello. Lo spogliatoio era come il giardino dell’Eden, per me: a destra c’erano Marcel Desailly, Patrick Kluivert, George Weah. A sinistra Dejan Savićević, Alessandro Costacurta, Paolo Maldini .... Capello? Gli altri mi avevano preso in simpatia. ‘Sei il figlioccio del mister’, dicevano. E in effetti era vero: se c’era un rimprovero me lo prendevo io. Mi voleva fisso in prima squadra. Mi urlava sempre dietro per motivarmi e farmi crescere. Con lui ho capito il professionismo. Nel 2001, dopo un po’ di prestiti, stavo per tornare. Mi voleva Fatih Terim, ma l’Empoli mi riscattò alle buste per centomila lire in più. I rossoneri misero 6 miliardi, i toscani sei e cento. È andata bene così, senza il Milan non avrei conosciuto piazze stupende come Siena e Empoli".