Lombardia Uno:"Tonali fu scartato dal Milan. La rivincita".

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Lombardia Uno:"Tonali fu scartato dal Milan. La rivincita".

Davide Gatti, presidente della Lombardia Uno, prima squadra di Tonali, racconta il neo rossonero:"A quell’età si guarda spesso la tecnica ,la capacità di saltare l’avversario nell’uno contro uno. Sandro giocava a due tocchi in mezzo al campo, era già avanti, era moderno: ecco perché squadre come Milan e Inter non si accorsero di lui. I genitori lo portarono qui con il fratello Enrico perché Sandro era milanista e i nostri centri sportivi sono affiliati al Milan da quando siamonati, nel‘94. Pur essendo solo un bambino, Sandro aveva già chiaro dove voleva arrivare. So che può sembrare tutto troppo romanzato, ma era questo che ti colpiva di lui:aveva un atteggiamento professionale, si divertiva come gli altri ma con una consapevolezza quasi da adulto. Perciò non mi sorprende che sia così maturo oggi, nonostante abbia ancora vent’anni: ha solo lavorato sulle qualità che ha sempre avuto. Sapeva sempre dove mettersi per rubare palla agli avversari e mandare in porta i compagni. Era nettamente più bravo degli altri, ma non lo vedevi mai strafare. Quando fu scartato ai provini al Vismara ci rimase male. Ma il destino gli ha regalato una bella rivincita. E' al Milan dopo essere stato ad un passo dall'Inter. Ai tempi erano venuti anche i loro osservatori, ma non se ne fece nulla. Festeggiava solo quando la partita si faceva in salita e segnare gli costava davvero fatica. Non era arroganza, lui il calcio lo viveva così. Una volta, durante un torneo di Natale, scoppiò a piangere all’ultima partita: non perché avesse vinto o perso, ma perché voleva continuare a giocare. Lo mettemmo in squadra con i più grandi".
 

James45

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Davide Gatti, presidente della Lombardia Uno, prima squadra di Tonali, racconta il neo rossonero:"A quell’età si guarda spesso la tecnica ,la capacità di saltare l’avversario nell’uno contro uno. Sandro giocava a due tocchi in mezzo al campo, era già avanti, era moderno: ecco perché squadre come Milan e Inter non si accorsero di lui. I genitori lo portarono qui con il fratello Enrico perché Sandro era milanista e i nostri centri sportivi sono affiliati al Milan da quando siamonati, nel‘94. Pur essendo solo un bambino, Sandro aveva già chiaro dove voleva arrivare. So che può sembrare tutto troppo romanzato, ma era questo che ti colpiva di lui:aveva un atteggiamento professionale, si divertiva come gli altri ma con una consapevolezza quasi da adulto. Perciò non mi sorprende che sia così maturo oggi, nonostante abbia ancora vent’anni: ha solo lavorato sulle qualità che ha sempre avuto. Sapeva sempre dove mettersi per rubare palla agli avversari e mandare in porta i compagni. Era nettamente più bravo degli altri, ma non lo vedevi mai strafare. Quando fu scartato ai provini al Vismara ci rimase male. Ma il destino gli ha regalato una bella rivincita. E' al Milan dopo essere stato ad un passo dall'Inter. Ai tempi erano venuti anche i loro osservatori, ma non se ne fece nulla. Festeggiava solo quando la partita si faceva in salita e segnare gli costava davvero fatica. Non era arroganza, lui il calcio lo viveva così. Una volta, durante un torneo di Natale, scoppiò a piangere all’ultima partita: non perché avesse vinto o perso, ma perché voleva continuare a giocare. Lo mettemmo in squadra con i più grandi".

Carattere e testa.
Se mancano puoi avere tutti i numeri ma non arriverai mai ad essere un campione.
Bella testimonianza: l'ultimo aneddoto la dice tutta.
 

gabri65

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Davide Gatti, presidente della Lombardia Uno, prima squadra di Tonali, racconta il neo rossonero:"A quell’età si guarda spesso la tecnica ,la capacità di saltare l’avversario nell’uno contro uno. Sandro giocava a due tocchi in mezzo al campo, era già avanti, era moderno: ecco perché squadre come Milan e Inter non si accorsero di lui. I genitori lo portarono qui con il fratello Enrico perché Sandro era milanista e i nostri centri sportivi sono affiliati al Milan da quando siamonati, nel‘94. Pur essendo solo un bambino, Sandro aveva già chiaro dove voleva arrivare. So che può sembrare tutto troppo romanzato, ma era questo che ti colpiva di lui:aveva un atteggiamento professionale, si divertiva come gli altri ma con una consapevolezza quasi da adulto. Perciò non mi sorprende che sia così maturo oggi, nonostante abbia ancora vent’anni: ha solo lavorato sulle qualità che ha sempre avuto. Sapeva sempre dove mettersi per rubare palla agli avversari e mandare in porta i compagni. Era nettamente più bravo degli altri, ma non lo vedevi mai strafare. Quando fu scartato ai provini al Vismara ci rimase male. Ma il destino gli ha regalato una bella rivincita. E' al Milan dopo essere stato ad un passo dall'Inter. Ai tempi erano venuti anche i loro osservatori, ma non se ne fece nulla. Festeggiava solo quando la partita si faceva in salita e segnare gli costava davvero fatica. Non era arroganza, lui il calcio lo viveva così. Una volta, durante un torneo di Natale, scoppiò a piangere all’ultima partita: non perché avesse vinto o perso, ma perché voleva continuare a giocare. Lo mettemmo in squadra con i più grandi".

Questo è quello che mi fa arrabbiare: si guarda solo alle doti fisiche, allo strapotere atletico e alla tecnica superficiale, ma non all'intelligenza tattica e al saper stare in campo.

Sono sicuro che se metti un Kroos travestito insieme ad una banda di ragazzini, anche lui verrebbe scartato, perché ritenuto lento e/o poco incisivo.
 
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