Li: i bitcon per rifinanziare il debito con Elliott. Ma...

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Djerry

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Pensare che un finanziere accortissimo come Singer abbia a suo tempo concesso credito al buio ad un soggetto come Li, apparentemente senza significative capacità finanziarie, è non avere cognizione delle dimensioni in cui si muove la finanza, che è un sistema di garanzie prima che un traffico di liquidità. Singer non si sarebbe mosso ad aprire la cassa sulla base della fotocopia dello stato patrimoniale di una società decotta come la Jie Ande, quella fotocopia sventolata da Festa come prova di chissà che. E non si dica che Singer si è tutelato con i pegni sul club, un finanziere che si rispetti valuta prima la capacità di rimborso del finanziando che i mezzi per recuperare ciò che concede se questi non è in grado di farlo spontaneamente. Altrimenti, ridurremmo la vicenda alla farsa di Mr. Bee, che a Berlusconi offrì pur sempre un miliardo per il cento per cento delle azioni, non 'miseri' 520 milioni. Rifiutati, come sappiamo. :)

Ma proprio il vuoto di sceneggiatura ed il mancato palesarsi dei finanziatori "garanti", già inquietante di suo e figuriamoci dopo un anno, rende quella forchetta di possibilità molto vasta.
Perché l'impossibilità sopravvenuta di sblocco fondi, anche ammesso esista, accentua la temerarietà dell'operazione di Li e dei "suoi", se cinesi davvero sono. Di certo non opera come alibi.

Singer, come ben sai, ha vinto a prescindere nel momento in cui ha aperto cassa :)
 

AllanX

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Secondo quanto riportato da La Repubblica in edicola oggi, 26 marzo 2018, Yonghong Li voleva utilizzare i bitocoin, la criptovaluta tanto di moda, per rifinanziare il debito contratto con Eliott. E' un sistema quello dei bitcoin che altri club, Bayern e United, stanno studiando per il merchandising. Per Li, invece, un nulla di fatto. Non ci sono stati nè i tempi nè le garanzie per portare avanti l'operazione.

Ora si attende che Li versi, entro i primi di aprile, i 10 milioni. Nel caso Yonghong Li non riesca a ripagare o rifinanziare il debito contratto con Elliott, il fondo Usa prenderà il Milan e poi lo rivenderà il prossimo autunno. Il broker Al Faalasi e Usmanov interessati, anche se la portavoce del russo ha smentito proposte d'acquisto ricevute.

Voci di corridoio affermano che Li, vista l'impossibilità di pagare l'aumento di capitale in Bitcoin, sia sul punto di creare una propria criptovaluta attraverso cui estinguere anche il debito con Elliot :troll:
 

Casnop

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Ma proprio il vuoto di sceneggiatura ed il mancato palesarsi dei finanziatori "garanti", già inquietante di suo e figuriamoci dopo un anno, rende quella forchetta di possibilità molto vasta.
Perché l'impossibilità sopravvenuta di sblocco fondi, anche ammesso esista, accentua la temerarietà dell'operazione di Li e dei "suoi", se cinesi davvero sono. Di certo non opera come alibi.

Singer, come ben sai, ha vinto a prescindere nel momento in cui ha aperto cassa :)
Abbiamo scritto in passato fiumi di parole sulla riluttanza ad accettare pratiche estreme di leveraged buy out, in specie questa, che appare una forma di management buy out, da un punto di vista teorico, tuttavia, queste pratiche hanno un loro merito finanziario, e non di rado hanno funzionato, se il rapporto di indebitamento non ha superato la fatidica soglia di 1.6 (1,6 euro di debt per 1 di equity). Il tema vero è quando partirà il cash flow che lubrifichi il circuito finanziario, e non ingrippi il tutto con il debito. Puoi essere virtuoso quanto vuoi con i conti, ma se la ruota non macina ricavi, il debito mangia risorse, e patrimonio. Vedremo tra poco se il gioco sarà valsa la candela, a Mr. Li. :)
 

DrHouse

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Secondo quanto riportato da La Repubblica in edicola oggi, 26 marzo 2018, Yonghong Li voleva utilizzare i bitocoin, la criptovaluta tanto di moda, per rifinanziare il debito contratto con Eliott. E' un sistema quello dei bitcoin che altri club, Bayern e United, stanno studiando per il merchandising. Per Li, invece, un nulla di fatto. Non ci sono stati nè i tempi nè le garanzie per portare avanti l'operazione.

Ora si attende che Li versi, entro i primi di aprile, i 10 milioni. Nel caso Yonghong Li non riesca a ripagare o rifinanziare il debito contratto con Elliott, il fondo Usa prenderà il Milan e poi lo rivenderà il prossimo autunno. Il broker Al Faalasi e Usmanov interessati, anche se la portavoce del russo ha smentito proposte d'acquisto ricevute.

questa ha scalzato senza sforzo alcuno la notizia dell'offerta estiva per Belotti in cambio di 70 milioni di fideiussioni postdatate.
you win!
 

DrHouse

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Pensare che un finanziere accortissimo come Singer abbia a suo tempo concesso credito al buio ad un soggetto come Li, apparentemente senza significative capacità finanziarie, è non avere cognizione delle dimensioni in cui si muove la finanza, che è un sistema di garanzie prima che un traffico di liquidità. Singer non si sarebbe mosso ad aprire la cassa sulla base della fotocopia dello stato patrimoniale di una società decotta come la Jie Ande, quella fotocopia sventolata da Festa come prova di chissà che. E non si dica che Singer si è tutelato con i pegni sul club, un finanziere che si rispetti valuta prima la capacità di rimborso del finanziando che i mezzi per recuperare ciò che concede se questi non è in grado di farlo spontaneamente. Altrimenti, ridurremmo la vicenda alla farsa di Mr. Bee, che a Berlusconi offrì pur sempre un miliardo per il cento per cento delle azioni, non 'miseri' 520 milioni. Rifiutati, come sappiamo. :)

ecco il punto che tutti sottovalutano.

a prescindere da chi sta dietro Li (se c'è effettivamente qualcuno), o qualsiasi altro discorso.

la prima preoccupazione di un istituto di credito è la capacità del soggetto di rimborsare i soldi.

Elliott non ha prestato con la certezza di "prendersi il Milan" (che come hanno già spiegato non è prevista da normativa), ma con le garanzie che sarebbe stato rimborsato nei tempi, di capitale e interessi.
Altrimenti avrebbe agito come con Telecom, con acquisto diretto di azioni.
 

corvorossonero

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Pensare che un finanziere accortissimo come Singer abbia a suo tempo concesso credito al buio ad un soggetto come Li, apparentemente senza significative capacità finanziarie, è non avere cognizione delle dimensioni in cui si muove la finanza, che è un sistema di garanzie prima che un traffico di liquidità. Singer non si sarebbe mosso ad aprire la cassa sulla base della fotocopia dello stato patrimoniale di una società decotta come la Jie Ande, quella fotocopia sventolata da Festa come prova di chissà che. E non si dica che Singer si è tutelato con i pegni sul club, un finanziere che si rispetti valuta prima la capacità di rimborso del finanziando che i mezzi per recuperare ciò che concede se questi non è in grado di farlo spontaneamente. Altrimenti, ridurremmo la vicenda alla farsa di Mr. Bee, che a Berlusconi offrì pur sempre un miliardo per il cento per cento delle azioni, non 'miseri' 520 milioni. Rifiutati, come sappiamo. :)

Elliott è lo stesso fondo che sta provando la scalata dentro Telecom, cosa che voleva fare un certo Berlusconi e che non ci è mai riuscito. Guarda caso, ma è solo un caso, contro Vivendi che è quello che aveva provato la scalata in Mediaset, non riuscita grazie alle famose "caparre" ricevute da Fininvest durante la cessione del Milan. Insomma è tutto molto bello.
 

Casnop

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Elliott è lo stesso fondo che sta provando la scalata dentro Telecom, cosa che voleva fare un certo Berlusconi e che non ci è mai riuscito. Guarda caso, ma è solo un caso, contro Vivendi che è quello che aveva provato la scalata in Mediaset, non riuscita grazie alle famose "caparre" ricevute da Fininvest durante la cessione del Milan. Insomma è tutto molto bello.
Elliott è un fondo attivista molto aggressivo, hedging, decisionista, mordi e fuggi, che entra, disfa boards, batte i pugni, compra, vende, incassa. In un mercato senza liquidità, questi fondi panciuti sono come l'acqua nel deserto, ma poi l'acqua costa, e quella di Singer è a caro prezzo. Un cavaliere bianco, con Uzi e machete. :)
 
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