Solo i fenomeni di questo sport hanno un impatto immediato sin da giovanissimi in grandi club, agevolati da condizioni particolari come allenatori chioccia e ambiente "amico". E nemmeno tutti ci sono riusciti da subito.
Senza voler fare paragoni, il primo esempio che mi viene in mente è quello di Thierry Henry che in Italia non trovò una squadra e un allenatore capaci di collocarlo adeguatamente nel campo e dargli la fiducia che meritava. Ha cambiato squadra ed ha svoltato.
Leao dal punto di vista dell'atteggiamento è migliorato. E' vero che non è ancora al livello a cui ci si aspetterebbe, ma le colpe non sono tutte sue. E' stato sballottato un po' ovunque, e messo in campo solo quando mancava un titolare, e di fatto conosco la sensazione di essere precari che di certo non aiuta un giovane; non tutti hanno un carattere tale per cui nelle difficoltà e sotto pressione reagiscono con "rabbia"; oltre tutto fare la prima punta non è la stessa cosa che giocare esterno o trequartista, un po' come fare il volante non è uguale che far la mezzala. I giocatori fatti e finiti riescono ad adattarsi a spostamenti continui senza subire cali, Leao evidentemente ancora non lo è. Non è ancora diventato nemmeno "uomo". Del resto è stato preso quando aveva alle spalle solo pochi mesi di professionismo.
Se non al Milan, ha bisogno anche lui di trovare una squadra e un allenatore capaci di dargli certezze tattiche oltre che fiducia incondizionata nel suo futuro, a quel punto secondo me è solo questione di tempo perché ha doti incredibili. D'altronde la storia insegna anche che in Italia questo tipo di profili raramente "esplode", all'estero invece si. Noi andiamo a prenderli 30enni.