Mah, credo che in amore sia differente. Lì si è spinti da un sentimento ad ampio raggio e di una certa durata, breve o lunga che sia. La rabbia è formata da istanti e secondo me proprio per questo lì devono per forza emergere cose che almeno in parte si pensano davvero.
Sicuramente alcune cose dette nei momenti di rabbia corrispondono a verità, sarebbe sciocco non crederlo. Rinfacciare cose che danno fastidio o rimembrare una situazione in cui qualcuno si è comportato male ma non gli si è fatto notare, etc etc.
Però le dichiarazioni "violente" così come le azioni che possono conseguire, come sbattere le porte, tirare pugni ai muri, lanciare un piatto o il telefono per terra, minacciare di morte, minacce in generale e così via, sono figlie del momento e non corrispondono alla realtà, finiscono nell'istante in cui la rabbia svanisce. Credete che un padre voglia veramente uccidere un figlio o che un figlio desideri la morte dei genitori o della fidanzata?
Così come quando sentiamo al TG di massacri familiari dettati da scatti di rabbia, io credo che la persona che commette l'atto, in primo luogo al 90% se ne pentirà per tutta la vita, e secondo, in partenza non avrebbe mai immaginato di essere capace di una cosa simile.
La rabbia è quindi una specie di limbo in cui inibizioni psicologiche e fisiche vengono meno ma che in un contesto normale sarebbero irrealistiche. Nel senso che nel modo di intendere e di volere della realtà queste inibizioni le possiamo tranquillamente classificare in normale vivere e non esistono come inibizioni ma come cose impensabili ed irrealizzabili.
E' come se la rabbia ci portasse su un livello in cui le cose impensabili diventano inibizioni e al contempo le distrugge dando sfogo all'ira.
Per questo dicevo che è importante scindere tra cose pensate e sopite e pensieri invece frutto solo della rabbia.
p.s. ho fatto un po' di confusione, spero di aver espresso il pensiero